Mugnano del Cardinale: tentata estorsione, scarcerato Cava

Era finito in carcere dopo la denuncia di un imprenditore

Il carcere di Secondigliano
Il carcere di Secondigliano
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 10 Maggio 2023, 09:39
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Scarcerati Bernardo Cava e Pellegrino Crisci dai giudici della dodicesima sezione del Tribunale del riesame di Napoli. Accolti, dunque, i ricorsi presentati dagli avvocati Alessandro Del Grosso e Gaetano Aufiero. I due accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso hanno lasciato il carcere di Secondigliano, ritornando liberi per questa vicenda. Ma Crisci ritorna agli arresti domiciliari per maltrattamenti e Cava alla misura di prevenzione.
I due si avvalsero anche della facoltà di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari, Leda Rossetti del tribunale partenopeo, nel corso dell'interrogatorio di garanzia. Dalla denuncia presentata dall'imprenditore emersero alcune dichiarazioni: «Adesso ci siamo noi sulla zona, non vi preoccupate per l'escavatore, voi dovete stare tranquillo, la protezione ve la facciamo noi. Non mi fate vedere i carabinieri, io sono Aldo Cava, non ho niente da perdere e non ho paura di nulla, chi tiene da perdere sei solo tu».
Poche parole, poco rassicuranti quelle rivolte da Bernardo Cava, detto Aldo (52enne di Nola, ma residente a Mugnano del Cardinale, cugino del boss Biagio Cava, deceduto nel 2017 e fratello di Antonio Cava, detto N'Do N'Do sottoposto al 41bis) all'imprenditore di Sirignano che dopo aver subito un attentato incendiario venne condotto in un garage, nelle disponibilità di Pellegrino Crisci (40enne di Sirignano). L'imprenditore dopo aver subito l'incendio di un mezzo nel deposito aziendale avvenuto il 30 ottobre del 2020 poco dopo le 21, si rivolse ad un amico per comprendere chi avesse potuto compiere l'azione incendiaria. Dopo qualche giorno l'amico gli fece sapere che Pellegrino Crisci gli voleva parlare e che lo avrebbe incontrato presso la sua abitazione. Incontro al quale l'imprenditore accompagnato dal suo amico si recò, ignaro di ciò che sarebbe accaduto.

Fu in quella sede che Bernardo Cava, gli si parò davanti, preannunciato dall'affermazione di Pellegrino Crisci: «Qui ci sta Don Aldo». A quel punto le richieste intimidatorie proferite da Bernardo Cava. I due, sebbene spaventati, riuscirono ad uscire dal garage dopo alcuni minuti proferendo le parole: «Dateci qualche giorno per pensare». Successivamente l'amico dell'imprenditore riceve una telefonata minacciosa: «Sto cancello occonciamm o no, se no' escono i cani». Impaurito da questa telefonata raccontò tutto all'imprenditore sostenendo che «la prossima non avrebbe risposto a telefono perché voleva uscirsene da questa situazione perché mi sono trovato senza volerlo». Ed ancora a distanza di qualche giorno, il 18 gennaio 2021, Crisci fa arrivare un altro messaggio intimidatorio all'imprenditore tramite il suo amico: «ma quest quando si move». Dopo qualche mese, esattamente il 23 aprile del 2021, l'imprenditore minacciato incontrò il padre di Pellegrino Crisci e gli raccontò delle richieste estorsive avanzate dal figlio e da Bernardo Cava. «Lo sai che tuo figlio mi ha chiesto la tangente»? E il padre di Crisci rispose in quella circostanza: «e tu dagli quello che ti ha chiesto, quello con la testa non sta bene», ma l'imprenditore deciso replicò: «mi devono ammazzare, io non do niente a nessuno».
Le indagini presero il via dopo la denuncia presentata dall'imprenditore il 17 dicembre del 2020. L'uomo raccontò agli inquirenti il tentativo di estorsione subito alcuni mesi prima, dopo l'incendio del mezzo per il movimento terra, affermando di «volersi liberare di un peso».
 

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