Vaticano, sempre più vescovi e cardinali trascinati in tribunale a rispondere dei preti pedofili

Vaticano, sempre più vescovi e cardinali trascinati in tribunale a rispondere dei preti pedofili
di Franca Giansoldati
Mercoledì 12 Gennaio 2022, 10:08
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Città del Vaticano – Sono sempre di più i cardinali, i vescovi e gli arcivescovi chiamati dai tribunali civili in vari paesi a rispondere dei comportamenti dei propri parroci, nelle rispettive diocesi di competenza. Tra pochi giorni in Germania sarà l'arcivescovo Stefan Hesse, titolare della diocesi di Amburgo, a dover comparire davanti al tribunale di Colonia per un caso di abusi sessuali su minori da parte di un parroco. Dovrà deporre in qualità di testimone tuttavia ancora una volta c'è il sospetto che abbia vigilato poco sull'accusato. Il nodo giuridico da sciogliere resta sempre lo stesso, se la responsabilità relativa agli atti criminali di un prete - parte integrante di una organizzazione - possano ricadere in qualche misura anche sulla Chiesa locale o sulla Santa Sede per eventuali insabbiamenti o coperture. 

L'indagine diocesana sugli abusi a Colonia coinvolge il vescovo per un caso relativo agli anni 2010 e 2011.

Visto che si presume che sia venuto meno ai suoi doveri non è l'unico alto funzionario diocesano ad essere convocato come testimone. Sarà ascoltato anche l'ex funzionario Günter Assenmacher. E' la prima volta in Germania che due alti funzionari della Chiesa sono stati ascoltati come testimoni in un procedimento per abusi.

Il caso dibattuto è piuttosto scabroso. Un prete avrebbe abusato delle tre nipoti minorenni ripetutamente in un arco temporale piuttosto lungo, dal 1993 al 1999. Solo nel 2010 il prete è stato denunciato da una nipote anche se poi avendo ritirato la denuncia la causa civile si è fermata. Il caso è rimasto in silenzio per alcuni anni e solo nel corso di una successiva indagine è rispuntato. Due anni fa il pubblico ministero ha presentato una altra denuncia contro il sacerdote anche perché nel frattempo le vittime erano aumentate. Oltre alle tre nipoti adesso vi sarebbe una altra presunta vittima, molestata nel 2011.

Nel 2010, quando il caso fu archiviato una prima volta perchè la nipote ritirò la denuncia, la diocesi di Colonia autorizzò il sacerdote a lavorare di nuovo come cappellano in un ospedale. Evidentemente il vescovo ritenne di non dover prendere ulteriori provvedimenti. Adesso il vescovo e i funzionari sono chiamati in causa per negligenza, anche se tutto è da valutare in base alle testimonianze. I giornali tedeschi hanno sottolineato che contrariamente ai suoi doveri di capo del personale, l'arcivescovo Hesse non avrebbe comunicato a Roma il caso. Solo recentemente il funzionario è stato allontanato e l'arcivescovo ha presentato le proprie dimissioni anche se il Papa non le ha ancora accettate. Evidentemente in Vaticano si attende l'esito del processo civile. Un po' come è accaduto con il caso di Lione del cardinale Barbarin, chiamato in causa da un tribunale per la gestione di un prete pedofilo. Il tribunale civile di Lione ha assolto in appello il cardinale dalla condanna di primo grado per «non aver denunciato» padre Bernard Preynat della sua diocesi. 

Negli Stati Uniti, invece, tra qualche settimana (3 marzo 2022) verrà giudicato l'ex cardinale Theodore McCarrick, dovrà rispondere di tre capi di imputazione per avere aggredito sessualmente un minore. Il Papa lo ha cacciato dal collegio cardinalizio e lo ha dimesso dallo stato clericale solo tre anni fa, dopo una enorme pressione della opinione pubblica americana e solo dopo aver preso visione delle accuse relative ai minori anche se sul suo conto - già dai tempi di Papa Ratzinger - circolavano voci moralmente imbarazzanti sulla sua omosessualità, visto che si portava a letto giovani seminaristi ed era notorio che da loro si faceva chiamare “Zio Ted”.

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