Riforma serie A e stop multiproprietà,
De Laurentiis attende le decisioni Figc

Riforma serie A e stop multiproprietà, De Laurentiis attende le decisioni Figc
di Francesco De Luca
Lunedì 26 Luglio 2021, 08:00 - Ultimo agg. 27 Luglio, 18:50
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Dopo aver stravinto le elezioni federali e aver riportato il titolo europeo in Italia dopo 53 anni, Gabriele Gravina ha il pieno comando della Federcalcio. E vuole procedere sul sentiero delle riforme, partendo dalla revisione del format della serie A che potrebbe essere ridotto da 20 a 18 squadre a partire dalla stagione 2024-2025. I presidenti hanno iniziato a parlarne subito dopo gli Europei perché sanno che il numero uno della Figc vuole risposte concrete già nel consiglio convocato martedì 27 luglio. Lo aveva annunciato alla fine dello scorso campionato: «Bisogna decidere e in tempi brevi». 

De Laurentiis è tra i sostenitori della riforma della serie A. Dipendesse dal presidente del Napoli, anzi, le squadre potrebbero scendere direttamente a 16, quante ne erano negli anni '80. C'è anche un altro argomento che sta a cuore al produttore che con Gravina non ha un rapporto facile: la riforma delle multiproprietà. De Laurentiis è diventato il proprietario del Bari nell'estate 2018 e ha posto alla guida della società pugliese il primogenito Luigi. Dopo una buona partenza dai Dilettanti, i risultati in serie C sono stati deludenti.

E soprattutto vi sono stati investimenti sbagliati. De Laurentiis, come fa anche nel Napoli, ne ha attribuito la responsabilità al direttore sportivo Romairone - uomo di Giuntoli, responsabile dell'area tecnica azzurra - che è stato estromesso a febbraio.

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Dopo l'esperienza della Salernitana, la Figc vuole fissare nuovi paletti. E cioè obbligare i presidenti proprietari di due club a cederne uno entro 12-24 mesi, a prescindere dalla categoria, per evitare i problemi che vi sono stati dopo la promozione dei granata in serie A. Un discorso che è tutt'altro chiuso: la formale estromissione dei patron Lotito e Mezzaroma non basta alla Figc, entro dicembre la società deve essere ceduta a un altro proprietario. Se il piano-multiproprietà passasse, De Laurentiis dovrebbe cedere uno dei club: il Napoli che guida dal 2004 o il Bari di cui è patron dal 2018? La risposta sembrerebbe scontata.

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