Appalti della Provincia, la Procura
fa ricorso: «Di Maria agli arresti»

Appalti della Provincia, la Procura fa ricorso: «Di Maria agli arresti»
di Enrico Marra
Venerdì 18 Febbraio 2022, 08:36 - Ultimo agg. 21:37
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Un ricorso in Cassazione, contro la remissione in libertà del presidente della Provincia Antonio Di Maria e di un ingegnere funzionario della Rocca dei Rettori Angelo Carmine Giordano, è stato presentato dal sostituto procuratore Francesco Sansobrino. Il ricorso della Procura sarà discusso in Cassazione il 23 marzo. Lo scorso 10 dicembre il Tribunale del Riesame di Napoli aveva annullato il reato di turbativa per la nomina di un dirigente e così Di Maria era tornato in libertà sebbene con il divieto per dieci mesi dall'esercizio della funzione di presidente della Provincia. Ordinanza annullata e ritorno in libertà per Angelo Carmine Giordano. I difensori di Di Maria, Antonio Leone e Giuseppe Sauchella, si erano rifatti alle dichiarazioni che il loro assistito aveva fatto in sede di interrogatorio davanti al Gip Loredana Camerlengo. Per i legali, Di Maria non aveva svolto nessuna ingerenza nella gara per la ristrutturazione della scuola «Livatino» di Circello. In merito ai lavori per la riduzione del rischio idraulico per i torrenti Ratello e Capuano di Guardia Sanframondi, aveva solo incontrato, su sua sollecitazione, il sindaco dell'epoca Floriano Panza (non indagato) ma non aveva tenuto conto delle sue indicazioni. Inoltre le irregolarità per assegnare l'incarico a Giordano erano frutto delle accuse nei suoi confronti da parte dell'ex segretario generale dell'ente. I legali avevano anche posto in evidenza che essendo Di Maria sospeso dalla carica di presidente della Provincia dal prefetto non c'era la possibilità di reiterare il reato. Dopo il verdetto del Riesame il 15 dicembre Di Maria è stato reintegrato come sindaco di Santa Croce Croce del Sannio ma non come presidente della Provincia e in proposito è in attesa dell'esito di un ricorso presentato al Tar. Giordano aveva poi ripreso la sua attività presso la Provincia.

L'ottava sezione del Riesame aveva affrontato la posizione di altri indagati ai domiciliari: oltre a quelle di Di Maria e Giordano anche quella di Nicola Laudato, 51 anni, di Campolattaro, Raffaele Pezzella, 65 anni, di Casal di Principe (Caserta) confermando i provvedimenti a loro carico.

Nel procedimento penale erano finiti ai domiciliari anche Giuseppe Della Pietra, 62 anni, di Nola, Michelantonio Panarese, sindaco di Buonalbergo e dirigente della Provincia, Antonello Scocca, 57 anni, di Benevento. Un ottavo indagato ai domiciliari, Mario Del Mese, 43 anni, di Salerno, dipendente di una società irpina, invece, aveva ottenuto l'obbligo di firma, dopo che aveva risposto alle domande in sede di interrogatorio da parte del gip Loredana Camerlengo. Nel procedimento penale ci sono poi dieci indagati, destinatari del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione. Lo scorso 24 novembre era stata eseguita un'ordinanza del gip Loredana Camerlengo, che aveva disposto 8 arresti ai domiciliari e dieci misure interdittive. Nel mirino dei carabinieri appalti della Provincia di Benevento, di quella di Caserta e del Comune di Buonalbergo. Le ipotesi di reato a vario titolo vanno dalla corruzione aggravata alla turbata libertà degli incanti, dalla rivelazione di segreti d'ufficio all'emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, dal tentativo di induzione indebita a dare o a promettere altre utilità al tentativo di concussione, dalla turbata libertà del procedimento di scelta del contraente al falso ideologico. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Benevento, e sono andate avanti per due anni utilizzando sofisticate apparecchiature, tra cui il trojan, per intercettare gli indagati.

Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Angelo Leone, Vincenzo Regardi, Fausto Parente, Massimo di Tocco, Mauro Carrozzini, Claudio Sgambato, Nando Letizia e Giovanni Esposito.

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