Minà il cantastorie di Maradona: la sfrenata gioia e il triste declino

Su Raitre le interviste al Pibe del giornalista che lo difese contro tutto e tutti

Minà intervista Maradona durante la festa scudetto alla Rai il 17 maggio 1987
Minà intervista Maradona durante la festa scudetto alla Rai il 17 maggio 1987
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Sabato 16 Settembre 2023, 09:30 - Ultimo agg. 17 Settembre, 07:44
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Raitre ha proposto due puntate della serie “Cantastorie” dedicata a Gianni Minà, con interviste realizzate a Diego Armando Maradona dal giornalista italiano che gli fu più amico, sempre pronto a tendergli una mano e a cercare una giustificazione per la sua tossicodipendenza. 

Ci hanno colpito alcuni passaggi, con Diego che in un'intervista nell'aeroporto di Torino - era il 1986 - dice a Minà che vorrebbe un altro calcio, senza Maradona. Ha il volto affaticato e non per la partita giocata contro la Juventus ma perché si sente assediato dai tifosi e dalla sua fama. E poi la difesa appunto dei suoi comportamenti errati, dopo le squalifiche del 1990 e del 1994, nelle quali appare seduto accanto a Claudia e alle figlie Dalma e Gianinna. Per descrivere un “altro” Diego, non più cocainomane, lontano da una vita di eccessi che aveva scelto. «Ho fatto degli errori. Ma se ho fatto del male a qualcuno è soltanto a me stesso».

E poi le interviste a Napoli, quella durante la festa scudetto alla Rai il 17 maggio 1987 (in cui ironizza sugli scudetti della Juve) e quella dopo la semifinale vinta dall''Argentina contro l'Italia il 3 luglio 1990 (in cui racconta di aver festeggiato con pudore per rispetto verso i compagni del Napoli che indossavano la maglia azzurra).

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In queste due puntate di “Cantastorie” c'è Gianni che parla con Diego, non Minà che intervista Maradona. C'è l'abbraccio caldo dell'uomo, e non del cronista, nel momento del bisogno. E che bella quella partita di cancetto al campo del Virgilio, sulla collina del Posillipo, con Diego che gioca con Sivori.

Emozione purissima.

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