Una ventina di bare e 80 urne sono finite in un torrente in seguito al cedimento di un'ala del cimitero a Sant'Agata dei Goti, in provincia di Benevento.
«Quell'ala del cimitero franata - commenta il sindaco di Sant'Agata de' Goti, Salvatore Riccio - insisteva su un torrente 'a secco' che con le abbondanti piogge delle ultime ore è tornato a colmarsi di acqua che probabilmente hanno causato il cedimento».
«Chiedo scusa. Questa amministrazione, tutta, chiede scusa alla città. È l'unica cosa da fare in questo momento» prosegue il sindaco Riccio. «Siamo addolorati per questa sciagura - dice il primo cittadino - e vicini ai familiari dei defunti collocati nel blocco crollato.
«Quanto accaduto - aggiunge - è grave ma preghiamo tutti di non cercare colpevoli senza conoscere realmente i fatti. A questo provvederanno, eventualmente, le preposte autorità. Ora non serve a risolvere la situazione. Quella del cimitero centro e dell'ala franata è una condizione problematica che viene dal passato non recente e per la quale l'Ente stava lavorando, al fine di trovare una soluzione definitiva e decorosa. Le piogge incessanti di questi giorni hanno, purtroppo, fatto cedere il terreno sottostante causando il crollo». «Non cerchiamo giustificazioni», prosegue il sindaco. «Rispettiamo il dolore dei familiari, chiediamo umana comprensione e massima collaborazione da parte di tutti».
«È davvero inaccettabile che dei luoghi che dovrebbero essere sacri dove dimorano i nostri cari defunti possano crollare davanti alle intemperie. Dopo il caso inaccettabile dei crolli al cimitero monumentale di Poggioreale a Napoli dovuto a interventi sconsiderati per la realizzazione della metropolitana adesso viene colpito il cimitero di un comune del Beneventano». Così il deputato dell'alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli. «L'incuria e l'abbandono in cui si trovano molti cimiteri sommati alle vicende temporalesche estreme che stiamo vivendo sempre più frequentemente a causa dei cambiamenti climatici dovuti all'inquinamento globale sono oramai una drammatica realtà con la quale dobbiamo confrontarci. Se i morti vengono trattati in questo modo figuriamoci i vivi», conclude.