De Luca attacca il suo partito:
«Niente alibi, io candidabile»

De Luca attacca il suo partito: «Niente alibi, io candidabile»
di Adolfo Pappalardo
Domenica 25 Gennaio 2015, 21:47 - Ultimo agg. 26 Gennaio, 08:51
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Castellammare di Stabia. Passo indietro? Trattative con Roma per lo stop? «Tutte p....ate», risponde lui con uno sguardo di sfida misto a disprezzo. Eccolo Vincenzo De Luca, oramai ex sindaco anche se lui preferisce definirsi sindaco emerito, mentre continua la sua campagna elettorale per le regionali come se nulla fosse. Immutata la sua squadra di fedelissimi (l’assessore Buonaiuto, il consigliere regionali Coscione e il vigile-autista Claudio) che l’accompagna: avanza con il solito passo militare quando solca il corso di Castellamare e arriva al Supercinema, gioiello d’architettura fascista nell’ex Staligrando del Sud. Ma addio ai bagni di folla e ai dirigenti di partito locali pronti a omaggiarti. Un saluto arriva, paradosso, solo dall’assessore Nicola Corrado e dall’ex segretario ds Diego Belliazzi. Entrambi però sostenitori di Andrea Cozzolino. Ma mancano molti. Il sindaco Nicola Cuomo, il segretario cittadino Vittorio Cimbri vicinissimi a Mario Casillo, grande sponsor di De Luca ora in auto stand by. Assenza che si vede se il cinema è pieno a metà. Un centinaio di persone appena per il comizio del candidato-non candidato. Perché i sostenitori, questioni di opportunità politica, si son fermati. Stop. Sospese tutte le attività programmate per De Luca da parte dell’area dem e di Casillo: per evitare imbarazzi.

Ma lui niente: di mattina a Castellammare, nel pomeriggio a Benevento. Nessuna parola con i giornalisti e via, dritto, sul palco. «Rimango in campo, non mi muovo di un millimetro: le decisioni si prenderanno dopo l’elezione del presidente della Repubblica», è l’incipit. Avverte, incalza, attacca il Pd: «A Roma io dirò che andrò avanti, ho intenzione di continuare la mia battaglia: perché una persona perbene deve lavorare in santa pace».
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