Spalletti, l'appello del figlio di Valcareggi: «Non fare come mio padre e non dare retta al cuore»

«Rimase in panchina dopo il 1970 e tutti ricordano come andò 4 anni dopo»

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Martedì 16 Maggio 2023, 17:00 - Ultimo agg. 17 Maggio, 07:39
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Sono giorni di attesa. Un nuovo incontro tra De Laurentiis e Spalletti scioglierà definitivamente i nodi sul futuro dell'allenatore, vincolato dal contratto al Napoli fino al 2024 (il presidente ha fatto valere la clausola). Il primo passo è stato fatto venerdì con la cena-confronto in un locale alla moda di Chiaia. E adesso serve il secondo, decisivo: l'incontro per ratificare un accordo che possa andare almeno fino al 2025.

Da Firenze, intanto, è arrivato un messaggio a Spalletti da parte di un procuratore che ha un cognome celebre. Furio Valcareggi è il figlio di Ferruccio, ct della Nazionale campione d'Europa nel 1968 e vice campione del mondo nel 1970. Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli l'agente (tra i suoi assistiti c'è l'azzurro Zerbin) ha lanciato un messaggio a Spalletti: non fare come mio padre e non dare retta al cuore. «Fare meglio dopo un grande risultato come lo scudetto del Napoli è oggettivamente difficile, per questo suggerirei a Luciano di rifletterci bene.

Ricordo ancora come andò a finire nel '74», ha detto Valcareggi.

Sei anni prima l'Italia aveva vinto il primo Europeo, poi a distanza di 24 mesi era arrivata la finale mondiale contro il Brasile di Pelé, persa inevitabilmente il malo modo perché gli azzurri avevano speso tutto nella storica semifinale contro la Germania ovest. Sulla panchina azzurra c'era Valcareggi, che  - questa la tesi di suo figlio - avrebbe dovuto lasciare nel momento più alto della carriera di allenatore e invece decise di continuare. In Germania andò malissimo, tra risultati deludenti e litigi con i giocatori (il vaffa di Chinaglia e le accuse di Juliano sulle scelte in ossequio ai potenti club del Nord, ad esempio).

A nostro avviso, qui ci sono condizioni differenti, ovvero la prosecuzione di un progetto che non può preoccupare né De Laurentiis né Spalletti, “uomini forti” che hanno saputo costruire un “destino forte” per il Napoli.

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