Dai tre tenori a Natan, la mano di Mazzarri ti cambia la carriera

In origine fu Grava. Poi tutti gli altri

Natan contro il Braga
Natan contro il Braga
di Gennaro Arpaia
Venerdì 15 Dicembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 16 Dicembre, 07:20
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Non è solo quella corsa a sinistra da terzino vecchio stampo. Ma la voglia, la faccia, la determinazione che ci ha messo. Perché se sul mercato napoletano dell'ultima estate c'è un grande punto interrogativo ancora, su Natan De Souza difficilmente si possono avere dubbi. Certo, non è tra i migliori difensori d'Europa, ma forse non lo è ancora. Perché se il Napoli ha puntato su di lui un caso non è. «Il ragazzo si farà» aveva fatto intendere prima Walter Mazzarri, scomodando paragoni importanti come Bremer che aveva accolto e cresciuto al Torino nei primi anni italiani. Per Natan, ripercorrere quella strada sarebbe un ottimo punto di partenza.

Gli aveva chiesto di essere più propositivo sulla fascia, lo ha subito accontentato.

Il gol di Osimhen contro il Braga nasce da una corsa di quelle che sa di riscatto. Natan spera di poter essere il primo paziente della cura Mazzarri 2.0: con Garcia non ha fatto male, ma qualche passaggio a vuoto c'è stato, ora deve affidarsi al toscano per la sua crescita e sperare di ricevere trattamenti utili come quelli del passato. I numeri dell'ultima in champions, intanto, fanno ben sperare: un assist, l'82% dei passaggi completati, il 50% dei contrasti vinti, cinque recuperi e qualche duello vinto qua e la per il campo. Chiedere a Fonte.

E poi quel premio di Mvp della gara, consegnato dall'Uefa e tenuto per sé solo pochi minuti prima di consegnarlo a mamma Eliane, il vero ingrediente segreto in più. La famiglia del brasiliano era arrivata a Napoli qualche giorno prima per trascorrere qui con lui il periodo natalizio visti i tanti impegni in campo, martedì sera non hanno perso l'occasione della gara decisiva del girone europeo. Mamma, papà e sorella tutti ai propri posti, pronti a far festa su quell'assist che ha ricordato a tutti i giorni migliori. La trasformazione completa in terzino non ci sarà, ma probabilmente la fortuna di Natan è avere incontrato sulla sua strada un allenatore che con i difensori sa fare il suo lavoro.

In origine fu Grava. Poi tutti gli altri. Il difensore oggi nello staff napoletano visse con Walter in panchina gli anni migliori. Una connessione personale, umana. La stessa stabilita con Hugo Campagnaro, uomo di fiducia alla Sampdoria prima, a Napoli poi, persino all'Inter. Nella difesa a tre di Mazzarri seppero trovare la loro collocazione migliore, modificando il loro modo di giocare e rendendo al massimo. Anche Dzemaili trovò in Mazzarri la guida migliore: era arrivato con un solo gol segnato tra Torino e Parma, a Napoli ritoccò il suo record con 9 reti nel 2012/13. Alla sua sinistra correva Camilo Zuniga, diventato tra le mani di Walter il Mago uno dei migliori esterni a tutta fascia. Fino al capolavoro dei tre tenori. Edinson Cavani aveva segnato 15 gol nell'ultima stagione a Palermo, Mazzarri lo rende una punta mondiale: 33 reti al primo anno con il toscano, 104 nel triennio insieme. Con l'uruguaiano, trovò il suo posto in campo il futuro capitano Gennaro Arpaia
e seppe spiccare il volo Ezequiel Lavezzi: il Pocho passò da cavallo pazzo a talento puro. Non un fatto di gol, ma di prestazioni, di posto nel mondo. Con la cura Mazzarri, tanti azzurri hanno già alzato il livello salutando poi per altri lidi. Natan è il prossimo progetto nella testa di Walter: «Andava solo sostenuto» ha detto dopo il Braga applaudendone la prestazione. E allora chi meglio di Walter il Mago? 

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