Avellino: truffa bonus facciate, scatta l'indagine bis

Coinvolte le quattro aziende di Giuseppe Speranza

Inchiesta ad Avellino sulla truffa del bonus facciate
Inchiesta ad Avellino sulla truffa del bonus facciate
di Alessandra Montalbetti
Giovedì 13 Aprile 2023, 09:19
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Inchiesta bis sui bonus facciate. Al centro delle indagini svolte dalla procura di Avellino e dalla guardia di finanza di via Pontieri, ancora una volta le quattro aziende di Giuseppe Speranza (indagato con le ipotesi di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata anche nella maxi inchiesta che conta 21 indagati e sfociata il 22 marzo scorso con i decreti di perquisizione e sequestro). L'ipotesi di reato provvisoriamente contestata al titolare delle quattro società Da.Ma Multiservice srl, D.A. Multiservice srl, D.G. Multiservice srl e D.G.A Multiservice srl, anche nell'inchiesta bis è di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Sedici contestazioni mosse nei suoi confronti dal sostituto procuratore Luigi Iglio, che vanno ad aggiungersi a quelle contestate nel procedimento coordinato dal sostituto procuratore Vincenzo Russo (il maxisequestro di 1,7 miliardi di euro eseguito il 22 marzo scorso).


A dare il via all'indagine è stata un'analisi di rischio del Settore Contrasto Illeciti dell'Agenzia delle Entrate di Avellino dove sarebbero state presentate le comunicazioni per la cessione dei crediti inesistenti e sarebbero stati lanciati gli alert per attenzionare diverse società intestate all'indagato Giuseppe Speranza, sottoposto al decreto di perquisizione e sequestro anche dei timbri aziendali.

Ad avviso della pubblica accusa una delle ditte del 33enne (dedita alle confezioni per uomo) nel gennaio del 2023 avrebbe prodotto crediti di imposta per eventuali cessioni a terzi e per compensazioni fiscali per 13 milioni di euro. Gli agenti delle fiamme gialle, al termine delle indagini, hanno appurato che il tutto sia stato creato ad arte, in assenza di contratti con le imprese che si occupavano di installazioni di pannelli fotovoltaici, senza alcuna documentazione che attestasse gli interventi da effettuare e soprattutto in assenza di immobili di proprietà, oggetto degli interventi. Dunque stando all'impianto accusatorio l'indagato avrebbe solo fittiziamente attestato di avere i requisiti per accedere agli incentivi erogati dallo Stato con le misure a favore dell'edilizia.

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Tentativo di truffare lo Stato posto in essere anche con una seconda società dedita all'e-commerce costituita nel dicembre del 2021. Anche in questo caso gli inquirenti hanno riscontrato la totale assenza di contratti firmati con delle imprese edili, nessuna fattura per interventi di miglioramento energetico, ma principalmente stando a quanto accertato dagli organi inquirenti - non esisteva l'immobile al quale apportare le migliorie. In questo ultimo caso i crediti maturati per la cessione o la compensazione ammontavano a circa 15 milioni di euro. Stesso discorso per un'altra ditta, avviata in questo caso solo nel maggio del 2022 ed impegnata nell'acquisto via internet di automezzi e motocicli. Sotto la lente d'ingrandimento delle fiamme gialle, i crediti maturati che ammonterebbero a circa 1.440mila euro. Gli inquirenti sostengono che le misure Ecobonus, Sismabonus, Bonus Facciate e tutte le altre adottate per apportare un miglioramento energetico agli immobili, siano state sfruttate dalle società riconducibili al 33enne avellinese per accumulare milioni di euro nei cassetti fiscali e poi incassarli.
Le indagini sono solo all'inizio e non è escluso che spuntino altre società e persone coinvolte nella truffa smascherata dai militari delle fiamme gialle di Avellino. Intanto i difensori di Giuseppe Speranza, gli avvocati Palmira Nigro e Gerardo Santamaria, hanno chiesto la riunione dei due procedimenti nei quali il loro assistito è coinvolto e la decisione verrà resa nota venerdì prossimo, in sede di riesame.
 

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