Aldo Balestra
Diritto & Rovescio

Napoli, il volto più violento
che cancella tutti i sogni

Giovanbattista Cutolo, musicista 24enne ucciso a Napoli a colpi di pistola
Giovanbattista Cutolo, musicista 24enne ucciso a Napoli a colpi di pistola
Aldo Balestradi Aldo Balestra
Giovedì 31 Agosto 2023, 20:45 - Ultimo agg. 6 Settembre, 19:14
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«Ucciso per scooter parcheggiato male, vittima era un musicista» (Ansa 31.8.2023, ore 11.24)
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Napoli non deve abituarsi all'orrore. Ma il brutale omicidio di Giovanbattista Cutolo, 24 anni, musicista della Scarlatti Young e allievo del Conservatorio San Pietro a Majella, amante della vita e delle note, ucciso all'alba dell'ultimo giorno di un agosto estremo e lordo di sopraffazione, violenza e morte, aggiorna inesorabilmente una statistica che è il volto più truce della città del sole e del mare, della genialità e della cultura, della tradizione e del sorriso.

La città che vorrebbe per sempre voltar pagina rispetto alla violenza, coltelli e pistole disinvoltamente in mano ai suoi figli più piccoli,ma proprio non ci riesce.

Solo nelle ultime settimane: da Francesco Pio, giovane pizzaiolo ucciso agli chalet di Mergellina, finito nel mirino di un pistolero folle, a Giovanbattista, colpevole di aver parcheggiato male lo scooter in piazza Municipio, a poche centinaia di metri dal Comune e dalla Questura. Questo, soltanto questo ha innescato il rimprovero guappesco del suo giovane assassino, un 16enne con precedenti per tentato omicidio, ed ha portato alla degenerazione della lite con tre colpi di pistola esplosi all'indirizzo dell'“avversario”.

Il pianto e l'indignazione, la rabbia e le indagini. Un copione triste, tristissimo, che si ripete nel giorno in cui lo Stato prova a fare i conti con le orribili violenze ai danni delle cuginette di Caivano, al Parco Verde. Ed è costretto ad ammettere un fallimento totale che non ha colore politico. E' fallimento di tutti e non da ora. Punto.

Da Caivano a Napoli, quel che accade è purtroppo il risultato della completa resa educativa in territori che, più di altri, hanno bisogno dell'impegno e dell'efficienza del sistema d'istruzione. E se dai politici agli scrittori («è una guerra da vincere con la cultura», ricorda il napoletano De Giovanni)  si ribadisce questo aspetto sin troppo evidente, che non si “nasconde” certo con qualche agente in più per strada (che pure serve, per carità), si rimane sgomenti e a capo chino rispetto al dolore dei genitori di Giovanbattista. Un dolore immenso, che impatta su due persone profondamente impegnate nel mondo della cultura napoletana: il papà Franco regista teatrale, e la mamma Rosaria Troncone, che partecipa alla politica d'indirizzo del teatro Trianon di Napoli, lo storico palcoscenico nel cuore di Forcella. «Giogiò creava poesia e la poesia poco c'entra con la merda - ha scritto la signora Rosaria sui social - Da oggi odio questa città, questo mondo e questa terra ancora di più e senza possibilità di recupero. Voglio, chiedo e pretendo certezza assoluta della pena».

E' al volto di questa madre, trasfigurato dal dolore per la morte del figlio ventiquattrenne, che soffiava nel suo corno l'aspettativa di una vita del bello e della gentilezza, che bisogna ora rendere conto. Non con le pelose parole di circostanza, balsamo occasionale e via, ma con la consapevolezza che la sicurezza di Napoli e il futuro di Napoli dipendono soprattutto dal rafforzamento e dall'efficienza della missione scolastica, con l'impegno concreto di metter mano, strutturalmente e presto, all'esigenza di formazione.

In piazza Municipio si sono incrociati, per l'ennesimo gioco del destino, i due profili di Napoli: quello truce, violento, senza regole e modelli positivi, di un sedicenne dei Quartieri allevato al culto della sopraffazione come modo di affrontare ogni questione, anche il parcheggio di un motorino, e della pistola come unica possibile estensione del suo agire. E quello delicato di un ragazzo che nell'armonia delle note, e ovunque portava la sua musica, sognava una vita normale, nella sua bellissima città. Il volto nero della morte ha cancellato quello pulito di Giovanbattista, segnando per sempre anche quello del suo giovanissimo assassino. Sporcando irrimediabilmente la bellezza dell'ultima alba napoletana di agosto.
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«Chi sa parlare è capace di far tacere tutti i cannoni del mondo» (Kotzebue, Massim., Helferstein)

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