Giffoni Shock, dal 16 al 20 aprile il progetto che vuole combattere gli stereotipi che affliggono le nuove generazioni

Tra gli ospiti BigMama, Cristiano Godano, Jonathan Bazzi e Stefano Bartezzghi che dialogheranno con i giovani durante gli incontri

Giffoni Shock
Giffoni Shock
Lunedì 15 Aprile 2024, 12:30
12 Minuti di Lettura

«Non è vero che vogliamo essere felici. Non è vero che ci piacciono gli altri. Non è vero che siamo creativi». Tre negazioni, tre provocazioni da cui ripartire per raccontarsi e comprendersi un po’ di più: è questo l’obiettivo di Giffoni Shock, la prima edizione di un evento che non vuole essere un semplice festival, ma l’occasione concreta di liberarsi dagli stereotipi che affliggono i giovani della nuova generazione, via dalle interpretazioni superficiali, per andare dritti al centro delle cose ed esplorare nuovi territori di discussione e visioni più complesse.

Da domani 16 aprile al 20, la Multimedia Valley, a Giffoni Valle Piana, ospiterà cinque giorni intensi e coinvolgenti, dove innovazione, creatività, cambiamento e condivisione saranno le parole chiave. Il progetto è stato realizzato dal team di Giffoni con la direzione artistica di Luca Apolito, il curatore della rassegna è  Gianvincenzo Nastasi, mentre il coordinamento è affidato al direttore generale Jacopo Gubitosi.

Il programma

 A fare da filo conduttore di Giffoni Shock saranno tre frasi provocatorie che raccolgono i temi fondamentali da affrontare nel corso dell'evento. Tutto questo avverrà nella forma di show con dibattiti, laboratori, performance, produzioni artistiche ed eventi dedicati ad alcuni dei temi più urgenti della contemporaneità. 

Mercoledì 17 aprile si metteranno in discussione le più profonde certezze con «non è vero che vogliamo essere felici». Un invito a capovolgere la prospettiva, a cambiare punto di vista e capire, ad esempio, che la tristezza non è un fallimento, ma un’emozione naturale e necessaria. Per cancellare lo stigma intorno all’espressione di infelicità. Per abbattere le semplificazioni che raccontano la felicità come una condizione costante e le pressioni sociali che spingono verso ideali di felicità non sempre reali e spesso irraggiungibili. Per godersi di più il «viaggio» e la propria crescita personale, senza ignorare aspetti preziosi della vita che è costellata da un panorama di caleidoscopiche emozioni, tutte rilevanti e importanti. A parlarne insieme a 250 ragazzi, dai 18 ai 30 anni, sarà Michele Mezzanotte, psicoterapeuta e divulgatore che porta la psicologia sui social, spiegando in modo semplice e diretto concetti e comportamenti spesso complicati da comprendere. Si continua, sempre mercoledì, con Vera Gheno, sociolinguista, divulgatrice e traduttrice dall’ungherese, insegna all’Università di Firenze e si occupa di questioni di genere, diversità, equità e inclusione. Un confronto per comprendere quanto le parole siano importanti e che il modo in cui scegliamo di esprimerci influenza anche le azioni della collettività, generando azioni che determinano conseguenze.

Parte, invece, dall’assunto «non è vero che siamo creativi» la giornata di giovedì 18 aprile. Siamo immersi in un mondo che spesso sembra premiare la conformità piuttosto che l'originalità. Spinti a seguire i trend, a conformarci agli standard per trovare il nostro posto in un panorama che altrimenti sembra metterci da parte. Ma come fare a esprimere la nostra identità e creatività quando sembra a rischio la possibilità di essere accettati? Di questo e molto altro si parlerà con Crisitiano Godano, musicista, cantautore, scrittore e frontman della band Marlene Kuntz. Godano porta con sé un bagaglio di esperienze ed estro. Un'opportunità per aprire la mente, per esplorare nuove prospettive e per trovare ispirazione nel coraggio di essere se stessi. È un invito a rompere gli schemi, ad abbracciare la nostra originalità e a vivere la vita con autenticità e passione. Nella stessa giornata sarà la volta anche di Stefano Bartezzaghi, scrittore, critico letterario, professore all’Università Iulm Milano e giornalista italiano noto per il suo lavoro nell'ambito dei giochi di parole e degli enigmi linguistici. Un'occasione per approfondire la complessità della creatività umana e per esplorare nuove prospettive nel rapporto tra linguaggio, pensiero e identità. Sempre giovedì spazio a Fondazione Deloitte che presenterà il documentario «Un punto preciso», in cui si racconta la scelta di donare, con la collaborazione di Casa degli Artisti e il supporto del Comune di Milano, una scultura alla città di Milano in occasione del centenario della nascita dell’astrofisica Margherita Hack. L’opera, intitolata «Sguardo fisico» e realizzata dall’artista Sissi, è la prima scultura su suolo pubblico dedicata a una scienziata in Italia. Il docufilm propone una riflessione corale sull’eredità intellettuale della Hack. L’obiettivo è insistere sull’importanza di avvicinare le studentesse alla scienza e contrastare il pregiudizio secondo cui non sia una materia per ragazze. Al termine della proiezione, a confrontarsi con i ragazzi sarà Marco Martinelli, divulgatore scientifico e tiktoker, ha lanciato il suo primo format scritto e condotto da lui: «Il Piccolo Chimico» in onda su Rai Gulp e in streaming su Rai Play, inoltre conduce su Rai2 un programma sulla sostenibilità ambientale in onda il sabato mattina «Italian Green». 

«Non è vero che ci piacciono gli altri» è l’affermazione, volutamente irriverente, che guida la giornata di venerdì 19 aprile. Più che una negazione questa frase nasconde una verità più profonda: l'identità umana è composta di frammenti in continua evoluzione, non è un blocco monolitico e la nostra unicità risiede proprio nelle nostre differenze. Siamo influenzati dalle persone che incontriamo, dagli ambienti che frequentiamo, dalle culture che ci circondano. In questo contesto, l’asserzione «non è vero che ci piacciono gli altri» assume una nuova prospettiva. È un invito a guardare oltre le superficiali distinzioni e a riconoscere la complessità delle relazioni umane. Ci piacciono gli altri non perché sono simili a noi, ma proprio perché sono diversi e ci offrono una prospettiva differente, una nuova luce con cui guardare il mondo. E a parlarne con il pubblico saràMarianna Mammone, in arte BigMama, rapper talentuosa, da subito si afferma per i suoi testi schietti che sensibilizzano e colpiscono l’ascoltatore con flow e giochi di parole estremi, che vanno sempre dritti al punto.

Canta di discriminazioni e omofobia, sempre in maniera personale, tracciando un percorso nuovo dove spicca il coraggio di mettersi a nudo, senza vittimismi, ma con forte personalità, mostrando con audacia quelle cicatrici che l’hanno ispirata e che racconta nelle sue canzoni. Dopo aver infiammato il palco di Sanremo lo scorso febbraio, BigMama viene invitata a tenere un discorso al Palazzo di Vetro dell’ONU a New York, davanti a una platea di 2000 ragazzi, portando un intenso momento di riflessione.

 E ancora nella stessa giornata toccherà a Jonathan Bazzi, stella della narrativa, appassionato di tradizione letteraria femminile e questioni di genere. Dopo gli studi artistici e la laurea in Filosofia, ha esordito nel 2019 con «Febbre» Fandango, finalista nel 2020 al Premio Strega e vincitore di numerosi premi, tra cui il Bagutta Opera Prima, e Libro dell’Anno di Fahrenheit-Radio 3. Nel 2022 è uscito il suo secondo romanzo, «Corpi minori» ,Mondadori. Bazzi è da sempre impegnato nelle tematiche di genere e nella lotta contro le discriminazioni.

Chiude Marilena Umuhoza Delli, fotografa, autrice, regista e attivista per i diritti umani, conosciuta per il suo impegno nel promuovere la consapevolezza sulla questione dei rifugiati e sulla necessità di «accoglienza e integrazione». I suoi lavori sono stati pubblicati in tutto il mondo da BBC, CNN, Al Jazeera, The Guardian, VICE, Corriere della Sera, Le Monde, Rolling Stone, Smithsonian e il New York Times. Ha scritto quattro libri sulla sua esperienza di donna afrodiscendente in Italia, conduce un programma radiofonico nazionale su Radio Radicale e scrive per Vanity Fair. Ha co-fondato la prima Accademia di Antirazzismo in Italia black owned e presenta regolarmente workshop in tutta Italia, Brasile, Stati Uniti e Regno Unito. Nel 2020 è stata nominata tra le 50 donne dell’anno da D-Repubblica e nel 2023 è stata nominata Community Leader of Change ai Black Carpet Awards organizzati da Vogue e AFW. La sua voce sarà un'aggiunta preziosa al dibattito sulla diversità e sull'importanza di accogliere e valorizzare le differenze culturali e individuali.

Il collettivo

Durante Giffoni Shock, una sezione del progetto sarà dedicata a un laboratorio residenziale che vedrà la formazione di un collettivo di dodici giovani artisti, chiamati a vivere un’esperienza di produzione collaborativa inedita. Pittori e illustratori, fotografi, attori, musicisti e compositori, scrittori, poeti, artisti digitali, videomaker, performance-artist troveranno uno spazio dove esplorare nuove forme di ispirazione e partecipare ad un dialogo interdisciplinare.  Esperienze creative diverse si incontreranno, immagineranno insieme percorsi, trovando nella libertà di sperimentare una possibilità di varcare i confini tra le discipline e di aprire spazi alla nascita di nuove idee. Ogni artista sarà incoraggiato a tracciare un percorso personale, ma sarà anche integrato in un processo collettivo, tra i selezionati: gli illustratori Giusy LambiasiChiara Ferrante, Leonardo Forte, Diana De Stefano ed Elisa Patafio, la videomaker e sceneggiatrice Giulia Minella, la scrittrice Venera Dora Leone, il cantautore Simone Castelluccio, la performer e attrice Marica Mastromarino, l’animatrice 2D Bianca Costanzo, i fotografi Matteo Gioia ed Emma Graziani.

I film

In programma una selezione di opere inedite che rappresentano le nuove forme e frontiere dell'espressione artistica contemporanea, provenienti da Italia, Stati Uniti, Repubblica Ceca, Regno Unito, Iran, Taiwan, Ucraina, Francia, India, Spagna, Brasile e Algeria. Si parte dall’italiano «A beautiful day» diretto da Sarah Marinoni de Athayde, Alessia Lionetti, Angela Li e Chiara Mallus, in cui conosciamo Camilla intenta a scrivere nel suo diario le esperienze della giornata, mentre le ombre prendono vita sul pavimento. Veniamo trasformati in un mondo sottomarino, in cui un uomo aragosta incontra creature straordinarie in «Lobster man» (Italia), diretto da Matteo Dang Minh. È, invece, un cortometraggio sperimentale, basato su filmati d'archivio che dialoga tra documentari naturalistici e immagini in bianco e nero, Re.azioni(Italia) di Dominic Sambucco. «Tale of a violet sky»  (Italia) di Nicolò Roberto Roccatello, ci mostra una danza seducente tra due giovani non vedenti, trasformando la paura del rifiuto in una straordinaria metafora. In Tsunami (Italia), diretto da Arianna Taretto, una ragazza stanca della sua quotidianità decide di porre fine alla sua vita, ma il mondo intorno a lei prende una svolta inaspettata. Storia diversa per l’ultimo corto italiano in gara: in «Le Voleur volé» di Lorenzo Viale, un ladro stupido ma subdolo passa il suo tempo a rubare i ritratti di famiglie ricche e a venderli al miglior offerente. Ma un investigatore saprà come intrappolarlo e dargli una lezione. E ancora scopriamo il  viaggio interiore di una ragazza alla ricerca di sé stessa in «The (w)hole» di Jiansu Wang (Stati Uniti).

Un'anima misteriosa permetterà alla protagonista di riflettere sulle vite vissute in «Abandoned soul», (Repubblica Ceca) di Richard Kozák. Un toro solitario e un uomo affrontano la mortalità in un atto di coraggio in «Asterion», sempre della Repubblica Ceca, di Francesco Montagner. Intrappolata nei pensieri vorticosi di un turno di notte, una donna che lavora in un ristorante riceve una telefonata criptica che la guiderà verso un luogo nel quale trovare rifugio al rumore: è «Between notes» (Regno Unito) di Mathias Obrzut e Sofía Abdellatifi Garcia. Un anziano osserva il mare, attratto da un evento misterioso, in «Dear animal»  (Iran) di Younes Kafashian. Una barista, ormai diventata l'ombra di sé stessa, serve silenziosamente coloro che hanno raggiunto la fine del loro viaggio: siamo in «Floating in the long night» (Taiwan) di Yu Jou Liu. Il tentativo di un uomo di assemblarsi mettendo insieme i suoi organi lo rende un semplice pezzo di carne. Solo ricordando la propria vita potrà diventare un essere umano: è la trama di «Homo» (Ucraina) di Bekhter Liubov. «Lyubima» (Bulgaria) di Maya Ivanova Vitkova-Kosevù, racconta la storia di un'artista lasciata dal suo compagno. La donna cerca di superare il dolore chiedendo aiuto a un elefante in un sogno. Ci trasporta in un mondo onirico e musicale, attraverso un cartone animato realizzato con immagini a inchiostro nero, «Psygmes» (Francia) di Sam Quentin. Ci troviamo in un pianeta dove nessuno ha il diritto di coltivare piante, portando molte persone a non conoscere nemmeno il concetto di albero, in «The spryayer» (Iran) di Farnoosh Abedi. È composta da animazioni 2D «The doesn't fit» (India) di Ackshaj Anand che esplora situazioni scomode, raccontandole con satira e ironia. Si riflette sulla memoria e sul mondo digitale, attraverso i file generati quotidianamente sui telefoni cellulari, in «What remains» (Spagna) di Alejandro Rodríguez. Ci conduce nella profonda oscurità della notte, dove un essere solitario protegge il suo cuore dalla corruzione, «Whispers of the heart» (Algeria) di Mourad Hamla. Un individuo mascherato entra in conflitto con la sua percezione della vita e riflette sulle sue ambizioni in un mondo dominato dallo status quo: è «The yellow subconscious of sir Ben»(Brasile) di Caio Torretta. Conclude «Whitch nation»(Stati Uniti) di Sam Lavy, che mostra una lotta tra magie buone e malvagie. Il film è stato creato interamente utilizzando la tecnologia dell'intelligenza artificiale, senza l'utilizzo di attori umani o riprese dal vivo.

Video

Youth Panel 

Inoltre, nel corso dell’evento è prevista la partecipazione dello Youth Panel, composto da circa quaranta ragazzi di età compresa tra i 14 ed i 18 anni che Giffoni segue e coordina da anni, gruppo di consultazione giovanile del Safer Internet Centre «Generazioni Connesse» promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, che sta affrontando le tematiche relative al benessere digitale attraverso specifiche attività di formazione e di approfondimento. Lo Youth Panel svolgerà attività laboratoriali e momenti di confronto dedicati proprio ai temi dell’uso consapevole della rete. L’iniziativa è una delle articolazioni del progetto Safer Internet Centre “Generazioni Connesse” coordinato dal MIM con il partenariato di alcune delle principali realtà italiane che si occupano di sicurezza in Rete: Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Polizia di Stato, gli Atenei di Firenze e «La Sapienza» di Roma, Giffoni, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, la cooperativa EDI onlus e Skuola.net. Da quest’anno l’Autorità Garante Privacy, il Ministero per la Famiglia, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale entreranno a far parte del partenariato del progetto offrendo la possibilità di creare nuove sinergie ed opportunità educative. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA