Napoli, è tornata la “zona Mazzarri”: per Inzaghi è un sortilegio

Non si vedono i ricami della scorsa stagione ma è stato recuperato un prezioso valore: il carattere

L'esultanza di Rrahmani
L'esultanza di Rrahmani
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Domenica 14 Gennaio 2024, 08:11 - Ultimo agg. 15 Gennaio, 07:31
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Negli abbracci - dalla tribuna al campo, da De Laurentiis allo staff tecnico e agli azzurri - dopo il gol di Rrahmani c’è tutta una tensione lunga settimane che si è sciolta. Il Napoli ha vinto il derby contro l’ultima in classifica, la Salernitana che nel recupero era stata beffata anche dalla Juve nel precedente turno. Non ha entusiasmato, era perfino andato in svantaggio - che prodezza Candreva, da fuori area nessuno ha segnato quanto lui nei tornei top d’Europa - e ha faticosamente recuperato: il rigore calciato con fredda precisione da Politano e poi il tiro perfetto di Rrahmani, che in occasione dell’assalto finale si era spinto nell’area avversaria.

Non si vedono i ricami della scorsa stagione ma è stato recuperato un prezioso valore: il carattere, quello che non si era visto nella sciagurata partita di Torino. Gli azzurri hanno lottato, bene o male, su tutti i palloni nel secondo tempo, dopo essersi ripresi dallo choc della rete di Candreva grazie al rigore segnato da Politano e procurato da Simeone, che solo una volta si è effettivamente reso pericoloso (in fuorigioco) ma si è battuto perché sente questa maglia come una seconda pelle e vorrebbe continuare a difenderla da titolare.

Il cuore, il sacrificio, la voglia di lottare. Ecco da dove ripartire in questa rimonta verso la zona Champions da realizzare in 18 partite. Spingere al massimo con orgoglio, là dove non si arriva per ora con il gioco, per conquistare una vittoria preziosa come è accaduto nel derby. Successo al minuto 96, piena zona Mazzarri. Era il marchio del Napoli che il toscano aveva guidato dal 2010 al 2013, tante partite ingarbugliate risolte in pieno recupero.

Scaramanticamente l’allenatore si era tolto anche il giubbino sociale, così come faceva all’epoca buttando via la giacca blu per dare la carica alla squadra.

 

Certo, questo non basta. C’è da lavorare anche sulla qualità del gioco e non sarà facile perché vi sono problemi di organico, tra gli infortunati (si aggiunge alla lista Cajuste) e i due giocatori (Osimhen e Anguissa) convocati per la Coppa d’Africa. Il livello si alza nelle prossime due partite (o tre, dipende dall’esito della semifinale di Supercoppa a Riad): giovedì la Fiorentina, poi l’eventuale finale contro Inter o Lazio, quindi in campionato il confronto con i biancocelesti di Sarri all’Olimpico. In attesa dei rientri da valutare l’effetto dei rinforzi assicurati da De Laurentiis dopo l’ultima partita del 2023, quando attribuì a se stesso le colpe per questa stagione di sofferenza. Per ora, Mazzarri lavora con quanto è a sua disposizione: ha schierato Gaetano, in un anno e mezzo utilizzato col contagocce, e Demme, da tempo separato in casa. C’è da chiarire la situazione di Zielinski, ieri fuori per un affaticamento muscolare. La vera fatica sarà quella di gestire la situazione di Piotr, promesso sposo dell’Inter, fino al termine della stagione.

Il Napoli è riuscito a correggere il corso del derby nella ripresa, quando la Salernitana si è scoperta per cercare il gol della vittoria. Inzaghi l’aveva studiata bene, coprendo tutti gli spazi dinnanzi a Ochoa, al rientro tra i pali. Non ha voluto difendere l’1-1 e ha cercato di colpire, magari in contropiede, e l’occasione per i granata era arrivata al 72’, quando Gollini ha anticipato l’intervento di Simy che si trovava a un passo dalla porta. La Salernitana, bloccata all’ultimo posto, ha buttato un’altra occasione per risalire: è la squadra che ha perso più punti (15) partendo da una situazione di vantaggio. I granata meriterebbero un posizionamento differente, con più chance di conquistare l’obiettivo salvezza. Ochoa, più volte decisivo nella scorsa stagione, è stato abile a sbarrare la via del gol a Kvara respingendo col piede destro. Piano piano si sta riaccendendo la luce del georgiano, coinvolto incautamente dal suo procuratore in un’assurda polemica con Osimhen. Pesa sulla sua prestazione quell’ammonizione quasi al centesimo minuto, che gli impedirà di giocare contro la Lazio alla ripresa del campionato.

Oggi gli azzurri volano a Riad, con voglia di vincere la terza Supercoppa dopo quelle firmate da Bigon nel 1990 e Benitez nel 2014. In ritiro ci sarà anche De Laurentiis, che magari ora penserà che i giorni trascorsi a Pozzuoli siano stati decisivi per ritrovare la vittoria. Chiaramente non è così e quanto la squadra non abbia gradito il soggiorno nell’hotel a due passi dall’Accademia Aeronautica lo ha detto con chiarezza Rrahmani. Precisiamo: non è la rivolta del 2019, quando i giocatori non tornarono in ritiro a Castel Volturno dopo una partita di Champions aprendo una battaglia legale con De Laurentiis. Ma è un preciso messaggio al presidente.

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