Ha 50 anni, ma decisamente non li dimostra. E' il Campeggio dell'Oratorio di Orvieto, che oggi di campeggio ormai non ha che il nome ma che continua a essere un gradito appuntamento estivo per famiglie e ragazzi.
Nato da una idea dell'allora parroco del Duomo, l'indimenticato don Italo Mattia, scomparso nel marzo 2013, il campeggio voleva essere un momento di condivisione, di preghiera, di raccoglimento. Così nel tempo, ogni anno – nemmeno il Covid lo ha fermato nel 2020, né la tragedia della Val Badia del 1993 – il Campeggio è diventato una piacevole tradizione, che porta generalmente una settimana in una località di montagna.
A “capo” della storia che continua, oggi c'è Don Danilo Innocenzi, 36 anni, parroco della parrocchia di Sferracavallo e responsabile dell'Oratorio orvietano e Ennio Colombini, 90 anni appena compiuti, figura storica dello sport orvietano, ex collaboratore scolastico che ha cresciuto generazioni di orvietani, oggi infaticabile colonna sia dei gruppi estivi della parrocchia del Duomo, sia del Campeggio. Con loro, a raccontare una storia lunga 50 anni, due giovani animatori, in rappresentanza di tutti gli altri, i giovanissimi Francesca Mechelli e Lorenzo Mocetti.
«A quanto ci risulta – spiega don Danilo – il nostro campeggio, che poi non è che una delle tante occasioni che la Diocesi Orvieto-Todi propone, è il più antico della diocesi, inoltre è l'unico che mette insieme sia famiglie, sia giovani a partire dai 14 anni. Il Campeggio di Don Italo è ora meglio conosciuto come il campeggio dell'Oratorio cittadino “San Filippo Neri”, e non partecipano solo i ragazzi del Duomo e solo di Orvieto, ma anche ragazzi di altre parrocchie e di altri comuni.
Ma quali sono le attività proposte? «Intanto si tratta di una esperienza che continua quella dell'Oratorio – spiega Mechelli – e si completa con i gruppi estivi e invernali che permette di crescere in un progetto pastorale coinvolgente. Il soggiorno è uno stare insieme, fare famiglia, con momenti di gioia, di spensieratezza, di religione, di passeggiate, escursioni, insomma una esperienza che arricchisce e unisce».
«Spesso si arriva in cima a una montagna – gli adulti/anziani hanno percorsi magari diversi, spiega don Danilo – e in alto, sempre più vicini al cielo, si celebra la Santa Messa, insieme, in una esperienza condivisa. Non è una vacanza in senso stretto – precisa il parroco – ma uno stare insieme, un fare esperienza».
Colombini ne è la memoria storica: «Tra adulti e ragazzi – racconta – c'è stato sempre un bellissimo rapporto. Don Danilo è la continuazione ideale di questa missione, ha seguito l'attività di don Italo e l'ha moltiplicata».