Ospedale Moscati di Avellino, blitz dei carabinieri del Nas

Le visite a pagamento superano di gran lunga quelle effettuate pagando soltanto il ticket

Blitz dei carabinieri del Nas al Moscati
Blitz dei carabinieri del Nas al Moscati
di Antonello Plati
Mercoledì 2 Agosto 2023, 11:00
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Il Nucleo antisofisticazioni e sanità (Nas) dei carabinieri in visita all'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. L'altro giorno, gli specialisti dell'Arma (ai quali è affidato il controllo, su tutto il territorio, di tutta la filiera produttiva e distributiva in ambito alimentare, sanitario e non solo) hanno chiesto informazioni alla direzione strategica della struttura di Contrada Amoretta rispetto ai tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie e sull'utilizzo (sproporzionato, secondo quando emerso dal report diffuso da Cittadinanzattiva) dell'intramoenia (attività libero professionale) a discapito del regime pubblico. Acquisita la documentazione, nelle prossime ore l'ispezione potrebbe avere sviluppi.

Come segnalato ieri da Il Mattino, all'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino (al pari di altre aziende campane) le visite a pagamento (effettuate all'interno dell'ospedale dai medici in organico ma al di fuori dell'orario di lavoro) superano di gran lunga quelle effettuate pagando soltanto il ticket (dunque, in regime pubblico). I costi per gli utenti, di conseguenza, lievitano enormemente (per esempio una visita dal nefrologo costa 80 euro, mentre una colonscopia 200 euro), ma si accorciano di molto i tempi di attesa (che per le due prestazioni citate possono superare anche un anno). Cittadinanzattiva ha avviato anche un'istanza di accesso civico presso le Regioni per conoscere i dati relativi alle prestazioni sanitarie erogate in regime pubblico e in intramoenia.

Il quadro della Campania è allarmante: al Moscati di Avellino, solo per fare un esempio, nell'ultimo anno sono state somministrate 7 visite cardiologiche pubbliche e 979 in regime di intramoenia. Situazione simile per i consulti ortopedici e per quelli pneumologici. Resta da chiarire perché agli specialisti è consentito di lavorare più in intramoenia che in regime istituzionale. E non è una questione meramente economica: il cittadino ha diritto di poter scegliere lo specialista pagando, ma è l'Azienda sanitaria o ospedaliera che deve fare in modo che quello stesso specialista non si dedichi più all'attività privata che a quella istituzionale. Secondo la normativa vigente, l'attività libero professionale intramoenia (Alpi) non può superare quella in regime pubblico (per esempio: a 100 visite in Alpi devono corrispondere almeno 100 visite in regime pubblico). 

Il Nursind, per vederci chiaro, ha chiesto un'audizione alla commissione Sanità in consiglio regionale. E sulla vicenda interviene il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Vincenzo Ciampi: «La drammatica situazione del Moscati di Avellino richiede un immediato intervento della giunta regionale», dice l'esponente pentastellato. «Prima gli episodi di sovraffollamento denunciati dai pazienti al pronto soccorso (a questo punto un'evidente conseguenza della chiusura del pronto soccorso di Solofra), quindi la denuncia del sindacato Nursind. Colpisce il dato della cardiologia dove 979 sono state le visite private e 7 quelle in regime di convenzione pubblica (pagando il ticket) al Moscati. Sono numeri che parlano del fallimento della sanità pubblica che diventa sempre più per ricchi, per coloro che hanno i mezzi per permettersi le visite private in ospedale. Ma tra chi si visita privatamente ci sono pazienti che hanno patologie non compatibili con i tempi delle liste di attesa. Controlli e verifiche su questi dati sono indispensabili, mi attiverò in commissione sanità perché venga chiarito se questi dati scandalosi rispondano alla realtà e di chi sia la responsabilità». 

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