«Vorrei perdere sempre il sonno per decidere chi far giocare». Accontentato. Michele Pazienza dovrà presto prepararsi a trascorrere tante notti in bianco o almeno si augura di farlo, acciacchi e squalifiche permettendo. L'allenatore dell'Avellino non ha mai nascosto di non vedere l'ora di avere problemi di abbondanza. Problemi che, dato il valore della rosa biancoverde, sarebbero preziosissimi: sia per cambiare a gara in corso mantenendo intatto il livello della squadra in campo, come non capita a chi in panchina non ha giocatori dello stesso valore di quelli che subentrano, sia per gestire le energie e sopperire alle defezioni, che bisogna mettere in preventivo nel corso di una stagione lunga e logorante, piena zeppa di impegni ravvicinati. A breve non resterà che gestire l'organico partendo dalle solide basi su cui il tecnico di San Severo ha fatto poggiare in maniera risoluta e brillante il suo Avellino, a partire dal modulo: il 3-5-2 è il vestito tattico che calza a pennello al lupo, tornato a essere famelico, ferocemente determinato.
Un vero branco. Proiettandosi alle soluzioni che Pazienza potrà adottare quando l'infermeria sarà svuotata è facile capire perché tutto c'è da essere fuorché preoccupati: saranno gli avversari a doverlo fare.
A quel punto, da quello che doveva essere il gioco delle coppie Pazienza "rischia" di ritrovarsi con tre calciatori per ruolo. Se dovesse mancare ancora Tito, oltre a Falbo c'è Ricciardi: ha offerto prove più che sufficienti anche in quella zona di campo. Al posto di Cancellotti, ancora una volta Ricciardi appare ormai più di un'alternativa e Sannipoli dovrà dimostrare tutto il suo potenziale: più facile che lo faccia lì, sulla fascia, come nel Latina, che al centro dove, a oggi, D'Angelo è il vice Varela; Pezzella il vice Palmiero e Casarini, Dall'Oglio e Maisto sbraccerebbero dietro Armellino, salvo suo arretramento in pianta stabile nel pacchetto arretrato per liberare un posto e rendere praticabile l'opzione doppio play. A suon di gol e assist Sgarbi è diventato inamovibile in attacco e attende Russo per trovare più di un semplice, naturale, sostituto. Patierno, che sembrava destinato a essere titolare inamovibile, avrà invece un motivo in più per dare il massimo in settimana dovendo adesso battere la concorrenza di Gori e Marconi: i due hanno approfittato della sua indisponibilità per rispondere "presente" e pure in tandem hanno fatto capire di poter coesistere (vedi secondo tempo di Avellino-Monterosi, ndr).
Tornando a Russo, e sottolineando di nuovo che la linea a tre difensiva è il punto fermo, attenzione, infine, proprio al contributo che l'ex Messina potrebbe dare agendo in sincro con Sgarbi: sulla carta è appuntata una micidiale coppia di trequartisti alle spalle di un'unica punta in un 3-4-2-1. In tal caso, Dall'Oglio e Armellino andrebbero a garantire raccordo e copertura tra i reparti facendo dormire, per rimanere in tema, Pazienza tra due guanciali. Dulcis in fundo, all'appello manca Tozaj, a bersaglio contro il Foggia: altra splendida intuizione di Perinetti, che ha costruito un Avellino mai così completo.