Depurazione in alto mare, salta l'affidamento a tempo

Lavoratori e sindacati chiedono chiarezza in vista del confronto del 25 gennaio

La struttura di riferimento in Irpinia
La struttura di riferimento in Irpinia
di Michele De Leo
Venerdì 20 Gennaio 2023, 10:21 - Ultimo agg. 10:23
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Slitta l'intesa per l'affidamento, alla società provinciale IrpiniAmbiente, del ramo d'azienda della depurazione. I sindacati ed i lavoratori hanno espresso tutto il proprio disappunto per l'assenza di un piano industriale per la gestione provvisoria di un comparto delicato e fondamentale. Il soggetto specializzato nelle attività afferenti il ciclo integrato dei rifiuti sarebbe disponibile ad una gestione praticamente limitata all'ordinario facendo ricorso agli ammortizzatori sociali per una buona parte dei dipendenti in attesa della gara che sarà indetta dall'Asi per l'affidamento pluriennale degli impianti di depurazione.


Del resto, nonostante lavori di ammodernamento tecnologico per oltre cinque milioni di euro terminati da pochi mesi, i depuratori non sono nelle condizioni di effettuare lo smaltimento del percolato per conto terzi. Le parti si sono aggiornate al prossimo 25 gennaio, quando sarà in discussione il capitolo degli ammortizzatori sociali. Presumibilmente, i sindacati si troveranno di fronte lo stesso schema respinto nello scorso mese di dicembre: definire un'intesa per il ricorso alla cassa integrazione senza alcun piano per il rilancio del comparto. I vertici di IrpiniAmbiente dovrebbero presentare la stessa ipotesi già prospettata dal presidente dell'Asi Pasquale Pisano: stavolta, però, le organizzazioni di categoria hanno la consapevolezza che un mancato accordo farebbe saltare l'intesa sull'affidamento temporaneo del servizio di depurazione.

Si prospetta una decisione complicata, anche in considerazione della posizione assunta dagli stessi dipendenti dell'Asidep che si dicono fortemente contrari alla possibilità di trascorrere altri dodici mesi di incertezza, senza alcuna garanzia per il futuro. Del resto, IrpiniAmbiente non avrebbe alcuna priorità nella gara europea che l'Asi sarà chiamata ad indire per la gestione dei propri impianti di depurazione.


Quella attuale rischia, dunque, di essere una fase transitoria fine a se stessa, rispetto alla quale nessuno sembra essere nelle condizioni di fornire garanzie ai lavoratori e, soprattutto, l'attività dovrebbe essere espletata con costi minimi, gli stessi finora garantiti dall'Asi all'Asidep che, però, basterebbero appena per il pagamento delle spese. «Siamo delusi - evidenziano i dipendenti del settore attraverso una nota - per l'esito del confronto con l'amministratore di IrpiniAmbiente. L'unica prospettiva è rappresentata dalla richiesta di cassa integrazione, senza alcun piano di rientro o di rilancio delle attività dei depuratori. Dopo undici anni di contratti di solidarietà e sacrifici vani, nutrivamo grandi speranze per l'affidamento della gestione a IrpiniAmbiente che sono rimaste deluse. Le premesse inducono a guardare al futuro ancora con preoccupazione».


Lavoratori e sindacati chiedono, in questa fase, «chiarezza e onestà intellettuale» e la definizione, in vista del confronto in programma il prossimo 25 gennaio, «di una proposta costruttiva e soddisfacente». Il comparto rischia di piombare nuovamente nel caos. Le speranze di rilancio appaiono legate alla realizzazione dei lavori sugli impianti di depurazione, al fine di metterli nelle condizioni di riprendere la lavorazione del percolato in conto terzi. In tal senso, l'Asi ha presentato una richiesta di finanziamento per gli impianti di valle Ufita e del Calaggio attraverso i fondi a disposizione per le aree Zes nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I tempi previsti, però, appaiono lunghi e andrebbero ben oltre i mesi di gestione provvisoria dell'eventuale affidamento a Irpiniambiente.

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