Ospedale Moscati di Avellino, pronto soccorso in tilt: «Attese di 12 ore, intervenga il ministro»

Il deputato di Fdi Rotondi scrive al ministro della Salute Schillaci

L'ospedale Moscati di Avellino
L'ospedale Moscati di Avellino
di Antonello Plati
Giovedì 3 Agosto 2023, 10:00
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Il caso del sovraffollamento del pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino arriva in parlamento. Il deputato di Fratelli d'Italia, Gianfranco Rotondi, ha presentato un'interrogazione al ministro della Salute Orazio Schillaci per informarlo «di quanto accade al pronto soccorso di Avellino, ove si registrano file di dodici ore, e non viene assicurato il diritto alla tempestiva assistenza degli utenti». Dunque, Rotondi chiede al ministro «se intenda assumere iniziative conoscitive prodromiche a interventi del governo di fronte alla drammatica situazione della sanità campana».

Ma prima che a Roma, la questione potrebbe essere discussa in prefettura ad Avellino.

Infatti, il Tribunale per i diritti del malato punta il dito sia contro la chiusura della Medicina d'Urgenza (da martedì scorso e fino al 31 agosto) sia contro la gestione del reparto di Emergenza, sollecitando un intervento dalla rappresentante territoriale del governo. 

Angela Marcarelli, coordinatrice dell'assemblea territoriale Cittadinanzattiva e della Rete Tribunale per i diritti del malato con una lettera inviata anche alla direzione strategica dell'Azienda ospedaliera Moscati sottolinea: «Le dimissioni di sei medici del pronto soccorso sono un'ulteriore testimonianza di quanto sia difficile operare nelle attuali condizioni. È sufficiente già solo considerare la capienza e i servizi igienici dell'area di emergenza, rispetto alla quotidiana permanenza dell'eccessivo numero di pazienti che restano in attesa ore e giorni (in caso di ricovero) prima di essere trattati, per comprendere le ragioni per cui buona parte dei medici decide di andare via senza parlare poi delle ripercussioni che il sovraffollamento del pronto soccorso e l'assenza di interventi strutturali e strutturati produce sulla sicurezza sul luogo del lavoro e sulla serenità e il tempo di cura».

Circostanze «documentate da anni, senza soluzione di continuità» e più volte segnalate da Il Mattino. «A nulla sono valsi i tentativi della direzione strategica di contenere il sovraffollamento», prosegue Marcarelli. «Altre iniziative, come quelle proposte negli anni da questo Tribunale non risultano essere state prese proprio in considerazione».

Pertanto «si chiede un intervento al fine di razionalizzare l'erogazione delle prestazioni di emergenza urgenza almeno nell'ambito delle strutture territoriali nel rispetto del livello di complessità delle cure da trattare, al fine di distribuire i ricoveri possibili anche negli ospedali di Ariano Irpino e Sant'Angelo dei Lombardi che rispetto all'Azienda ospedaliera Moscati non sembrano avere la stessa sofferenza di sovraffollamento».

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Se non si riuscirà a garantire l'apertura del reparto di Medicina di Urgenza e «a migliorare le condizione dei luoghi di lavoro e di accoglienza più umana dei pazienti nell'area di emergenza urgenza nemmeno per il mese di agosto 2023 revocando qualsiasi provvedimento che va in senso opposto, il Tribunale per i diritti del malato richiederà l'apertura di una crisi per un intervento di competenza del prefetto di Avellino, Paola Spena, della Conferenza dei Sindaci dell'Asl, del Servizio ispettivo sanitario e socio-sanitario e del direttore generale per la Tutela della salute e il coordinamento sanitario regionale e del Ministero della Sanità». 

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