Incendio a Scampia nella Vela Rossa, l'ipotesi choc: «Era un rogo di rifiuti»

«L'incendio non interferisce con il programma di rigenerazione del lotto M»

L'incendio nella Vela Rossa
L'incendio nella Vela Rossa
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Venerdì 1 Settembre 2023, 08:00 - Ultimo agg. 2 Settembre, 09:00
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Le fiamme, la corsa disperata, l'intervento dei vigili del fuoco e delle ambulanze che, fortunatamente, non sono state utilizzate. Nemmeno un ferito. La notte di fuoco della Vela Rossa ha lasciato spazio a un'alba di interrogativi: come è nato l'incendio? Cosa accadrà al progetto Restart Scampia? Entrambe le domande hanno risposte non ufficiali, la prima perché le indagini per appurare i motivi che hanno dato il via alle fiamme sono ancora all'inizio; la seconda perché il progetto di rigenerazione dell'area delle Vele potrebbe perdere i finanziamenti da un momento all'altro. 

L'allarme è scattato tra le dieci e le undici della sera di mercoledì. Su un ballatoio del nono piano della Vela Rossa s'è sviluppato un incendio imponente che, in breve tempo ha aggredito anche il piano superiore. Vani i primi tentativi di spegnere le fiamme con secchi d'acqua, s'è reso necessario l'intervento dei vigili del fuoco che hanno, innanzitutto, imposto lo sgombero di tutto l'edificio e poi hanno iniziato la battaglia contro le fiamme lottando quasi quattro ore per spegnere anche gli ultimi focolai.

Una volta domato l'incendio, le persone sono rientrate nelle loro abitazioni, comprese le venti famiglie che vivono ai piani dove si erano sviluppate le fiamme, nonostante la diffida a restare fuori casa fino al completamento delle verifiche statiche. I controlli non hanno rivelato problemi di agibilità, così, nel tardo pomeriggio di ieri, le diffide sono state ritirate.

Sarà inibito solo l'accesso ad alcune scale e i percorsi saranno delimitati da strutture di cantiere. 

Solo quando il fuoco è stato definitivamente domato, è stato possibile raggiungere il luogo dal quale sono partite le fiamme. E solo dopo aver osservato la situazione è stato possibile fare le prime supposizioni, in attesa della conclusione dei rilievi ufficiali: appare poco probabile che le fiamme siano partite a causa di un corto circuito. La zona di innesco si trova all'esterno delle abitazioni, in un percorso sul quale, da anni, vengono accumulati materiali di risulta. Insomma, un malfunzionamento collegato all'elettricità non è tra le strade più percorribili.

Scatta, dunque, l'ipotesi del dolo che può manifestarsi in due differenti modalità: accidentale o premeditato. L'unica possibilità di incendio accidentale potrebbe essere collegata alla brace della cicca di una sigaretta gettata dall'alto, però chi s'intende di queste cose spiega che un incendio con questa modalità si sviluppa facilmente nella vegetazione secca, molto più difficilmente all'interno di un edificio, anche se ci sono cumuli di immondizia.

Resta dunque viva l'ultima ipotesi, che poi è quella che viene sostenuta all'interno del piccolo mondo delle Vele fin dalla notte della paura: «Qualcuno ha deliberatamente deciso di dare fuoco a quel cumulo di rifiuti, mobili, schifezze accumulate da anni». Chi sostiene questa ipotesi è certo che, dopo i primi momenti in cui il falò delle schifezze è sembrato gestibile, si sono sollevate folate di vento che hanno immediatamente alimentato le fiamme e le hanno rese talmente alte da trasformarle in un indomabile incendio.

Saranno solo le indagini a stabilire come sono andate le cose, nel frattempo la questione delle Vele torna di attualità, anche perché Palazzo San Giacomo ha diffuso una nota ufficiale sul caso. 

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Il comunicato spiega che, dopo la notte della paura, durante la quale sono state inviate squadre della polizia municipale, della protezione civile e dei servizi sociali. Ieri mattina a palazzo San Giacomo «si è tenuta una riunione coordinata dal capo di gabinetto, Maria Grazia Falciatore, con l'assessore alla legalità, Antonio De Iesu, il presidente dell'ottava municipalità Nicola Nardella, i referenti dei servizi di politiche sociali e urbanistica, nonché alcuni membri del comitato Vele. Sono stati definiti i primi interventi da attuare con urgenza da parte degli uffici competenti, per verificare le condizioni di agibilità dello stabile, tenendo costantemente informato il sindaco Gaetano Manfredi».

il comunicato si chiude con un messaggio preciso: «L'incendio non interferisce con il programma dell'Amministrazione comunale nel processo di rigenerazione del lotto M». 

La chiosa finale del comunicato sembra ridondante, e invece è determinante. Perché sul futuro del progetto di rinascita dell'area delle Vele, pende la spada di Damocle della cancellazione dei finanziamenti.

Il Governo ha chiesto all'Europa di cambiare destinazione a una gigantesca fetta di finanziamenti del Pnrr, anche i soldi per rigenerare Scampia, sembrano destinati al altre esigenze. L'Europa non ha ancora risposto sicché a Napoli si sta procedendo di corsa per aprire i nuovi cantieri. «Entro ottobre si avvierà il processo per l'abbattimento della seconda Vela, la Gialla», ha spiegato in piena estate il sindaco Manfredi. L'idea è quella di far decollare il progetto subito, così i finanziamenti non potranno più essere cancellati: «Sono certo che le cose andranno così - spiega il presidente municipale, Nicola Nardella - ho piena fiducia nell'amministrazione e so per certo che il sindaco non arretrerà di un centimetro su Scampia».

Offre il suo sostegno a nome del comitato Vele, il portavoce Omero Benfenati: «Abbiamo aspettato decenni, non possiamo vedere cancellato questo progetto di rigenerazione, siamo pronti a far sentire la nostra voce anche al Governo, a Roma, per non perdere i finanziamenti e vedere, finalmente, rinascere il nostro territorio». 

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