Solidarietà e integrazione nel nuovo romanzo di Tecce

Con la prefazione di Pietro Bartolo e la postfazione di Hilarry Sedu, presentato al Parlamento Europeo di Bruxelles.

Lo scrittore Giuseppe Tecce
Lo scrittore Giuseppe Tecce
di Stefania Marotti
Martedì 26 Marzo 2024, 00:00
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Solidarietà ed integrazione nel nuovo romanzo di Giuseppe Tecce Tramonti occidentali. Da una storia di Maurizio Del Greco (Graus, 128 pag., 15 euro) con la prefazione di Pietro Bartolo e la postfazione di Hilarry Sedu, presentato al Parlamento Europeo di Bruxelles. Lo scrittore irpino affronta il delicato argomento dell’immigrazione e della ricerca di una nuova esistenza per coloro che, affrontando il rischio delle traversate nel Mediterraneo, fuggono da guerre, carestie e malattie.

Il racconto si impernia sulla storia della piccola Fatima, una bimba approdata a Lampedusa, che suscita emozione e tenerezza.

Sono tanti i bambini, infatti, che muoiono nel tentare di raggiungere le coste italiane su imbarcazioni di fortuna, guidate da scafisti senza scrupoli, mentre altri si ritrovano nel nostro Paese orfani, per aver perduto i genitori durante il viaggio. Tecce attrae il lettore con una narrazione intensa, che pone al centro della storia l’umanità e la solidarietà verso chi è più fragile, avendo lasciato una terra bagnata dal sangue.

Lo scrittore irpino rivela il suo talento e la sua sensibilità, dimostrando un’attenta scelta delle parole, che parlano al cuore del lettore, attraverso le vicende di Fatima. Ma anche la comunità di Lampedusa è protagonista del racconto, luogo di accoglienza e di inclusione per i disperati che rischiano la vita affrontando la mutevolezza delle acque del Mediterraneo. Gli stessi rappresentanti delle forze dell’ordine, come Peppe Moccia, diventano il simbolo di un’umanità pulsante, rivolta non solo al rispetto della legge, ma anche al rispetto della dignità, della sofferenza di uomini e donne che, con dolore, hanno lasciato la loro terra, affrontando le incognite di un viaggio fortunoso e di un incerto destino che li attende nel paese di approdo. Un argomento attuale, dunque, ma affrontato in chiave poetica, per pensare a tanti bambini che un’infanzia, un gioco non l’hanno avuto, travolti dalla fame e dalla povertà. Gli occhi di Fatima, velati dal ricordo di una vita difficile, sono gli occhi di tanti piccoli africani, a cui il fato non ha consentito di sorridere, di vivere serenamente la loro età.

Il lettore si ritrova immerso in una narrazione avvincente, in cui i protagonisti lottano per costruire dei legami solidi di amicizia, grazie a personaggi ricchi di qualità interiori, che eludono ogni pregiudizio, riconoscendo nel dolore dell’altro una parte di sé. Un libro per riflettere sui flussi migratori, sull’importanza di dialogare con persone dalla cultura diversa, dai costumi, dal folklore molto distanti dagli standard occidentali.

Leggendo le pagine di Tramonti occidentali si riscopre il fascino della bellezza della natura, con i suoi colori che, in Italia come in Africa, irradiano energia e vitalità. Fatima, con il suo dolore, la sua voglia di vivere, la sua condizione di orfana, è l’emblema di tanti piccoli provati troppo presto dalle difficoltà della vita. Con abilità di scrittura, Tecce invita il lettore a uno sguardo nuovo sugli immigrati, persone che desiderano dimenticare un passato pesante, fatto di esperienza e di ricordi terribili. Dopo L’agente della terra di mezzo, dedicato all’Irpinia, e Ljuba senza scarpe, lo scrittore dona al suo pubblico un’altra storia speciale, in cui i personaggi riscoprono la forza dell’amore, vincendo la diffidenza. Così, Tramonti occidentali induce alla scoperta di un mondo nuovo, l’Africa, con i suoi profumi e le sue tradizioni secolari. Una lettura appassionante, che si snoda sul filo dei sentimenti.

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