Salerno, violenze piscologiche sul figlio adolescente: il giudice le riconosce e gli toglie l'affido

L'uomo ricattava il minore: se non andava a casa sua gli negava le autorizzazioni per gite scolastiche e anche per la carta d'identità

Un'aula del tribunale
Un'aula del tribunale
di Petronilla Carillo
Lunedì 20 Novembre 2023, 06:25 - Ultimo agg. 21 Novembre, 07:00
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I suoi non erano i classici «no» del genitore che, nelle diverse fasce d’età del figlio, voleva imporre divieti, limiti o regole educative. I suoi «no» erano frutto di una forma subdola di maltrattamento: una sorta di abuso emotivo fatto ad un adolescente semplicemente per «ricattarlo» e indirizzare in maniera disfunzionale il rapporto padre-figlio.

Una sorta di violenza psicologica che è stata riconosciuta dal giudice, come indipendente dalla conflittualità di coppia tra ex coniugi, e che ha comportato per l’uomo la perdita dell’affido congiunto. Insomma, ora sarà la mamma di questo adolescente a poter decidere, in piena autonomia, e nell’ottica di una corretta educazione, cosa il figlio può o non può fare, autorizzando il minore alla partecipazione anche di progetti educativi extracurricolari che gli erano stati finora negati dal padre. 

La storia arriva dalla provincia salernitana - di cui non forniamo indicazioni precise a tutela del ragazzino - ed è quella di un bambino cresciuto tra due città, una del nord e una del sud, a causa di un affido condiviso tra i genitori separati. Una vita a metà, vissuta tra le amicizie di tutti i giorni, le festicciole di bimbo e una regolarità di rapporti sociali. Una regolarità interrotta dalle vacanze e dai week end da trascorrere con il padre a centinaia di chilometri dal suo mondo. Una rigida divisione accettabile in tenera età ma che, con il passare degli anni, inizia a diventare «pesante» per il ragazzino.

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La fidanzatina, le uscite nel week end con gli amici, le partite a calcetto iniziano ad avere un «peso» nella sua vita di adolescente ed una mancanza quando si trova a dover trascorre tanti giorni lontano da casa perché con il padre. È allora che il ragazzo chiede al genitore di alternare le trasferte: una volta sale lui dal padre, un’altra scende il padre per consentirgli di non staccarsi troppo dal suo mondo.

Una proposta che l’uomo decide di non accettare. E non solo. Per il ragazzino inizia l’inferno. Ogni richiesta, anche quelle più banali, come la partecipazione ad una gita scolastica gli viene negata e girata in una subdola forma di ricatto: se non vieni da me, niente firma autorizzativa.

«Se ti vedo, firmo»: è sempre la stessa risposta dell’uomo. Per tutto, anche per il documento d’identità valido ai fini dell’espatrio. Insomma, ogni richiesta del ragazzo viene trasformata in un premio o in una punizione. Fino a rendergli la vita impossibile: niente progetti extracurriculari, niente gite scolastiche, nientra viaggi, nulla di nulla. Una situazione che, secondo il perito del giudice, avrebbe poi creato uno stato di «frustrazione» nel ragazzo. Fino alla decisione della madre di rivolgersi alla magistratura. A seguire il caso è l’avvocato Alba De Felice, presidente onorario dell’Associazione nazionale matrimonialisti di Salerno e presidente distrettuale di Nocera Inferiore.

«Plaudo al provvedimento del Tribunale, perché coraggioso ed altamente innovativo - commenta l’avvocato De Felice - Esso infatti, dando concretamente rilievo all’esigenza, oggi particolarmente avvertita da qualsiasi adolescente, di esplorare nuovi orizzonti culturali attraverso attività extracurriculari e programmi di studio all’estero, tutela appieno il suo fondamentale diritto ad una crescita qualificata, realmente adeguata alle continue sfide che l’era moderna giustamente gli impone. Infatti, l’enorme e frustrante pregiudizio, derivante dall’attivazione di meccanismi improntati sul distacco e la negazione, mirabilmente colti dal Giudice per la Famiglia, rappresenta un chiaro sintomo di irresponsabilità genitoriale, certamente idoneo quindi ad incidere sulle modalità di affidamento del minore. Oggi un genitore responsabile deve essere innanzitutto al passo con i tempi».

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