Dal carcere minorile di Airola al Campania Teatro Festival

Diretti da Adriana Follieri i ragazzi si esibiranno a Napoli il 16 giugno in "Disadirare. Un'altra iliade"

Foto fornita dall'ufficio stampa
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di Roberta Mazzacane
Lunedì 29 Maggio 2023, 20:26
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L'associazione CCO - Crisi Come Opportunità, impegnata dal 2006 in progetti di inclusione sociale attraverso l’utilizzo dell’arte negli Istituti Penali per Minorenni, in occasione del Campania Teatro Festival presenta l'opera inedita "Disadirare: un'altra Iliade" scritta e diretta da Adriana Follieri, con musiche originali scritte dal rapper e formatore Luca Caiazzo, in arte Lucariello. I giovani detenuti - attori indosseranno costumi donati dal Teatro San Carlo di Napoli per l'anteprima che si terrà al Teatro Trianon di Napoli, uno dei palcoscenici del Campania Teatro Festival, nella sezione progetti speciali, il 16 giugno alle 20.00

"DISADIRARE: un'altra Iliade" rappresenta un'esperienza trasversale ed unica, capace di unire arte, creatività e trasformazione che nasce dalla fusione tra un intenso laboratorio teatrale tenutosi all'interno dell'IPM di Airola insieme alle studentesse dell'I.I.S. "A. M. De' Liguori" di Sant' Agata De' Goti, altro comune del beneventano: uno straordinario lavoro di gruppo, basato sull'alleanza tra operatori, educatori, ragazzi e ragazze dentro e fuori il carcere, per mettere in scena uno spettacolo in grado di superare le barriere, facendosi portavoce di un messaggio di speranza e trasformazione.

Un'opera che, ispirandosi all'epica greca dell'Iliade, mescola linguaggi poetici, musica e scenotecnica dinamica, dove i personaggi si muovono in un mondo che cambia forma, trasformando la guerra in un'opportunità per la pace conquistata attraverso la forza delle relazioni umane. 

«Il teatro dell'IPM di Airola nei miei occhi luminosi ambisce a diventare lo spazio materiale e immateriale in cui dar vita alla ricerca artistica condivisa con i giovani attori detenuti – commenta la regista Adriana Follieri - per la nascita di spettacoli che sappiano essere una pratica di libertà, un’esperienza di democrazia autoriale, occasione di ricerca, trasformazione e dunque creazione. Non credo basti recitare, credo sia indispensabile per questi attori leggere e scrivere, decifrare i codici teatrali, metterli insieme in composizioni virtuose, perché avere parole vuol dire avere voce». Questo lo scopo profondo del progetto: dare voce a chi non ne ha attraverso il teatro.

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