Juve Stabia, stop agli allenamenti
Manniello: «Difficile riprendere»

Juve Stabia, stop agli allenamenti Manniello: «Difficile riprendere»
di Gaetano D'Onofrio
Giovedì 26 Marzo 2020, 18:53
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Sospensione a tempo indeterminato degli allenamenti. La Juve Stabia lo ufficializza oggi con una nota del club, che ribadisce anche l’impegno, sia pure a distanza, del tecnico Fabio Caserta, e del suo staff nel seguire i calciatori in una mini preparazione personalizzata: “Rendiamo noto che, nel rispetto delle disposizioni del Governo e della Federazione e con l’obiettivo di contenere la diffusione del Covid-19, il periodo di astensione dagli allenamenti per la prima squadra e la formazione Primavera è momentaneamente rinviato a data da destinarsi. Stante il perdurare dell'emergenza sanitaria, i calciatori, da lunedì, seguiti dallo staff tecnico e sanitario con il preparatore atletico Prof. Raffaele La Penna e l'addetto al recupero infortunati Roberto Rippa, oltre a mister Fabio Caserta, stanno eseguendo, a distanza e attraverso Skype, allenamenti basati principalmente a mantenere alcune capacità fondamentali: la forza attraverso circuiti funzionali e la capacità aerobica attraverso un lavoro organico che è stato definito intermittente house. Il tutto senza l'ausilio degli attrezzi”. Intanto il dirigente Franco Manniello parla del futuro della B, delle sue perplessità sulla ripresa del torneo: “Siamo in guerra – usa parole forti l’ex presidente, oggi socio a metà con Andrea Langella -, inutile negarlo, sia pure con un nemico invisibile. Il campionato? In teoria, anche riprendendo a giugno, con dieci turni, tra sabato e mercoledì si potrebbe anche concludere, ma dopo tante settimane di stop sarebbe sicuramente falsato. Si potrebbe cristallizzare la classifica, il Benevento merita la serie A e sarebbe impensabile invalidare la competizione. Al pari di quei club di C che hanno investito tanto per arrivare alla promozione”. Manniello parla anche della decurtazione degli stipendi dei calciatori: “Avevamo preso accordi, anche pluriennali, in tempi ben diversi. L’economia è ferma, le nostre aziende, quelle degli sponsor. Il calcio deve uscire ridimensionato da questa vicenda, tornando ad essere più uno sport e meno un’attività commerciale”.
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