Il gaming online è anche un'opportunità per socializzare

Samsung ha svelato i risultati del proprio Gaming Relationship Report 2023

Samsung ha svelato i risultati del proprio Gaming Relationship Report 2023
Samsung ha svelato i risultati del proprio Gaming Relationship Report 2023
di Guglielmo Sbano
Lunedì 18 Settembre 2023, 12:54
5 Minuti di Lettura

Samsung ha svelato i risultati del proprio Gaming Relationship Report 2023, uno studio online che rivela l'impatto prodotto dal gaming sull'interazione sociale e sullo sviluppo personale, nonché l'evoluzione dell'utilizzo dei dispositivi di gioco. L’analisi, condotta in cinque paesi europei, mette in luce il potere di trasformazione del gaming nel fare amicizia, aumentando la fiducia e le abilità sociali degli individui.

"In Europa il gaming è un'attività in continua espansione che promuove contatti umani, traguardi e crescita personale per milioni di giocatori. Noi di Samsung assicuriamo lo sviluppo delle competenze dei gamer offrendo le migliori risorse per il gaming", ha dichiarato Emanuele De Longhi, di Samsung Italia.  

Il rapporto sottolinea il ruolo significativo svolto dal gaming nella promozione dei contatti sociali tra i gamer europei di età compresa tra i 18 e i 44 anni, un terzo dei quali sviluppa nuove relazioni (amici o partner) tramite questa attività.

Tuttavia, la misura in cui interagiscono online varia a seconda dei paesi. In Francia, solo un terzo dei giocatori interagisce online, un dato che suggerisce un più moderato approccio al gaming inteso come piattaforma sociale. Per contro, Germania, Regno Unito, Spagna e Italia mostrano livelli superiori di interazione online tra i giocatori, con percentuali rispettivamente pari al 41%, 42%, 46% e 49%. Queste cifre indicano come il gaming sia sempre più considerato uno strumento prezioso per connettersi con altri giocatori e costruire relazioni in tutta Europa, andando oltre i confini geografici e le differenze culturali. I gamer che stringono il maggior numero di amicizie tramite i videogiochi sono gli italiani (30%) e gli spagnoli (26%).

Nel Regno Unito oltre un quarto dei gamer ha stretto amicizie online, probabilmente favoriti dal fatto che l'inglese rimane la lingua universale dei giochi online. Contrariamente agli stereotipi, molti gamer trascorrono una quantità di tempo pari o anche superiore utilizzando il gaming per socializzare anziché per giocare, come fa quasi un terzo dei gamer in Francia (30%) e nel Regno Unito (35%). 

Il gaming online funge da luogo di incontro per i gamer italiani, dove quasi la metà di essi si relaziona con altri giocatori (49%). La fascia di età tra i 18 e i 44 anni è quella che ne beneficia maggiormente, considerato che il 58% di loro interagisce con altri giocatori e che tale percentuale arriva al 73% nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni. I gamer esperti (65%), in particolare, coltivano attivamente le interazioni connesse al gaming.

Le amicizie nascono in contesti virtuali e quasi un terzo dei gamer crea legami autentici incontrandosi e giocando online (30%). Il 56% dei giocatori tra i 18 e 24 anni e il 42% tra i 25 e i 34 anni ha creato in rete attraverso il gaming delle amicizie che vanno oltre lo schermo e la sessione di gioco. Alla luce di quanto emerso, esiste ancora margine di sviluppo per la community del gaming online in Europa e Samsung sta creando una nuova piattaforma per riunire i gamer, affinché possano dedicarsi ai loro giochi preferiti e costruire nuove community, consentendo tanto agli esperti quanto a quelli alle prime armi di migliorare le loro capacità e diventare giocatori sempre più abili. 

Gaming: una piattaforma sociale per lo sviluppo delle competenze e lo spirito della community

Sempre più il gaming impatta significativamente su orgoglio e soddisfazione personale, tanto che nei paesi europei un gamer su cinque va più fiero dei successi ottenuti nel gaming rispetto ai risultati scolastici o professionali. Per i giocatori italiani il gaming è innanzitutto una piattaforma di socializzazione che contribuisce sensibilmente allo sviluppo dello spirito della community: infatti il 29% dei gamer si sente connesso con gli altri, percentuale che arriva al 79% tra i giocatori che instaurano nuove relazioni e interagiscono ogni settimana.Sebbene il gaming sia principalmente un'attività ricreativa, un terzo dei giocatori riceverebbe volentieri una formazione specifica o consigli su come migliorare le proprie prestazioni e, se si considera la sua democratizzazione, sono circa 3 milioni gli italiani che vorrebbero migliorare le proprie abilità di gioco. I giocatori più giovani (il 53% della fascia 18-24 anni) e i gamer esperti (45%) sono quelli più interessati a tale possibilità. Il rapporto evidenzia, inoltre, che il gaming aiuta a sviluppare l'autostima e le abilità sociali, vantaggi di cui beneficia un terzo dei gamer italiani e metà (51%) di quelli di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Questo significa che i gamer italiani non intendono i videogiochi semplicemente come un’attività solitaria, ma li utilizzano come mezzo per socializzare e sviluppare le proprie competenze, senza necessariamente giocare in solitudine.  

In Europa è esplosa la passione per il gaming

Il gaming è diventato un imponente fenomeno di intrattenimento in tutta Europa, dove la Spagna guida la classifica con l'89% della popolazione che si dedica a questa attività ludica, seguita dalla Francia con un 78%. Almeno 6 cittadini europei su 10 sono assidui giocatori, e Spagna, Regno Unito e Italia dominano il panorama del gaming vantando una percentuale notevole (56%) di giocatori che vi si dedicano almeno una volta alla settimana. Il gaming attrae un numero di partecipanti italiani sempre crescente, dove un'elevatissima percentuale della popolazione, pari all'83%, si intrattiene con nuovi contenuti di gioco e il 71% continua a giocare attivamente. La democratizzazione del gaming si sta diffondendo all'interno della società, ma alcuni gruppi mostrano un coinvolgimento più intenso. Uno sbalorditivo 93% delle persone tra i 18 e i 44 anni ha sperimentato il gaming almeno una volta nella vita e l'83% di esse continua ancora a giocare assiduamente. 

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