Blitz contro gli immigrati, assolti tutti i vigili

Blitz contro gli immigrati, assolti tutti i vigili
di Biagio Salvati
Mercoledì 20 Luglio 2016, 08:45
2 Minuti di Lettura
CASERTA - Non ci fu abuso, né sequestro di persona per il blitz dei vigili urbani di Caserta nei confronti di alcuni venditori ambulanti senegalesi fermati nell’aprile del 2006 e portati nei locali della polizia municipale per l’identificazione dove furono trattenuti per un paio d’ore.
Lo ha stabilito il tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente Maria Francica) che ieri ha assolto dall’accusa di abuso d’ufficio, derubricando invece il reato di sequestro di persona in arresto illegale, 12 vigili urbani fra cui l’ex comandante Francesco Delvino. Un reato, quello dell’arresto illegale, che è stato dichiarato prescritto. Oltre al comandante Delvino, sono stati assolti i vigili Claudio Smeragliuolo, Vincenzo Farina, Fabio Remino, Stefano Perillo, Alfonso Silvestri, Stefano Mazzariello, Ferdinando Paduano, Vincenzo Scatozza, Vittorio Cesaro, Antonio Carbone e Francesco Natale. Un blitz scattato, stando ai denuncianti (centro sociale ex Canapificio e associazione Nero e non solo) dopo che un venditore aveva investito un vigile. Il giorno dopo questo incidente, ci fu l’operazione finita al centro del processo. I 22 immigrati furono trattenuti per una notte, per accertamenti, nella caserma dei vigili urbani senza cinture e lacci delle scarpe – come prevede il protocollo - ma durante il processo alcuni testimoni hanno sconfessato maltrattamenti. Durante la ricostruzione testimoniale, si è appreso che nel corso degli interrogatori come persone informate sui fatti, i cittadini extracomunitari non si avvalsero di interpreti in quanto comprendevano bene la lingua italiana (molti vivevano in Italia da 20 anni) diversamente da quanto gli stessi hanno riferito in aula chiedendo l’ausilio di interpreti: circostanza che aveva sollevato alcune schermaglie tra accusa e difesa. Nel corso del processo il tribunale è stato costretto, in un paio di casi, ad aggiornare il dibattimento in quanto quattro senegalesi denuncianti e parti offese non si trovavano più in zona e non risultavano domiciliati agli indirizzi forniti all’epoca dei fatti. Solo otto parti offese su 15, infatti, sono state sentite durante il processo.

Agli immigrati fu anche sequestrata mercanzia e oggetti contraffatti e il clamore dell’operazione fece mobilitare varie associazioni e l’ex vescovo Nogaro che però non ha mai testimoniato in aula. Nel corso delle indagini preliminari la procura, che in aula ha chiesto le condanne a 1 anno ciascuno e 1 anno e 4 mesi per Delvino, aveva chiesto l’archiviazione del procedimento ma l’opposizione delle parti offese fece procedere il processo con la sola eliminazione di altri due reati, peculato e falso ideologico. Impegnati, per la difesa, gli avvocati Rosario Piombino, Felice Medici, Michela Marruccelli, Alessandro Barbieri, Carlo Marino, Gaetano Anastasio, Vincenzo Iorio, Alberto Zaza d’Aulisio e, per la parte civile, l’avvocato Roberto Garofalo. Gli imputati hanno sempre sostenuto che non ci fu arresto ma un prelievo delle persone da identificare dalle loro abitazioni, autorizzato dalla Procura.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA