Avellino, l'infermeria si svuota: tutte le soluzioni di Pazienza

Il tecnico biancoverde ha diverse strade da seguire

La gioia dell'Avellino
La gioia dell'Avellino
di Marco Festa
Venerdì 10 Novembre 2023, 10:21 - Ultimo agg. 10:31
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«Vorrei perdere sempre il sonno per decidere chi far giocare». Accontentato. Michele Pazienza dovrà presto prepararsi a trascorrere tante notti in bianco o almeno si augura di farlo, acciacchi e squalifiche permettendo. L'allenatore dell'Avellino non ha mai nascosto di non vedere l'ora di avere problemi di abbondanza. Problemi che, dato il valore della rosa biancoverde, sarebbero preziosissimi: sia per cambiare a gara in corso mantenendo intatto il livello della squadra in campo, come non capita a chi in panchina non ha giocatori dello stesso valore di quelli che subentrano, sia per gestire le energie e sopperire alle defezioni, che bisogna mettere in preventivo nel corso di una stagione lunga e logorante, piena zeppa di impegni ravvicinati. A breve non resterà che gestire l'organico partendo dalle solide basi su cui il tecnico di San Severo ha fatto poggiare in maniera risoluta e brillante il suo Avellino, a partire dal modulo: il 3-5-2 è il vestito tattico che calza a pennello al lupo, tornato a essere famelico, ferocemente determinato.

Un vero branco. Proiettandosi alle soluzioni che Pazienza potrà adottare quando l'infermeria sarà svuotata è facile capire perché tutto c'è da essere fuorché preoccupati: saranno gli avversari a doverlo fare.

Pane non ha bisogno di dimostrare di essere un più che valido backup di Ghidotti e l'auspicio è che debba farlo se non in Coppa Italia Serie C. In difesa il trio composto da Benedetti, Rigione e Cionek non è riuscito ad accumulare un gran minutaggio insieme per via dei rispettivi infortuni, ma sarà difficile scalzarli. Le loro assenze in ogni caso sono servite per capire l'importanza di Mulè, testare l'efficacia di Cancellotti da braccetto destro e Armellino centrale; per scoprire il giovane lettone Suko. Tutte frecce ben appuntite che al momento giusto potranno essere tirate fuori dalla faretra. Fine dell'emergenza dovrebbe far rima con ritorno sulla corsia destra di Cancellotti e di Armellino a centrocampo con Varela e Palmiero a completare il pacchetto interni e Tito sul versante mancino.

A quel punto, da quello che doveva essere il gioco delle coppie Pazienza "rischia" di ritrovarsi con tre calciatori per ruolo. Se dovesse mancare ancora Tito, oltre a Falbo c'è Ricciardi: ha offerto prove più che sufficienti anche in quella zona di campo. Al posto di Cancellotti, ancora una volta Ricciardi appare ormai più di un'alternativa e Sannipoli dovrà dimostrare tutto il suo potenziale: più facile che lo faccia lì, sulla fascia, come nel Latina, che al centro dove, a oggi, D'Angelo è il vice Varela; Pezzella il vice Palmiero e Casarini, Dall'Oglio e Maisto sbraccerebbero dietro Armellino, salvo suo arretramento in pianta stabile nel pacchetto arretrato per liberare un posto e rendere praticabile l'opzione doppio play. A suon di gol e assist Sgarbi è diventato inamovibile in attacco e attende Russo per trovare più di un semplice, naturale, sostituto. Patierno, che sembrava destinato a essere titolare inamovibile, avrà invece un motivo in più per dare il massimo in settimana dovendo adesso battere la concorrenza di Gori e Marconi: i due hanno approfittato della sua indisponibilità per rispondere "presente" e pure in tandem hanno fatto capire di poter coesistere (vedi secondo tempo di Avellino-Monterosi, ndr).

Tornando a Russo, e sottolineando di nuovo che la linea a tre difensiva è il punto fermo, attenzione, infine, proprio al contributo che l'ex Messina potrebbe dare agendo in sincro con Sgarbi: sulla carta è appuntata una micidiale coppia di trequartisti alle spalle di un'unica punta in un 3-4-2-1. In tal caso, Dall'Oglio e Armellino andrebbero a garantire raccordo e copertura tra i reparti facendo dormire, per rimanere in tema, Pazienza tra due guanciali. Dulcis in fundo, all'appello manca Tozaj, a bersaglio contro il Foggia: altra splendida intuizione di Perinetti, che ha costruito un Avellino mai così completo. 

 

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