Le opere dei Vallifuoco tra «Fantasia e follia»

Fantafollia: da venerdì al Circolo della stampa la mostra dei due fratelli e figli d’arte centrale per entrambi il mondo delle anime giapponesi e più in generale del fantasy

Un'opera dei fratelli Vallifuoco
Un'opera dei fratelli Vallifuoco
di Massimo Roca
Mercoledì 13 Marzo 2024, 00:00
3 Minuti di Lettura

Fantafollia, una crasi tra fantasia e follia dà il titolo alla mostra di Francesco e Gabriele Vallifuoco, fratelli d’arte e soprattutto figli d’arte di quel Gennaro Vallifuoco ben noto scenografo pittore ed illustratore avellinese.

Si parte venerdì prossimo, 15 marzo, alle 18 con l’inaugurazione presso il Circolo della Stampa dove la mostra resterà esposta fino al 22 marzo. Francesco e Gabriele danno sfogo alla loro libera interpretazione di tutti questi mondi che alla fine si basano su un criterio di fantasia, un punto di partenza che sconfina anche nella follia con immagini tutte di pura reinterpretazione e pura invenzione, anche un po’ folle e bizzarra.

Francesco, classe ’99, presenta schizzi e disegni ispirati al mondo dei manga e al mondo degli anime. Sono reinterpretati da lui con delle raffigurazioni metaforiche del mondo vegetale Queste caratteristiche di partenza vengono reinterpretate in chiave allegorica e simbolica, in quanto supereroi di sua invenzione. Diplomato all'agraria di Avellino sta continuando il suo percorso di studi e resta particolarmente legato al mondo della botanica che lui reinterpreta con i suoi disegni.

Entrambi hanno voluto che il cognome Vallifuoco non fosse ingombrante a primo impatto: E come le pop star attuali anche loro si sono scognomati. Francesco ha scelto Vincent, uno dei protagonisti di Dungeon&Dragons il più grande e famoso gioco di ruolo fantasy al mondo di cui è appassionato dall'adolescenza.

Gabriele Vallifuoco, il più piccolo dei due fratelli (compirà 20 anni il prossimo 28 aprile), ha studiato al liceo artistico, è diplomato in grafica pubblicitaria ed attualmente studia all'Accademia di Belle Arti: è iscritto al primo anno del corso di design della comunicazione. Condivide questa passione con il fratello fin dall’adolescenza. Porterà in mostra schizzi e disegni anche in computer grafica, ispirate al mondo dei manga, agli ambienti ed ai personaggi dei videogiochi: quella che lui chiama cultura pop.

Resta centrale per entrambi il mondo degli anime giapponesi e più in generale il mondo del fantasy attuale. Anche per lui un nickname senza cognome: GodRock che vuol dire letteralmente Dio Roccia. È il nome che Gabriele ha scelto per creare un proprio account in un gioco online. Gabriele ha realizzato dei disegni pubblicati sulla rivista Agorà giovani pubblicata in città e lui si deve l’illustrazione del manifesto dell'evento Libriamo in città di qualche anno fa.

Quasi una piccola fiaba per i due fratelli alla loro prima mostra ed al cospetto di un genitore che di fiabe se ne intende. Lui che ha realizzato pubblicazioni editoriali di prestigio come Fiabe Campane e Lo Cunto de li cunti per la collana I Millenni di Einaudi, illustrate da sue opere pittoriche e grafiche. Spesso al fianco di Roberto De Simone negli allestimenti scenici (tra cui l’opera lirica Il Re Bello in scena al teatro La Pergola di Firenze nel 2004), ha realizzato il sipario dipinto del Teatro Comunale Carlo Gesualdo di Avellino nel 2008.

Docente di scenografia all’Accademia delle Belle Arti, ha lavorato come scenografo all’Auditorium Parco della Musica di Roma, per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dove, dal 2010, ha curato le scene per diverse opere liriche. Inevitabile l’influenza sui due figli che però lui spiega in questo modo: «Non penso che si tratti di un’influenza vera e propria, bensì di una sorta di confidenza rispetto a quei colori, quei pennelli, quelle matite che hanno visto sempre intorno a sé da quando erano piccoli. In tutta onestà non credo che abbia mai condizionato il loro universo espressivo, se così lo possiamo definire».