Avellino, serve cuore per vincere il derby

A Giugliano la squadra è chiamata a una prova di carattere

Avellino calcio
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di Marco Ingino
Venerdì 22 Marzo 2024, 08:04 - Ultimo agg. 10:00
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Il primo dei sei avversari che l'Avellino incrocerà domani sul proprio cammino, lungo il rettifilo che porta al primo traguardo della stagione regolare, è tra quelli che corrono di più nel girone C.

Il Giugliano di Valerio Bertotto già nella sfida di andata dimostrò di avere una brillantezza fisica capace di mettere in difficoltà i biancoverdi. Non a caso i tigrotti, che occupano l'ottavo posto in classifica con 48 punti, da quando sono stati presi in cura dall'ex capitano dell'Udinese hanno assunto una precisa fisionomia di squadra garibaldina ma, al tempo stesso, pure molto equilibrata.

Qualità messe in campo anche nell'ultimo match perso, non senza polemiche, al De Cristofaro contro il Benevento di Tano Auteri la scorsa settimana. Un boccone amaro che a Giugliano non hanno ancora digerito come sottolineato dal direttore sportivo. Antonio Amodio, figlio dell'ex difensore dei lupi Roberto, che ha preannunciato un match all'arma bianca: «Conoscendo il nostro allenatore - ha detto- non cambierà atteggiamento. Contro i lupi giocheremo a viso aperto proprio come all'andata».

Avvertimento superfluo per Michele Pazienza che conosce Valerio Bertotto dai tempi in cui l'attuale trainer era suo capitano all'Udinese. Ecco perché pure nella rifinitura di questo pomeriggio, fissata per le 15.30 al Partenio Lombardi, l'allenatore di San Severo metterà in guardia i suoi ragazzi da quelle che potrebbero essere le insidie della gara in particolare nella zona nevralgica del campo.

In mediana, proprio in virtù delle caratteristiche dell'avversario, appaiono scontate le presenze di Ricciardi sulla corsia di destra, Armellino davanti alla difesa con De Cristoforo e Rocca ai lati, ma anche di Liotti sul versante mancino.

L'ex reggino, almeno inizialmente, appare in vantaggio su Tito, non ancora al top, e D'Ausilio che anche ieri si è allenato in disparte dal gruppo.

Per il resto la formazione, mentre in difesa ricalcherà quella vista contro il Brindisi con Cancellotti, Rigione e Frascatore davanti a Ghidotti, in attacco vedrà il ritorno di Sgarbi e Patierno.

Il tandem più oleato della batteria offensiva irpina è anche quello maggiormente predisposto ad andare in pressing sul portatore di palla avversario. Particolare non di poco conto che Pazienza proverà a sfruttare proprio per contrastare sul nascere le iniziative dei tigrotti.

Quello di domani, pertanto, dovrà essere anche Avellino “tutto cuore” come sottolineato dall'ex Antonio Marasco. L'ex centrocampista dei lupi e del Verona, che ha visto spesso quest'anno all'opera i biancoverdi, non ha nascosto qualche perplessità: «La squadra - dice - è stata chiaramente costruita per vincere ma, ad essere sincero, noto uno scarso spirito di appartenenza.

Inizialmente mi ero illuso che Pazienza potesse trasferire qualcosa di diverso al gruppo ma in questa fase non la noto. Nel girone meridionale si emerge soprattutto lottando e in questo, dispiace dirlo, ma il mio Avellino mi sembra deficitario».

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Per avvalorare il suo discorso Marasco pora ad esempio una serie di partite in cui l'Avellino ha spesso subito il ritmo e la grinta degli avversari: «Le occasioni più ghiotte di questa stagione - conclude - sono state sciupate con squadre di medio o bassa classifica specialmente al Partenio Lombardi dove squadre come il Francavilla sono uscite imbattute e altre come il Sorrento, il Messina e lo stesso Giugliano hanno portato via l'intera posta in palio. Evidentemente il ritmo di queste squadre ci mette in difficoltà. Spero di sbagliarmi ma, soprattutto in vista dei playoff, bisogna trovare qualche correttivo».

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