Le scarpe nuove. Quelle griffate, magari ultimo modello. Scarpe bianche, di quelle che si sporcano solo a fare quattro passi, figuriamoci se poi - mentre sei in discoteca o all’esterno di uno chalet - qualcuno te le calpesta. Sneakers nuove e costose macchiate all’improvviso: apriti cielo, spintoni, botte, finanche coltelli e pistole. È accaduto il 20 marzo del 2023 a Mergellina, ma è accaduto anche martedì scorso all’interno della discoteca Arenile di Bagnoli, dove era in corso una festa tra liceali.
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La dinamica
È la festa degli studenti, un rito per molti, la platea di ospiti in discoteca è varia e variegata. Basta un pestone a scatenare la rissa. È a questo punto che il 17enne sfodera un coltello, ferendo due ragazzini più giovani. È originario di rione Berlingieri, studente in un istituto cittadino, figlio di personaggio noto alle forze dell’ordine e di una donna profondamente cattolica. Difeso dagli avvocati Salvatore D’Antonio e Antonella Senatore, si è mostrato collaborativo con le forze di polizia. Una volta giunti in discoteca, gli agenti di polizia hanno riscontrato il clima di paura: qualcuno piangeva, mentre il 17enne è stato riconosciuto mentre vagava con le mani sporche i sangue. Si è ferito con il suo stesso coltello, rendendo necessaria la corsa in ospedale per apportare dei punti di sutura all’altezza della mano destra. È stato portato al Fatebenefratelli, in un ospedale lontano dal San Paolo, dove nel frattempo sono stati ricoverati i due ragazzi di Bagnoli.
Accanto ai propri difensori e alla madre, il 17enne ha fornito alcune ammissioni, a proposito della sua responsabilità nell’uso dell’arma e nel ferimento dei due ragazzini. Ma ha chiarito un concetto su tutti: «Non volevo ucciderli, sono dispiaciuto per quanto avvenuto. Chiedo perdono a loro e alle loro famiglie, mi auguro che escano al più presto dall’ospedale, spero prima o poi di abbracciarli, chiedendo loro perdono». Ed è in questo scenario, che il 17enne ha fornito le indicazioni per ritrovare l’arma che aveva portato con sé e sfoderata durante la rissa. A questo punto si cerca di ricostruire anche altre possibili responsabilità.
Non si esclude la presenza di altri altri picchiatori o soggetti violenti in azione martedì scorso. Un versante dell’inchiesta che attende comunque la ricostruzione che verrà fornita dai testimoni o dalle stesse parti offese. Al momento i due ragazzini feriti non sono stati ascoltati. Parliamo di due studenti, emtrambi figli di lavoratori, sempre e comunque estranei al crimine. Ieri mattina sono stati estubati, in un decorso ospedaliero che non sembra affatto semplice a giudicare dalla profondità dei colpi ricevuti.
Un caso sul quale ora si attendono eventuali interventi in materia di ordine pubblica da parte del questore, mentre spetta alla Procura di Napoli chiudere il cerchio su altri presunti esponenti del branco: quelli pronti a colpire e a uccidere per una scarpa sporcata, per un pestone alle sneakers ultimo modello.