Napoli, ecco “Visit Secondigliano” per il quartiere aperto ai turisti: «Scoprite le nostre bellezze»

Non solo centro storico e lungomare per il turismo napoletano

Napoli, ecco “Visit Secondigliano”
Napoli, ecco “Visit Secondigliano”
di Antonio Folle
Giovedì 14 Marzo 2024, 14:27 - Ultimo agg. 15 Marzo, 07:33
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Con l'iniziativa “Visit Secondigliano” il turismo potrebbe ben presto aprirsi a nuovi orizzonti. Non solo centro storico e lungomare, ma anche tutti quei territori che oggi rappresentano la periferia della città ma che, per secoli, sono stati veri e propri Comuni dotati di piena autonomia, completamente staccati da Napoli. E la speranza di tanti giovani di Secondigliano è proprio quella di veder finalmente valorizzate le tante ricchezze storiche ad architettoniche che caratterizzano il quartiere ma che sono oggi ancora poco note al grande pubblico. I ragazzi delle associazioni Asd Secondigliano, Cosdam e Larsec hanno dato vita ad un ambizioso progetto che, a pieno regime, potrebbe fare del quartiere un tempo conosciuto solo per i tristi fatti di cronaca degli anni '90 e dei primi 2000 una meta turistica a tutti gli effetti.

Ed in effetti proprio in questi giorni i giovani volontari si stanno dando da fare, guidando gruppi di visitatori alla scoperta di un territorio che ha tanto da offrire e che aspetta solo di essere scoperto dai visitatori stranieri e dai tantissimi napoletani che ancora oggi guardano il quartiere attraverso gli stereotipi delle fiction e delle serie tv. Il progetto Visit Secondigliano prevede un ciclo di tre diversi appuntamenti attraverso i quali, con passeggiate guidate, si potrà finalmente cominciare a gettare una luce nuova sull'antichissimo quartiere. Il complesso monumentale dei Santi Cosma e Damiano, la masseria dove, intorno al 1100, è nato il primo embrione di quello che sarebbe poi diventato il casale di Secondigliano, le ville in stile liberty e il dedalo di viuzze del centro storico del quartiere saranno le tappe di un percorso storico-antropologico che si concluderà con momenti dedicati al food e alla scoperta delle tante eccellenze del territorio in quello che è uno dei settori trainanti del turismo moderno.

 

«Stavamo ragionando da un po' su questo genere di progetto - ha spiegato il presidente del Larsec Vincenzo Strino - e siamo molto felici di averlo potuto condividere e realizzare con le associazioni e le parrocchie del centro storico del quartiere.

L'idea del turista che esplora Secondigliano per conoscerne la storia e le eccellenze non è un'idea folle, ma un obiettivo che per alcuni come il sottoscritto diventa realtà. Alla fine di questo primo ciclo di visite ci rimetteremo a lavoro per fare sì che il progetto venga allargato ad ancora più enti di comunità e imprese, in modo tale che si crei un filone turistico anche da queste parti che regali esperienze culturali positive ai turisti e benessere economico e sociale agli abitanti di Secondigliano».

Oggi sono veramente in pochi a conoscere l'antica storia di Secondigliano. Le prime testimonianze scritte che testimoniano l'esistenza di un borgo rurale a nord della città di Napoli risalgono alla fine del periodo ducale ma è solo a metà del 1500, con l'apertura della strada di Capodichino, che Secondigliano comincerà ad assumere in parte le forme attuali. All'epoca, infatti, il borgo di Secondillyanum, pur essendo storicamente presente nelle carte geografiche dei tempi, era separato dalla città di Napoli da una fitta foresta che sarebbe stata poi progressivamente eliminata per consentire la costruzione dei nuovi insediamenti urbani “extra moenia”. Nel 1600 progressivamente le varie masserie rurali che componevano il casale cominciarono a fondersi tra di loro fino ad assumere le forme attuali. A quel tempo, è bene precisarlo, Secondigliano godeva di ampia autonomia e lo spazio oggi conosciuto dagli abitanti del quartiere come “mmiez 'o Casale” era destinato alle convocazioni di vere e proprie assemblee popolari che avevano il compito di governare il territorio. 

Solo nel 1925, in piena epoca fascista, Secondigliano entrò a far parte - pur preservando la sua autonomia storica - definitivamente del Comune di Napoli, in quella che oggi è la Municipalità 7. Negli anni '80 e '90 del secolo scorso la maxi speculazione edilizia e la presenza di numerosi gruppi criminali legati alla camorra hanno segnato profondamente un territorio che, un tempo, era conosciuto per la sua salubrità e per le importanti produzioni agricole che lo caratterizzavano. E il progetto lanciato dai ragazzi del quartiere ha lo scopo proprio di far conoscere la storia di un luogo che sta lottando con tutte le sue forze per strapparsi di dosso le "stimmate" di gomorresca memoria.

«Nata per far conoscere ai bambini e ai ragazzi delle parrocchie i luoghi e i personaggi che hanno fatto la storia - ha raccontato Raffaele Siciliano, presidente dell'associazione CosDam - e non solo quella di un recente passato fatta di camorra e delinquenza, l’esperienza “Visit Secondigliano” prende vita dagli intenti di giovani con una grande voglia di far conoscere, valorizzare e tutelare i beni artistici e la cultura di questi luoghi. Luoghi - continua Siciliano - che hanno un passato glorioso e che meritano di veder riscoperta l'identità e preservata la memoria. Grazie a questi giovani e alle parrocchie di cui fanno parte è stato possibile mettere in piedi questa ennesima iniziativa volta alla conoscenza di un quartiere ancora definito periferico, sinonimo di abbandono e di degrado ma che già ha intercettato i flussi del turismo napoletano come sappiamo in costante crescita».

 

I giovani di Secondigliano ce la stanno mettendo tutta, spesso sostituendosi alle istituzioni, per cercare di migliorare il territorio in cui vivono e portare quello sviluppo che potrebbe impedire loro di essere costretti ad emigrare in cerca di opportunità migliori. L'idea di intercettare i flussi turistici che negli ultimi anni stanno interessando il capoluogo partenopeo potrebbe essere una idea vincente, ma a questo punto sono proprio le istituzioni a dover fare la loro parte. Secondigliano, come gran parte della periferia di Napoli, è ancora alle prese con enormi problemi legati alle croniche carenze di trasporto pubblico. Mancano i bus, la metropolitana nonostante gli annunci è ancora una utopia e molto spesso arrivare in macchina si trasforma in una vera e propria odissea. Servizi essenziali per lo sviluppo del turismo in un territorio che ha enormi possibilità e che non vuole più vedersi "declassato" a quartiere di serie b. 

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