Napoli, quanti punti persi nel mese di marzo: difesa in tilt, Callejon specchio della crisi

Napoli, quanti punti persi nel mese di marzo: difesa in tilt, Callejon specchio della crisi
di Robero Ventre
Martedì 24 Marzo 2015, 14:45 - Ultimo agg. 14:46
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Il Napoli si è inchiodato sui pedali. Si è fermato al successo sul Sassuolo, il 2-0 del 23 febbraio al San Paolo. Dopo quella vittoria gli azzurri erano terzi, a meno tre dalla Roma e a più cinque sulla Lazio, più sei sulla Fiorentina e più 9 sulla Sampdoria. In un mese hanno perso punti in maniera clamorosa rispetto alle dirette concorrenti alla Champions League: tre dalla Roma, otto dalla Fiorentina e addirittura dieci da Lazio e Sampdoria.



In effetti la crisi del Napoli parte dalla settimana precedente e cioè dalla sconfitta di Palermo: cinque punti nelle ultime sei partite, una media da retrocessione confrontando il cammino degli azzurri con tutte le altre squadre di serie A. Numeri che testimoniano in maniera chiara l'involuzione della squadra di Benitez: una vittoria e due pareggi al San Paolo e tre sconfitte consecutive in trasferta. Numeri da salvezza. Il Napoli ha pagato in maniera evidente la molteplicità d'impegni a livello atletico ma soprattutto mentale.



Un calo di tensione evidente nelle sfide di campionato rispetto all'attenzione mostrata nelle due sfide di Europa League contro la Dinamo Mosca e nella semifinale di andata di coppa Italia contro la Lazio. Da salvare solo la partita il Sassuolo e i primi settanta minuti con l'Inter al San Paolo, poi null'altro. Già, perchè contro l'Atalanta l'episodio dell'errore arbitrale di Calvarese è stato decisivo e sicuramente la fortuna non è stata dalla parte azzurra ma in generale la prestazione contro la quart'ultima in classifica soprattutto in undici contro dieci è stata deludente. Crisi Callejon.



Lo specchio della crisi è Callejon, la controfigura dell'attaccante capace di fare la differenza in tante partite e addirittura re dei bomber ad ottobre con Tevez, un magic moment fino alla sfida contro la Roma e la convocazione di Del Bosque con la Spagna. Poi l'involuzione proseguita anche nel 2015, una sola rete contro il Cesena e tante prestazioni al di sotto della sufficienza. Eppure Benitez ha continuato a impiegarlo, lo spagnolo è l'unico a aver saltato solo una partita per squalifica contro il Sassuolo. Poi ha sempre giocato, anche un solo spezzone di gara, sia in campionato che nelle coppe: 44 presenze, nessuno come lui. Benitez monocorde.



La rigidità del modulo si conferma un limite, soprattutto in determinate circostanze, come nella partita contro l'Atalanta in undici contro dieci quasi per un tempo intero. Benitez è andato avanti con il 4-2-3-1, cambiando ruolo per ruolo (prima Mertens per Callejon e poi Hamsik per Gabbiadini) per rischiare il tutto per tutto solo negli ultimi dieci minuti con l'inserimento di Zapata al posto di David Lopez.



La mossa del colombiano andava invece effettuata sicuramente in anticipo. Difesa colabrodo. Nelle ultime sei partite di campionato il Napoli ha preso sempre gol, eccezion fatta per quella contro il Sassuolo, l'unica vinta dagli azzurri. Nove gol nelle altre cinque sfide, una media di quasi due reti a gara, il solito problema da inizio stagione. Abissale la distanza tra la squadra di Benitez e le altre in lotta per la Champions in riferimento ai gol subiti. Enigma Hamsik.



Lo slovacco continua a rappresentare un grosso punto interrogativo, contro l'Atalanta la seconda panchina consecutiva per scelta tecnica, una stagione tra alti e bassi e con tante sostituzioni.
Benitez per un periodo gli ha preferito De Guzman e adesso Gabbiadini perché preferisce l'ex doriano trequartista ad esterno di attacco. E così Hamsik continua a vivere una stagione tormentata dopo i problemi già riscontrati nel primo anno con Rafa, collegati però a un infortunio che lo tenne fuori per un paio di mesi. In evidente difficoltà contro l'Atalanta un altro veterano, Christian Maggio.
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