Abusi, padre Zollner abbandona la Commissione e parla del suo dolore per non avere risposto alla vittima di Rupnik

Abusi, padre Zollner abbandona la Commissione e parla del suo dolore per non avere risposto alla vittima di Rupnik
Abusi, padre Zollner abbandona la Commissione e parla del suo dolore per non avere risposto alla vittima di Rupnik
Franca Giansoldatidi Franca Giansoldati
Lunedì 17 Aprile 2023, 18:52 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 17:18
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Città del Vaticano – La Commissione per la tutela dei minori – l'organismo istituito dal Vaticano per affrontare in modo compiuto il devastante tema degli abusi nella Chiesa – in queste settimane ha subìto un altro colpo devastante con l'uscita di padre Hans Zollner, il gesuita che più di tutti in questi anni ha lavorato per incrementare una cultura di prevenzione. E' il secondo membro che lascia in aperta polemica dopo il passo indietro fatto da Marie Collins, una ex vittima irlandese, conosciuta per il coraggio e la forza con la quale si batteva perché venissero giudicati in modo meno discontinuo i vescovi insabbiatori. In una conferenza stampa nella sede dell'Associazione Stampa Estera padre Zollner ha analizzato il cammino fatto sinora e le difficoltà evidenti che si sono evidenziate cammin facendo soprattutto nella carenza di trasparenza interna. Tuttavia evita diplomaticamente di sollevare polemiche ed è attento a non intaccare le cose positive finora fatte.

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«Io vorrei solo aiutare a sviluppare e migliorare ulteriormente il lavoro e il funzionamento della Commissione stessa in sintonia con le persone vittime degli abusi nella Chiesa e in accordo con le preoccupazioni del Papa».

La decisione di andarsene ha rattristato Francesco ma Zollner, evidentemente, non riusciva più a restare silente davanti al processo poco trasparente con il quale in Vaticano si prendono le decisioni o si fanno le nomine. 

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Non mancano, ovviamente, domande sul caso Rupnik, il potente gesuita sloveno, amico di Papa Francesco e di decine di cardinali in curia e accusato di avere abusato sessualmente e psicologicamente di diverse suore. Una delle vittime inviò una lettera di denuncia a Zollner ma questi decise di non fare nulla. «Le mie dimissioni dalla Commissione non hanno nulla che vedere con il caso Rupnik» ha precisato, raccontando che all'epoca in cui ricevette la mail di una delle vittime non era al corrente del procedimento canonico emesso dalla Congregazione della Fede nei confronti di Rupnik. «Ovviamente mi sono espresso all'interno della Comunità dei Gesuiti e ho richiesto la stessa trasparenza e responsabilità come per tutti gli altri processi che sono in corso dai Gesuiti, ma i nostri processi canonici non sono conosciuti per essere veloci». 

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«Io ricevetti quella lettera il 15 giugno 2022. Oggi mi dico che avrei dovuto rispondere a questa persona, ed è stato un mio errore non averlo fatto. La motivazione che mi ha indotto a non rispondere è che si trattava di una mail aperta inviatami assieme ad altre 17 persone, tra cui i vertici del Vaticano come il cardinale Ladaria, prefetto della Congregazione della Fede, oppure anche l'arcivescovo di Lubiana, e poi monsignor Kennedy della Congregazione della Fede. Inoltre nel testo la vittima parlava già di un processo in corso. Ero convinto che le cose andassero avanti. Così non ho risposto. Avrei solo potuto dirle che mi spiaceva per quello che aveva vissuto. Queste sono le ragioni. Oggi non lo rifarei e mi rammarico. Io non ho altre notizie. Non ho mai parlato con Rupnik. Non sono mai stato un superiore dei Gesuiti». 

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