Stash al Giffoni film festival: «Il successo di un tormentone? Si vede dal numero di parodie»

«Qualsiasi artista pop vorrebbe andare a Sanremo, chi afferma il contrario o non capisce niente o sta mentendo»

Stash e The Kolors al Giffoni film festival
Stash e The Kolors al Giffoni film festival
di Alessandra Farro
Domenica 30 Luglio 2023, 12:00
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«Questa non è Ibiza», cantano i The Kolors in «Italodisco», a quasi metà estate tormentone di stagione, da tre settimane in vetta alla classifica dei singoli più venduti, disco di Platino, con oltre 11 milioni di visualizzazioni su YouTube e più di 32 milioni di streaming, top-ten in Germania, Polonia e Svizzera, brano più trasmesso dalle radio da un mese e scelto per più di 225mila video su TikTok, dove conquista anche il primo posto della classifica Top 20 Viral Song.

Il trio napoletano ieri ha chiudo il «Giffoni film festival» con un concerto, il più atteso dai baby-giurati in questi dieci giorni di rassegna ideata e diretta da Claudio Gubitosi, che snocciola i numeri della kermesse: «Due 2 miliardi di Ots (opportunity to see) che è una cosa straordinaria, da capogiro. Vuol dire che 2 miliardi di persone hanno attraversato il nome di Giffoni. Ma torniamo con i piedi per terra: parliamo di 370.000 presenze, le più grandi anteprime italiane, 99 film, una maxidicoteca serale all'aperto con i cantanti che i giovani amano, 6500 giurati che ora piangono e si disperano perché è finita. Ma le relazioni che hanno creato rimangono». Ma torniamo a «Italodisco». La canzone, scritta dal frontman Stash insieme a Davide Petrella, altro talento partenopeo dal «golden touch», ha segnato il passaggio della band alla Warner Music Italy e un omaggio alla disco anni '80 e alla cassa dritta, come recita il testo. 

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Stash, un successo previsto?
«Sicuramente non da noi.

Credo sia proprio questo il nostro punto di forza, la genuinità. Non ci aspettavamo tutto questo, ma le persone premiano la sincerità. Hanno capito che non abbiamo studiato l'operazione a tavolino, che quel sound, quelle parole, quell'atmosfera erano quello che avevamo dentro. Questa è davvero la più grande vittoria. È bello vedere che al proprio nome segue la dicitura «numero uno», ma è ancora più gratificante per un artista arrivare nella vita delle persone. Ci sono tanti segnali per cui ci rendiamo conto che la canzone è diventata parte dell'estate italiana, anche dalle molte parodie che circolano in rete. Ci è capitato poco in passato, forse con “Pensare male” e “Cabriolet panorama”, ma questa mai come questa volta siamo entrati sul serio nel quotidiano delle persone».

Un brano che segna una linea di confine tra l'album del 2017, «You», e il prossimo?
«Italodisco è una pietra miliare per noi. Un check point importante, se non un vero e proprio punto di ripartenza del nostro percorso. Non ci aspettavamo che accadesse così velocemente, non soltanto le persone ma anche gli addetti ai lavori hanno percepito la svolta musicale che stiamo compiendo, cominciata con la nuova casa discografica, ma segnata principalmente dal nostro personale approccio alla musica».

Era da un po' che lei più che come frontman dei The Kolors faceva parlare di sé per la partecipazione ad «Amici».
«Siamo stati fermi per 4 anni musicalmente e intanto io mi sono dedicato alla televisione come coach e giudice nel programma di Maria De Filippi, quindi è normale che la mia faccia e il mio nome siano ricordati per questo, la mia carriera televisiva è parallela a quella musicale, e adesso è tornato il tempo di suonare. Con la band ci siamo chiusi in studio per tanto tempo per lavorare a questo e ad altri singoli che usciranno nell'arco dell'anno».

Avete in mente anche un ritorno a Sanremo dopo la partecipazione con «Frida (mai, mai, mai)» nel 2018?
«Vedremo. Si tratta del palco più importante per la musica in Italia e qualsiasi artista pop vorrebbe andarci, chi afferma il contrario o non capisce niente o sta mentendo».

Intanto l'estate del tormenone «Italodisco» è un'estate in tour.
«Abbiamo aggiunto tantissime date a quelle già fissate nei mesi scorsi. Non ci aspettavamo, ripeto, questo successo per cui non eravamo preparati a ricevere così tante richieste sui palchi estivi. Faremo un po' di chilometri in più e ci trascineremo con qualche ora di sonno in meno, ma non potremmo essere più felici, abbiamo raggiunto un grande obiettivo».

Intanto, «Il più bel secolo della mia vita» con Sergio Castellitto diretto da Alessandro Bardan ha vinto nella sezione +18. Premio anche a «A cat's life» (+6) di Guillaume Maidatchevsky, «Lioness» di Raymond Grimbergen (+6), «The Fantastic Three» di Michaël Dichter (+10), «Normal» di Olivier Babinet (+16). 

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