L'antica arte presepiale napoletana raccontata con uno stile innovativo, quello multimediale. È questa l'idea che ruota intorno al Presepe cortese, la nuova mostra presentata al Mann che sarà visibile dal primo dicembre fino al 31 gennaio 2023. Un viaggio virtuale che farà immergere i visitatori del museo direttamente ai tempi della corte di Carlo III di Borbone, ovvero quando il re fece diventare il presepe lo specchio del Regno.
Un'arte antica diventata secolare grazie all'estro e alla fantasia dei maestri artigiani; una tradizione che, per la prima volta, si sposa con l'innovazione. Cosi tradizione e multimedialità diventano un connubio perfetto per far conoscere anche ai più giovani la storia del presepe napoletano. Il gioiello del '700 che racconta l'arte, la storia e la cultura partenopea. Alla presentazione del Presepe cortese hanno preso parte il direttore del Mann, Paolo Giulierini, la curatrice della mostra, Fabrizia Fiore, il consigliere comunale ed ideatore della mostra, Catello Maresca, e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.
«Il nostro obbiettivo non consiste solo nell'esporre il presepe napoletano del '700, ma soprattutto nel far capire ai visitatori il suo significato: come è nato, il contesto storico in cui si è sviluppata l'arte presepiale e tutti i simboli che racchiude al suo interno - spiega la curatrice della mostra e presidente dell'associazione Il miracolo di Carlo III, Fabrizia Fiore - Quindi l'idea portante è quella di far entrare i visitatori in questo mondo che, in parte, è ancora sconosciuto».
Le due sale multimediali ospitano, infatti, un video immersivo che darà - a chi entra - la sensazione di immergersi nelle scene e nelle architetture del presepe di Carlo III. Ma non è tutto. La mostra - oltre al tour multimediale - riserva anche un'area dedicata all'esposizione di antiche statuette da collezione, pezzi unici che ritraggono i pastori settecenteschi. (Tra le varie teche esposte si avrà modo di ammirare anche la Natività di Giuseppe Sammartino, come evidenzia durante la presentazione, la curatrice della mostra, Fabrizia Fiore).
Un progetto di alto livello culturale che abbraccia uno stile contemporaneo di comunicazione, come ricorda il direttore del Mann, Paolo Giulierini: «La multimedialità è uno strumento eccezionale per portare la cultura nell'ambito dei nostri tempi».
Un tipo di linguaggio che affascina anche le nuove generazioni che, con questa modalità, saranno più stimolati ad avvinarsi all'arte presepiale napoletana.
Una tradizione che si tramanda di generazione in generazione: «La storia del presepe napoletano settecentesco è una parte importante della tradizione culturale della nostra città - ricorda il primo cittadino, Gaetano Manfredi - il settecento è stato il secolo d'oro per il presepe napoletano. Ha avuto un importante ruolo artistico, ma anche politico, perché era una rappresentazione della società dell’epoca a cui i Borbone hanno tanto tenuto - continua il sindaco - Questa mostra, presentata al Mann, è anche un riconoscimento del valore del presepe che rappresenta una parte importante dell'identità culturale di Napoli e dell'immagine turistica della nostra città».
Tra gli ideatori della mostra spicca il nome del consigliere comunale, Catello Maresca, che racconta come il progetto del Presepe cortese germoglia dall'idea di voler creare un percorso educativo capace di far conoscere - e recuperare - le radici partenopee: «È bene recuperare le tradizioni, farle conoscere ai giovani e anche ai tanti napoletani che magari gustano piacevolmente le bellezze artistiche di San Gregorio Armeno senza, probabilmente, conoscerne le origini - commenta Catello Maresca, consigliere comunale ed ideatore della mostra - A noi è venuto in mente di creare un percorso educativo ed istruttivo che faccia recuperare le nostre radici. Far capire perché il presepe napoletano è così seguito ed apprezzato in tutto il mondo. Ci sono collezioni importanti a New York, a Monaco e a Madrid. Forse da un punto di vista artistico-culturale riusciamo a farlo apprezzare più all'estero che a Napoli - continua a spiegare Maresca - quindi è bello riscoprirlo e raccontarlo anche attraverso un linguaggio nuovo, un linguaggio multimediale ed immersivo», conclude.