Cautano, infermiere morto in ospedale: slitta la decisione su 11 rinvii a giudizio

L'accusa attribuisce agli indagati una serie «di profili di imperizia e di incongrua condotta professionale»

Cautano, infermiere morto in ospedale: slitta la decisione su 11 rinvii a giudizio
Cautano, infermiere morto in ospedale: slitta la decisione su 11 rinvii a giudizio
di Enrico Marra
Sabato 24 Dicembre 2022, 13:00 - Ultimo agg. 26 Dicembre, 12:19
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Per un difetto di notifica ai legali di uno degli imputati, è slittata al 9 giugno del prossimo anno l'udienza preliminare che vede undici richieste di rinvio a giudizio per medici che prestavano servizio all'ospedale Fatebenefratelli. L'imputazione è di concorso in omicidio colposo per la morte di un uomo di 65 anni di Cautano, che tra l'altro svolgeva il compito di infermiere presso la struttura sanitaria prestando servizio presso la divisione di radiologia.

L'uomo era stato sottoposto a più interventi chirurgici culminati con il decesso avvenuto il 16 agosto del 2018. I medici indagati sono Francesco Caccavalle, Francesco Giuseppe Biondo, Fabio Pacifico, Roberto Tomaciello, Lorenzo Fiorito, Raffaele Morelli, Maurizio Russo, Loredana Pisani, Maria Cusano, Emilio Parente, Barbara Di Lorenzo.

L'uomo era stato ricoverato ai primi di luglio del 2018 per un intervento chirurgico per colecisti purulenta. Dopo la denuncia dei familiari era stata disposta l'autopsia eseguita dai medici legali Osvaldo Micera e Massimiliano Dell'Aquila, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica Flavia Felaco.

La vicenda aveva avuto inizio nella prima decade di luglio quando l'infermiere era stato appunto sottoposto a un intervento alla colecisti con la tecnica della laparoscopia. Nei giorni seguenti si erano però manifestate delle complicazioni, in particolare alle vie biliari. Ciò aveva richiesto altri tre interventi che, però, non avevano dato i risultati sperati. Dal momento del primo intervento al decesso l'infermiere era rimasto degente presso l'ospedale, alternando periodi in terapia intensiva e altri in cui era ricoverato presso la divisione di chirurgia. 

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L'accusa attribuisce agli indagati a vario titolo una serie «di profili di imperizia e di incongrua condotta professionale in quanto non del tutto aderente alle indicazioni di buona pratica clinica e alle linee guida, che hanno nell'insieme inciso nel ridurre la probabilità di sopravvivenza del paziente che, se trattato in modo ottimale, avrebbe presentato un rischio di mortalità non superiore al 30 per cento». Oltre ai periti designati dal magistrato della Procura che aveva coordinato le indagini, avevano assistito all'autopsia anche i medici legali nominati dai sanitari raggiunti da avvisi si garanzia. Si tratta dei consulenti Vincenzo Migliorelli, Giovanni Liviero, Noemi Razzano. I familiari dell'infermiere (moglie e figlio) avevano designato Carlo De Rosa. Sono impegnati nella difesa gli avvocati Gerardo Orlando, (che ha eccepito appunto la mancata notifica) Angelo Leone, Adele Granata, Vincenzo Regardi, Marcello D'Auria, Natascia Pastore, Roberto Rapalo, Roberto Pulcino, Agostino Guarente e Danilo Parente. I familiari del deceduto si sono costituiti parte civile assistiti dagli avvocati Vincenzo Torino e Alfonso Costabile. 

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