Avellino, la dura legge dell'ex: Plescia non perdona

A Messina sconfitta per 1-0. Troppi errori sotto porta e sulle palle inattive

Avellino, la dura legge dell'ex: Plescia non perdona
Avellino, la dura legge dell'ex: Plescia non perdona
di Marco Festa
Lunedì 2 Ottobre 2023, 08:46 - Ultimo agg. 17:46
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Una doccia gelata. Una secchiata d'acqua sul fuoco dell'entusiasmo riacceso dai successi contro Sorrento e Monopoli. Una lezione che, se analizzata con lucidità e senza far drammi, potrà servire all'Avellino per continuare a crescere.
La prima sconfitta di Michele Pazienza sulla panchina biancoverde è arrivata come una tassa che una delle più antiche leggi non scritte del calcio prevede si debba pagare: quella del gol dell'ex. Vincenzo Plescia è andato a bersaglio per la seconda volta in quattro partite con il Messina eguagliando il numero di reti realizzate in tre anni da tesserato dei lupi.

Paradossale ma vero e così il match al Franco Scoglio ha restituito nel bene e nel male nuove consapevolezze a Pazienza, che ha dimostrato di essere meticoloso nella preparazione delle partite: oltre il modulo e gli interpreti, ha studiato a fondo gli avversari senza snaturare la sua idea di calcio o rinunciare a giocare speculando sui dirimpettai.
Dalla costruzione dal basso con fitte trame di passaggi proposta conto il Monopoli, l'Avellino ha razionalizzato la sua fase di possesso e transizione positiva aumentando le verticalizzazioni, rigorosamente palla a terra, per cercare di innescare immediatamente gli attaccanti e approfittare del baricentro alto di stampo zemaniano replicato dal suo allievo Modica.

Di pari passo è apparsa più equilibrata la distribuzione dei palloni sulle corsie laterali: Tito è tornato a essere maggiormente coinvolto, sempre meno bloccato, e Cancellotti a destra non è stato gravato dall'incombenza di farsi carico di tutte le scorribande sulle fasce.

Buone indicazioni sono arrivate in egual modo dalle scelte relative ai singoli interpreti operate dall'ex allenatore del Cerignola. Varela da mezzala si è confermato decisamente più efficace che come trequartista: riceve palla più agevolmente, ha la possibilità di far sfoggio della sua tecnica di categoria superiore e di creare superiorità numerica partendo in progressione palla al piede.

Agendo prevalentemente fronte porta l'uruguaiano può arrivare più facilmente al tiro come ha fatto nel primo tempo mandando la palla a baciare il palo.

Sgarbi ha ripagato la fiducia certificata dalla seconda maglia da titolare consecutiva con un'altra prestazione di buon livello: spiccata intelligenza tattica e di lettura delle situazioni di gioco, abilità tecnica, l'avanti bolzanino è stato bravo ad alternare le assistenze per i compagni di squadra con le sortite individuali.
Se si perde, però, è inevitabile che ci siano errori, sbavature e note meno liete che andranno passate al setaccio. Una lente di ingrandimento andrà posizionata sulla marcatura sulle palle inattive che hanno permesso al Messina di sfiorare il gol con Manetta (palo) e di trovarlo con Plescia, lasciato colpevolmente solo da Cionek e Patierno.
Entrambi hanno pure sciupato due grandi occasioni da gol. Episodi utili a ricordare che davanti alla porta bisogna metterci la giusta cattiveria per evitare di ritrovarsi a piangere sul latte versato al termine di una partita finita male non solo perché i padroni di casa hanno rinfrescato l'idea su cos'è la Serie C perdendo tempo ai limiti dell'umana sopportazione.

A prescindere dalle parate di Fumagalli, che ha impedito con un paio di riflessi felini ai subentrati Gori e Marconi di pareggiare. A Messina, l'Avellino ha capito, non di meno, l'importanza di Rigione nella sua difesa: appena il centrale è uscito per infortunio la porta di Ghidotti è stata violata a margine di tre turni di fila in cui era rimasta immacolata. L'auspicio è che l'infermeria, dove come se non bastasse è finito lo stesso Cionek, si svuoti rapidamente per avere la possibilità di non chiedere più a nessuno di stringere i denti come accaduto con Rigione e Tito: se non sei al top rischi di farti male o la prestazione ne risente palesemente.
In tal senso, il calendario dà una mano per recuperare uomini ed energie. Mercoledì (ore 18:30) c'è sì il primo turno di Coppa Italia di Serie C, di nuovo contro il Monopoli al Partenio-Lombardi, ma si tornerà in campo per la settima giornata del girone C di Serie C lunedì 9 ottobre contro il Potenza (ore 20:45). Tempo prezioso per essere pronti rialzarsi.
 

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