Napoli, senti Di Canio: «Perché gli azzurri possono fare il bis scudetto»

L'ex ala azzurra: ripetersi è difficile, ma vedo poche rivali

Paolo Di Canio
Paolo Di Canio
di Eugenio Marotta
Venerdì 18 Agosto 2023, 10:51 - Ultimo agg. 16:44
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Mai banale, sempre schietto e fuori dalle righe. Lo era in campo, lo è dietro la telecamera. Paolo Di Canio, ex attaccante (anche del Napoli di Lippi) e volto noto di Sky fa le carte al campionato, partendo dai campioni d'Italia.

Il Napoli con lo scudetto sul petto resta favorito per il nuovo tricolore?
«Beh, visto quello che ha fatto è quasi un obbligo. Ma è anche un'occasione importante per Garcia. Ci sono i presupposti perché gli azzurri si possano ripetere e fare qualcosa che non è mai riuscita nella storia del Napoli: vincere due scudetti di fila. Anche perché ci sono poche contendenti ai nastri di partenza».

È più difficile vincere o fare bis nel campionato italiano?
«Difficili entrambi. Poi dipende dagli ambienti. Bissare a Napoli poi, con l'entusiasmo che è alle stelle e con una pressione impressionante, può essere ancora più complicato. Ma la squadra ha il dovere di provarci anche se non sarà facile».

Perché?
«Con la nuova guida tecnica qualcuno dei calciatori, se le cose dovessero andare un po' male, potrebbe non trovare quei punti cardine che invece aveva in Spalletti e nel suo staff».

Garcia è l'allenatore giusto?
«Non lo so.

Premetto che avrei nutrito dubbi su chiunque fosse arrivato. Dico che sono curioso di scoprirlo in corso d'opera. Perché arriva un allenatore che mi piace come approccio, però abbiamo avuto un tecnico come Spalletti che viveva in modo maniacale il Napoli: solo tuta, solo bici, sempre malinconico come un vulcano pronto ad eruttare: come il Vesuvio. Per carità, Garcia è un bravo tecnico ed anche a Roma non ha fatto male, ma forse la sua faccia lo inganna: è sempre sorridente e felice».

In che senso?
«La tensione sarà alta già da domani, già dall'esordio a Frosinone: lo scudetto sul petto ti fa sentire bello, alto e biondo come Brad Pitt. Ma se la squadra non ha riattaccato la spina rischia di fare fatica. E non sarebbe un buon inizio. Il Napoli deve vincere. In ogni caso durante la stagione pioveranno critiche per le scelte: ora sono curioso di vedere come sarà gestito tutto questo perché Garcia è un bravo allenatore però un po' troppo "accomodante". Funzionerà questo modo nuovo a Napoli?».

L'allenatore ha detto che cambierà qualcosa senza stravolgere.
«Questa è una cosa interessante e se lo dice significa che ne hanno parlato ed è anche giusto che lo faccia. Anche perché sarebbe sbagliato replicare e scopiazzare quello che è stato fatto l'anno scorso. Non devi stravolgere, ma cercare di convincere e apportare qualcosa che possa stimolare un gruppo che non è il Milan di Sacchi. Penso ad un Raspadori seconda punta o trequartista come faceva Mertens un tempo. Con quel colosso di Osimhen davanti uno che gli gira intorno non sarebbe affatto male: un brevilineo capace di sfruttare le seconde palle».

Come giudica il mercato degli azzurri?
«Mi fido degli scout, ma dico anche che non sempre può andare bene. Credo che il Napoli avrebbe dovuto ingaggiare un paio di giocatori importanti, intendo esperti, già fatti e non scommesse».

Per esempio?
«A centrocampo, adesso che è andato via Ndombele, a cui neppure a Spalletti è riuscito il "miracolo", servirebbe uno più pronto».

Cajuste e Natan non lo sono?
«Sono scommesse. Sicuramente garantite, ma bisogna fidarsi alla cieca perché parliamo di elementi che non hanno fatto esperienze importanti. Non sappiamo se nel breve termine potrebbero essere già pronti».

Il mercato arabo ha tentato, ma non ha sedotto Osimhen. Il primo rinforzo è lui?
«Assolutamente. Osi è un colosso. Un "velociraptor". Un faro emotivo come lo era Diego Costa all'Atletico Madrid. Scatta, sprinta, allunga, parte dà le botte, si toglie la maschera, corre e torna a centrocampo. Quelle corse gli servono per ricaricarsi».

Veniamo alle concorrenti. Chi lotta per lo scudetto?
«Anche qui non ho nessun dubbio e metto di diritto l'Inter. I nerazzurri partono alla pari con il Napoli per la conquista del tricolore, ma Inzaghi deve cercare di motivare meglio i suoi uomini se vuole arrivare al traguardo».

In che modo?
«È incredibile che l'Inter abbia perso 12 partite l'anno scorso: se annulla questo gap è una seria candidata allo scudetto».

E le altre?
«Il Milan ha preso giocatori che possono esplodere, Leao è straordinario, ma incostante. Pulisic e Loftus-Cheek hanno esperienza internazionale e in Italia si possono rilanciare. Altro discorso è farli funzionare tutti insieme. La partenza di Maldini credo avrà un peso. Pioli da solo e senza Ibra non so se avrà questa forza».

E la Juventus?
«La metto vicino al Milan, ma solo se prende l'attaccante e se farà un altro acquisto».

Chi ha operato meglio sul mercato finora?
«La Roma: i giallorossi non si possono nascondere e credo siano obbligati ad arrivare tra le prime 4. Hanno preso giocatori in età per esplodere: Sanches su tutti».

In Campania c'è anche la Salernitana.
«Sousa ha ragione: la squadra è incompleta e quest'anno sono un po' in ritardo sulla tabella di marcia. Ma si è anche creata un'idea societaria e questo club nel tempo può diventare un po' come l'Empoli. Parliamo di una bellissima realtà, con uno stadio caldo ed una tifoseria passionale».

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