Salerno ricorda Giulia e Thiago: fiori e peluche sulla panchina rossa davanti alla cittadella giudiziaria

Momento di spontanea solidarietà a Salerno per Giulia e Thiago: fiori e peluche sulla panchina rossa della cittadella giudiziaria

Il momento della deposizione dei fiori e del peluche sulla panchina
Il momento della deposizione dei fiori e del peluche sulla panchina
di Angela Trocini
Lunedì 12 Giugno 2023, 06:00
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Un fascio di fiori ed un peluche deposti sulla panchina rossa davanti alla Cittadella giudiziaria per commemorare Giulia Tramontano e il piccolo Thiago. Una manifestazione estemporanea che si è tenuta ieri mattina, nel giorno in cui si sono celebrati i funerali della giovane donna barbaramente uccisa dal compagno, pensata da alcuni dipendenti del personale giudiziario salernitano: uomini e donne, che operano nella giustizia, impegnati quotidianamente nella lotta contro la violenza. L’estemporaneità della manifestazione è stata dettata dalla circostanza che molti hanno voluto partecipare ai funerali che si sono svolti a Sant’Antimo in provincia di Napoli (le esequie sono state celebrate in forma privata, ma tantissimi hanno atteso all’uscita dalla chiesa) e per questo la comunicazione dell’evento ha raggiunto poche persone: nonostante ciò, sentita è stata la partecipazione per un’uccisione che «lascia tutti attoniti e disperati e sebbene mamma e bimbo non si possono riportare in vita, è giusto riflettere e condividere pensieri sulla realtà di questi tragici eventi, diffondendo messaggi di solidarietà e speranza affinché quanto accaduto non si ripeta», ha affermato il funzionario della Corte di appello di Salerno, Marianna De Martino, segretario territoriale Uilpa.

E continua: «Abbiamo tutti il dovere morale di diffondere in concreto un messaggio di amore e fratellanza per fornire il nostro contributo di testimonianza di condanna difronte a tali eventi. Dobbiamo essere parte attiva nell’educazione ai sentimenti e al rispetto della vita e della dignità di ogni essere umano e delle scelte (quelle delle vittime) che vengono erroneamente vissute come un oltraggio al senso del possesso dell’altro».

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