Aids: due iniezioni ogni due mesi liberano dal virus anche la mente. Ma in Campania la rete di ambulatori ospedalieri è al palo

In Campania ferma la rimborsabilità del prodotto

L'ospedale Cotugno
L'ospedale Cotugno
Martedì 14 Novembre 2023, 17:46 - Ultimo agg. 18:55
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Aids, la pandemia dimenticata: arrivano importanti novità sul fronte delle cure. Ci si libera la mente dal virus con due iniezioni ogni due mesi al posto di una o più pillole da assumere ogni giorno. Cambia dunque il regime di somministrazione degli inibitori delle integrasi (l’enzima che trasferisce il virus nella cellula infettandola) e degli inibitori della proteina replicativa dell’Hiv. Con sole sei somministrazioni all’anno si riesce ad aderire meglio alla terapia, ad essere liberi dalla malattia fino a superare il rischio di trasmissione del virus al partner restituendo pertanto le persone sieropositive a una vita normale anche sul piano psicologico e dello stigma sociale, sempre vissuto come un grave peso da un malato cronico nel richiamo quotidiano rappresentato dalle pillole.

In Campania tuttavia è al palo la rete di ambulatori dedicati a queste nuove cure e da allestire nelle unità di malattie infettive: condizione indispensabile quest’ultima, sul piano strutturale, per gestire gli accessi dei pazienti, allargare la platea dei fruitori e garantire la sostenibilità economica per Asl e Ospedali.

La rimborsabilità dei nuovi farmaci, infatti, è fissata da Aifa a carico del Servizio sanitario nazionale solo nell’ambito di reti di ambulatori dedicati che allo stato, la Regione Campania, non ha ancora pianificato. I pochi pazienti che si riesce ad arruolare sono curati con difficoltà attingendo ai fondi residui dei bilanci di Asl e Ospedali. E’ quanto è emerso nel corso di “Longitude” un appuntamento scientifico che ha richiamato a Napoli i maggiori esperti di Malattie infettive in Italia per tracciare le nuove coordinate nel controllo dell’Hiv. 

“Al Cotugno" – spiega Vincenzo Esposito, direttore della UOC di Malattie Infettive e Medicina di Genere del polo infettivologico campano – offriamo un servizio di screening e di follow-up diagnostico terapeutico per l'infezione da HIV. Attualmente sono seguite presso il nostro centro circa 2500 persone tutte in terapia antiretrovirale che blocca la replicazione del virus e conseguenzialmente abbatte il rischio di trasmissione dell'infezione. Le persone con infezione da HIV, che purtroppo aumentano di anno in anno poiché registriamo periodicamente nuove diagnosi sul territorio nazionale e campano, possono beneficiare sia di una terapia orale, quasi sempre una singola compressa al giorno da assumere al proprio domicilio, sia di una nuova formulazione Long-Acting che si somministra per via intramuscolare ogni 2 mesi in ambiente sanitario. Quest'ultima opzione terapeutica, ad oggi offerta al Cotugno già a circa 100 pazienti, oltre ad essere efficace e ben tollerabile, è molto gradita dalle persone con infezione da HIV poiché migliora la percezione del proprio stato di salute, allontana il ricordo quotidiano dell'infezione e della terapia da assumere giornalmente e abbatte la paura dello stigma sociale, che ancora oggi purtroppo si correla a questa infezione”.
“Oggi l’Aids non è più confinato a categorie specifiche – ha aggiunto il Prof. Paolo Maggi, Primario di Malattie Infettive e Tropicali dell’Ospedale di Caserta e docente presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli – e investe tutta la popolazione sessualmente attiva. Le attuali terapie orali sono estremamente efficaci e poco tossiche. Sarebbe necessario, tuttavia, garantire queste cure innovative a tutti. Noi riusciamo ad assicurarle solo a pochissimi pazienti poiché la loro erogazione prevede la transizione in Campania dal sistema di assistenza dei pazienti in regime di Day Hospital a quella in regime ambulatoriale. A parità di efficacia rispetto alle compresse da assumere una volta al giorno, si evita il peso di assumere la terapia ogni giorno. L’aderenza alle cure resta comunque sempre fondamentale, chi non presenta più virus nel sangue non è più infettante, potendo così evitare l’evoluzione della malattia in AIDS, vivere una sessualità normale, e, per le donne, avere normali gravidanze”.

“Le nuove cure cosiddette long-acting – ha quindi concluso la professoressa Cristina Mussini, che dirige la struttura complessa di Malattie infettive al policlinico di Modena – con una puntura per natica ogni due mesi, consentono un perfetto controllo a lungo termine della sieropositività. Protocollo che stiamo attuando in Emilia Romagna con soddisfazione dei malati, una maggiore aderenza alle cure, meno recidive e riprese di malattia e soprattutto neutralizzazione dell’effetto stigmatizzante delle cure a lungo termine cui sono costretti i pazienti”. 
Intanto nel 2021, in Italia, sono state segnalate 1770 nuove diagnosi di infezione da HIV. Dati di incidenza che confermano il trend in diminuzione al quale si assiste ormai dal 2012 ma nel corso dei decenni la ricerca ha sicuramente compiuto grandi passi e sviluppato molteplici strategie terapeutiche che garantiscono una sopravvivenza sovrapponibile alla popolazione non infetta e con una più che discreta qualità di vita. Oggi, grazie ai progressi scientifici, si assiste al passaggio dal trattamento orale dell’infezione da HIV a nuovi approcci terapeutici, come ad esempio i Long-Acting che contribuiranno a un cambio di approccio nella gestione del paziente con HIV. In questo contesto, l’avvento di nuovi trattamenti impone una corretta identificazione dei pazienti arruolabili e la necessità di allestire i modelli organizzativi previsti dalle norme Aifa, formare il personale sanitario ed educare il paziente. 

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