Napoli-Udinese, la grande festa azzurra allo stadio Maradona: 50 mila in delirio

«E se ne va, la capolista se ne va» urla il popolo azzurro

L'abbraccio azzurro davanti al popolo azzurro in delirio
L'abbraccio azzurro davanti al popolo azzurro in delirio
di Gennaro Arpaia
Domenica 13 Novembre 2022, 08:02 - Ultimo agg. 14 Novembre, 07:31
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Come la borraccia per un ciclista appena prima di una salita decisiva. Così Luciano Spalletti aveva parlato dei suoi tifosi, del suo Maradona, appena prima del match contro l'Udinese. E così l'ha ritrovato. Perché nel finale agitato del match di ieri, gli azzurri avevano un difensore in più: 50mila cuori, 50mila anime, 50mila marcatori. E, da Los Angeles, alla fine della partita si è fatto vivo il patron. Aurelio De Laurentiis al settimo cielo. Al termine del match ha postato un lungo messaggio: «Con l'Udinese si chiude una striscia straordinaria di successi. Questo è certamente il mio Napoli migliore» ha scritto direttamente via Twitter. «Si ottengono risultati importanti solo se tutta la squadra gira al massimo. Ed è proprio quello che sta succedendo. Ci fermiamo per due settimane ma riprenderemo con la stessa voglia e la stessa tenacia, consapevoli della nostra forza». E le stesse cose, De Laurentiis, le ha ripetute alla squadra nello spogliatoio, con una telefonata al figlio Edoardo che ha voluto in viva voce: «Bravi a tutti, a mio figlio, a Giuntoli. Bravo a Spalletti, il nostro grande allenatore che merita i miei complimenti», ha detto. Ha poi fatto gli auguri ai calciatori che vanno ai Mondiali: «In bocca al lupo per la vostra avventura in Qatar».

Bellissimo il messaggio che era spuntato in Curva B appena prima del match, una mano tesa al club per poter proseguire insieme nel 2023: «Un brivido ci percuote la schiena, quando spavaldo ti vedo padrone della scena.

Facce felici ripopolano i nostri gradoni, per uomini degni delle nostre emozioni. Avanti così» hanno chiesto gli ultrà, applauditi da tutto lo stadio e applaudendo la squadra in campo. Anche Elmas, dopo la terza rete, ha scelto di andare a festeggiare con loro, sotto la curva.

Non era mai successo quest'anno, nonostante le vittorie ripetute e il vantaggio ormai assodato rispetto alle altre squadre in classifica. Ma è venuto naturale, forse troppo vista soprattutto la sofferenza avuta nel finale contro la squadra di Sottil. «E se ne va, la capolista se ne va» urla il Maradona. Parte al triplice fischio delle Curve ma poi via via contagia tutto lo stadio. E per qualche minuto anche la scaramanzia e l'aplomb che si erano visti in città nelle ultime settimane sono venuti via. Pochi minuti per godersi una serata di festa, tutti insieme. Ma non solo: c'è tutto l'archivio delle note della vittoria, la marcia trionfale del tifo azzurro: le curve sono pazze di gioia e urlano Un giorno all'improvviso e Sarò con te mentre la squadra rende omaggio a tutti i settori dello stadio. Mano nella mano. 

 

Tutti insieme anche a Khvicha Kvaratskhelia: il georgiano, come accaduto già martedì contro l'Empoli, anche ieri sera era al Maradona per restare accanto ai compagni nonostante il problema fisico che l'ha tenuto out negli ultimi 270 minuti di stagione. Sono state ore intense per Kvara: il georgiano si è fatto risollevare il morale dalla delegazione di connazionali arrivata in città nei giorni scorsi e dopo il match ha chiuso la valigia per fare ritorno in patria almeno per qualche giorno, partendo da Capodichino con un volo per Istanbul. 

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