Treni, martedì nero ritardi anche di 4 ore e corse soppresse

La causa dei disservizi imputata ad un guasto di un treno Tav

Treni, martedì nero ritardi anche di 4 ore e corse soppresse
di Claudio Coluzzi
Mercoledì 22 Novembre 2023, 09:02 - Ultimo agg. 09:12
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Il messaggio sms anticipa l'altoparlante della stazione e il pannello elettronico con le partenze. «Gentile Cliente, la informiamo che, a causa della circolazione fortemente rallentata sulla linea, il tempo di viaggio del Frecciargento 8311 da Lei prenotato è superiore di circa 140 minuti rispetto al programmato».

È l'inizio della fine. D'ora in poi saltano tutti gli orari, i ritardi si intrecciano, alcuni treni vengono cancellati, inizia il valzer dei pullman sostitutivi. Benvenuti nel caos Trenitalia, perdete ogni speranza voi che partite.
Il Sannio, dal punto di vista dei collegamenti ferroviari, in attesa che si completino i lavori dell'Alta Velocità, è precipitato anni indietro. In attesa di un futuro roseo di là da venire (di cui non si conoscono tempi certi) Benevento e Provincia è, di fatto, più distante da Roma e assolutamente tagliata fuori dai collegamenti con Napoli.
Certo, il numero di treni con Roma sono aumentati, sia Alta Velocità sia Intercity, ma i tempi di percorrenza si sono allungati.

E soprattutto i ritardi sono quotidiani e mostruosi.

Ieri, giusto per fare un esempio, è stata un'altra data nera per pendolari e viaggiatori occasionali. Per tutta la giornata l'Alta Velicità, nel tratto Caserta-Benevento-Foggia, ha accumulato dai 180 ai 220 minuti di ritardo. Molti treni regionali sono stati soppressi e quelli che sono partiti hanno impiegato in doppio o il triplo dei tempi di percorrenza. Le cause? Ieri si è parlato di un treno guasto sulla tratta Roma-Napoli e di un problema tecnico a Frasso Telesino. Ma, ogni giorno, ci sono annunci di ritardi con le motivazioni più bizzarre: maggior tempo di preparazione del treno, treni precedenti sulla linea, guasti continui alla linea alta tensione, persone lungo i binari e finanche animali investiti dal treno.

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Tutto "fa brodo" per ritardi inaccettabili o soppressioni di treni. Così, ogni giorno, centinaia di viaggiatori restano in attesa sui binari o bloccati nei convogli. Quando tutto va bene, siccome sono in corso i lavori dell'Alta Velocità, i treni nel tratto Caserta-Benevento-Caserta, si fermano per decine di minuti per far passare altri treni. Come mezzo secolo fa la linea non consente in alcuni tratti ai convogli di incrociarsi.
Per quanto riguarda Napoli la linea ferroviaria è chiusa al traffico per rifacimento e, quindi, per raggiungere il capoluogo regionale da Benevento bisogna prima andare in treno a Caserta e poi puntare su Napoli. Un paio di ore di viaggio se tutto va bene.

Questa situazione si trascina da oltre un anno e, in buona parte è imposta dall'evento eccezionale dei lavori dell'Alta Velocità. Ma se tale cantiere impone sacrifici, tanto che sono previsti ristori per i Comuni, non si capisce perchè i viaggiatori, che sono quelli più penalizzati, continuano a pagare biglietti Trenitalia e Italo per un'Alta Velocità che, quando non si ferma, procede a 60 all'ora.
Di questa odissea quotidiana, ormai, non si preoccupa più nessuno. Non se ne preoccupano i parlamentari, i consiglieri regionali, provinciali o comunali. Non c'è, in poche parole, a differenza di altri parti d'Italia dove la politica fa sentire la propria voce, alcuna pressione nei confronti di chi mortifica quotidianamente il diritto di centinaia di viaggiatori. Così ieri, come tante altre volte, si è consumata un'altra giornata di odissea dei trasporti nell'indifferenza generale.
Ad aggravare la situazione il fatto che le giornate caos con i ritardi «a croce uncinata» sono sempre più frequenti. Il problema non è occassionale, ma strutturale e non si intravedono soluzioni all'orizzonte.

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