Delitto Di Leo, l'amarezza del fratello
di David Raggi: «Niente è cambiato
questo paese è invivibile»

Delitto Di Leo, l'amarezza del fratello di David Raggi: «Niente è cambiato questo paese è invivibile»
Delitto Di Leo, l'amarezza del fratello di David Raggi: «Niente è cambiato questo paese è invivibile»
Venerdì 5 Aprile 2019, 13:31 - Ultimo agg. 13:33
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TERNI «Pensavo che dopo quanto accaduto a mio fratello e dopo la battaglia che stiamo portando avanti le cose fossero cambiate. Invece a quattro anni di distanza ancora si ripete la stessa situazione. Non sta né in cielo né in terra, questo Paese sta diventando invivibile»: a parlare è Diego Raggi, fratello di David, il ventisettenne ucciso nel marzo 2015 a Terni, commentando l'omicidio di Stefano Leo. Come emerso per Said Mechaquat - il giovane che ha confessato di aver ucciso il trentatreenne di Torino - anche il marocchino Amine Aassoul, condannato in via definitiva a 30 anni di carcere per il delitto Raggi, al momento del fatto era libero nonostante dovesse scontare un cumulo di pena per oltre sette anni. «Mi viene un sorriso amaro - dice ancora Diego Raggi -, noi che siamo sempre in regola appena sbagliamo veniamo messi subito in galera. Possibile che una persona a spasso per la città nessuno l'abbia mai fermata? Servono ancora di più il pugno duro e controllo seri». Per Raggi quella di Torino è «la stessa identica situazione» toccata alla sua famiglia. Esprime quindi «tanta vicinanza» alla famiglia di Stefano Leo. «So quello che stanno vivendo in questi momenti - afferma -, non te ne fai una ragione. Ma spero che anche loro si facciano forza per cercare di andare avanti e migliorare le cose». I familiari di Raggi, nel 2016, avevano chiamato in giudizio il ministero dell'Interno, quello della Giustizia e la Presidenza del Consiglio per le mancate espulsione dall'Italia di Aassoul, clandestino, ed esecuzione del provvedimento di cumulo di pena. A marzo il tribunale civile di Roma ha escluso responsabilità da parte delle tre istituzioni, condannando palazzo Chigi al pagamento di un indennizzo di 7.200 euro ciascuno, nei confronti di padre, madre e fratello di Raggi, sulla base del riconoscimento dei benefici della legge in favore delle vittime di reati violenti intenzionali.
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