Napoli da scudetto e Champions, la fame dei campioni partiti dal basso

È l'occasione della vita per la banda di Spalletti

Uno dei tanti murales dedicati a Kvaratskhelia e Osimhen
Uno dei tanti murales dedicati a Kvaratskhelia e Osimhen
di Pino Taormina
Lunedì 27 Marzo 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:00
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Arrivano. Feroci, affamati, disposti a tutto. Come chi è a stecchetto da una vita e intravede il banchetto, che non è un semplice pasto ma la catarsi attesa da tempo. Eccoli gli azzurri a un passo dallo scudetto e che sognano la Champions. Ha ragione Luciano Spalletti: certi treni passano adesso e chissà quando. Di sicuro, mai sono passati nel passato. Sono anni che De Laurentiis e Giuntoli non vanno a caccia di nomi ma di sensazioni: nell'estate del 2013, quella di Benitez, gli affari erano fatti con il Real Madrid e con il Liverpool. Ma da un po' di tempo è cambiato tutto. Il presidente e il ds li vogliono giovani, forti nella mente e nelle gambe, affamati di vittorie: li vogliono motivati, insomma. Che siano di gran nome può non importare. A Spalletti, per esempio, non ha importato nulla che la stella di Khvicha Kvaratskhelia giocasse nella Dinamo Batumi (attualmente 616 nel ranking Uefa per club). Perché si vive di sensazioni, di occhi che si incrociano, di parole che si dicono (e non si dicono).

Signori nessuno. O quasi. Non è un'offesa. Né per chi li pesca né per chi si fa pescare. Il portiere titolare degli azzurri, Alex Meret, è stato preso da De Laurentiis dopo una mezza stagione da titolare alla Spal (con tanto di retrocessione) e pagato all'Udinese 25 milioni di euro. Napoli è quasi sempre l'occasione della vita, poi chiaro la serie A spesso è solo un campionato di transito per chi sogna la Premier. Ma De Laurentiis non ha paura di pescare in Turchia o in Georgia, né tra le outsider di Spagna: Stanislav Lobotka, il regista da premio Oscar, venne pescato dal Celta Vigo (102 nel ranking Uefa). E ha alle spalle due campionati slovacchi vinti all'alba della sua carriera e null'altro. E Mathias Olivera, il terzino sinistro che fa la staffetta a Mario Rui? Giocava al Getafe (106 nel ranking). De Laurentiis è convinto che si possa andare a caccia di talenti anche nel campionato vietnamita, o in Giappone, in Kazakhstan, dovunque. È finita l'epoca dei brasiliani o degli argentini a tutti i costi. Il Napoli ha scoperto Kvara. Ma senza dubbio anche il coreano Kim Min-Jae: preso dal Fenerbahce (che nel ranking turco è alle spalle di Galatasaray e Istanbul Basaksehir, per intenderci) dopo essere esploso nel Bj Guoan, in Cina. Dove però non aveva vinto nulla: perché gli unici trofei li ha conquistati ai tempi della Corea del Sud, dove ha vinto due volte il campionato. Insomma, il sangue agli occhi: lo scudetto è una specie di Everest per questi ragazzi presi dal nulla e che hanno in Spalletti il proprio conquistatore. Né si sottrae all'elenco Victor Osimhen: pagato più di 70 milioni di euro, ma era il top player del Lille, che fabbrica campioni ma poi li dà via (In Francia non ha vinto nulla: l'unico titolo è il Mondiale under 17 con la Nigeria in Cile nel 2017).

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Facile ricordare le operazioni made in Italy: Giovanni Di Lorenzo, il capitano, era all'Empoli; Piotr Zielinski è arrivato via Udinese ma brillando nel solito Empoli, Amir Rrhamani venne preso a gennaio dall'Hellas Verona. Sì, è la strada che vince: prenderli da club medio-bassi e portarli alla gloria. Prendiamo Zambo Anguissa, uno degli intoccabili: era uno scarto del Fulham che era appena retrocessione in Championship. E lo stesso Tanguy Ndombele: vero che è l'uomo che arriva dal club più prestigioso, il Tottenham, ma Antonio Conte la scorsa estate lo aveva relegato nella squadra B. Senza mai aggregarlo tra le stelle degli Spurs. Hirving Lozano prima di Napoli ha avuto i suoi momenti di gloria da un campionato non di primo piano come quello olandese: nel Psv ha vinto il titolo ma è chiaro che quello dei Paesi Bassi non è uno dei tornei che ti fa accendere la tv e restare incollati. Ci vuole bravura a non sbagliare. Cosa che il Napoli non fa da tempo. L'ultimo grande affare è stato fatto con l'Inter, quando gli azzurri hanno preso Matteo Politano. E Jack Raspadori pure viene dal Sassuolo, club di primo piano nel lancio della bella gioventù nel Belpaese.

Insomma, non male per una squadra che domina senza avere avversari in Italia: merito dell'organizzazione che ruota attorno a Giuntoli. Ah, ricordate dove lavorava prima di essere preso dal Napoli? Nel Carpi. 

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