Processo a De Luca, in appello il pm insiste: ci fu peculato

Processo a De Luca, in appello il pm insiste: ci fu peculato
di Angela Trocini
Sabato 9 Gennaio 2016, 08:37
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È iniziato con la relazione introduttiva del giudice Ferrara il processo d’appello a carico del presidente della Regione Campania, Vincenzo de Luca; dell’ingegnere Domenico Barletta e del dirigente comunale Alberto Di Lorenzo, condannati in primo grado per abuso d’ufficio. Relazione che ha descritto lo svolgimento del processo di primo grado davanti ai giudici della seconda sezione penale che si è concluso, il 25 gennaio dello scorso anno, con la condanna ad un anno per tutti e tre gli imputati. Condanna in base alla quale è scattata l’applicazione della legge Severino che prevede per 18 mesi la sospensione dall’incarico di pubblico amministratore di Vincenzo De Luca (ma la sospensione è stata sospesa dal Tribunale di Napoli, a cui il governatore si è rivolto, che ha inviato gli atti alla Corte costituzionale).

Nella relazione il giudice a latere Ferrara ha fatto riferimento anche alle diverse posizioni: l’accusa del pm di peculato; la modifica, da parte del tribunale, dell’ipotesi di reato in una fattispecie dell’abuso d’ufficio (dolo intenzionale) e le argomentazioni degli avvocati della difesa tese ad ottenere l’assoluzione di tutti e tre gli imputati. 

È toccato, poi, al giudice Castelluzzo relazionare sulle istanze di appello: quella del pm Roberto Penna che ha reiterato la richiesta di condanna per peculato e quelle del collegio difensivo per l’assoluzione. In aula c’era un operatore di Radio Radicale per la registrazione audio del processo mentre l’avvocato Paolo Carbone ha chiesto alla Corte che vengano registrati tutti i lavori processuali. 

Nella prossima udienza e in quelle successive la Dike si occuperà di registrare le udienze. Come è noto il processo sul termovalorizzatore (vicenda che ha avuto termine nel 2009 quando fu dichiarata la non agibilità dell’opera dopo che la competenza passò alla Provincia) si riferisce ai tempi in cui De Luca, in qualità di sindaco di Salerno fu nominato commissario di governo per l’emergenza rifiuti a la costruzione del termovalorizzatore. In quella veste l’ex sindaco di Salerno, con poteri di commissario, nominò proiect manager Alberto Di Lorenzo: è su questa nomina che si fonda il processo in quanto, per il pm e per il tribunale, la qualifica non sarebbe prevista dall’ordinamento che disciplina gli enti pubblici. A differenza delle difese per le quali la nomina di Di Lorenzo era di supporto al Rup in un contesto emergenziale (tra i punti dei motivi d’appello dell’avvocato Dambrosio per Barletta) i cui compiti sarebbero stati limitati preliminari e di affidamento del progetto e non per l’esecutività della stessa opera. Eppure per quella nomina, oltre a De Luca e Di Lorenzo, è stato condannato in primo grado anche il responsabile del procedimento, l’ingegnere del Comune di Salerno Domenico Barletta, che sarebbe stato istigato a creare una «figura sovrapponibile alla sua» quella cioè del responsabile del procedimento. 

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