Vesuvio, 100 milioni di euro di danni. Ed è incubo frane dopo gli incendi

Vesuvio, 100 milioni di euro di danni. Ed è incubo frane dopo gli incendi
di Paolo Barbuto
Giovedì 13 Luglio 2017, 23:50 - Ultimo agg. 14 Luglio, 10:10
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Inviato a Ercolano

Occhi fissi sulle previsioni meteo. È in arrivo il vento sulla Campania nelle prossime ore e il coordinamento delle squadre antincendio trema: se soffierà troppo forte, o nella direzione sbagliata, il Vesuvio potrebbe tornare a bruciare con violenza e bisognerebbe ripartire daccapo. Daccapo, non da zero, perché l’incendio non è stato azzerato; c’è ancora e brucia con insistenza, anche se la nuvola immensa di fumo non si vede più a distanza e il lavoro immane degli uomini del soccorso sta ridimensionando ora dopo ora il fronte delle fiamme. Anche ieri il Vesuvio è stato sorvolato dai CanadAir e dagli elicotteri, ma non basta. La Regione ha comunicato che sono in arrivo altri due velivoli antincendio direttamente dalla Francia. Sono atterrati ieri, da stamane dovrebbero entrare in azione.

 

 

Eppure in questo momento, mentre il Vesuvio ancora è in fiamme e la temperatura supera i trenta gradi, la preoccupazione più grande è rivolta all’autunno, alle prime violente piogge: la montagna, senza la rete di protezione delle radici e interamente ricoperta da cenere e resti d’incendio, è improvvisamente diventata fragile e pericolosa, un acquazzone intenso potrebbe trasformare il terreno in fango e poi il fango in frana: in pericolo ci sarebbero tutti i comuni della cinta Vesuviana e anche quelli che si trovano ai piedi del monte Somma che ha subito la stessa sorte di fuoco del Vesuvio.
 

Per scongiurare la terribile ipotesi delle frane bisogna mettersi al lavoro immediatamente, il giorno dopo lo spegnimento dell’ultimo focolaio. Bisogna creare terrazzamenti, piccole dighe in grado di contenere le eventuali colate di fango, percorsi brevi e blindati per evitare che una eventuale frana possa prendere vigore. E poi bisognerà partire subito con la piantumazione di nuovi alberi per consentire alla natura di riconquistare il Vesuvio e ricominciare a proteggerlo. I danni causati dall’incendio, ovviamente, non sono quantificabili, bisogna mettere in fila le risorse per evitare danni idrogeologici, e quelle per la piantumazione che pure sono ingenti: un ettaro di alberi nuovi può costare anche ventimila euro, attualmente sarebbero necessari quattro milioni di euro solo per ricomprare gli alberi andati in fumo.

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