Ridotta in carrozzina dalle botte dell'ex: «Come posso perdonare?» | Video

Gianangela Gigliotti
Gianangela Gigliotti
Venerdì 25 Luglio 2014, 08:47 - Ultimo agg. 09:52
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TREVISO - «Ora voglio guardare avanti. Non voglio rimanere seduta a piangermi addosso». Gianangela Gigliotti ha trovato dentro il suo cuore un grande coraggio.



Ha parlato per la prima volta davanti a una telecamera di Antenna3. Porta ancora sul corpo i segni irreversibili della feroce aggressione con cui Stefano Rizzo, l’ex marito, la ridusse in fin di vita. È rimasta disabile al 90%, ma ha voglia di ricominciare. Ha un obiettivo, quello di tornare presto a casa. E anche una data: il prossimo ottobre.



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È passato un anno dal quel 24 luglio quando il marito, Stefano Rizzo, la massacrò a colpi di roncola. È stato condannato a 12 anni, ma i suoi avvocati hanno chiesto di andare in appello. Gianangela è seduta su una sedia a rotelle. Si prendono cura di lei gli operatori della Nostra Famiglia di Pieve di Soligo.



È una donna forte, ricostruisce con lucidità quel folle assalto a colpi di roncola: «Stavo chiudendo la finestra della sala in attesa dell’arrivo di mio figlio Federico. Stefano me lo sono trovato sul fianco destro. Era vicino al frigorifero in cucina. Ho sentito i suoi passi dietro la mia schiena. Mi ha colpito due volte - racconta la donna -. Ho perso i sensi e sono stramazzata sul pavimento. Poi mi teneva con una mano e con l’altra mi colpiva ancora. Non gli ho detto di smettere. Non gli ho supplicato di non ammazzarmi. Gli ho soltanto gridato "stai uccidendo la madre di tuo figlio", ma lui non si fermava».



Una condanna a 12 anni per l’ex marito. Ma Gigliola ribatte: «Tra 12 anni sarò ancora così, sulla carrozzina». Il primo incontro con Stefano Rizzo è stato nel tribunale di Treviso lo scorso lunedì 22 luglio. L’ex è stato condannato a tre mesi per non aver versato gli assegni di mantenimento dopo la separazione. Una testimonianza straziante, come l’ha definita il legale della donna, l’avvocato Mara Zanotto: «Ho lavorato molto in questi mesi e ho raggiunto una tappa. Lo dovevo a me stessa - continua Gianangela -. Sono orgogliosa di avercela fatta. Speravo tanto che almeno un cenno al figlio potesse farlo. E invece una freddezza assoluta. Non posso perdonare quell’uomo». E ora Gianangela vuole guardare avanti.