Camorra, triplice vendetta: ergastolo per Schiavone “Sandokan”

Delitto del 1984: il boss dei Casalesi chiese l'abbreviato per la prima volta

Francesco Schiavone
Francesco Schiavone
Marilu Mustodi Marilù Musto
Giovedì 18 Gennaio 2024, 17:44 - Ultimo agg. 19 Gennaio, 21:39
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Aveva chiesto un processo con rito abbreviato, il primo della sua “carriera” da imputato, sperando in uno sconto di pena. Ma il giudice lo ha condannato ugualmente all’ergastolo per un triplice omicidio. Imputato d’eccellenza è Francesco Schiavone “ Sandokan”, il boss del clan dei Casalesi, condannato ieri dal tribunale di Napoli alla pena più alta, nonostante l’ abbreviato. In realtà, per i reati che prevedono il carcere a vita, da qualche anno - dopo la riforma - non è previsto chiedere l’ abbreviato. Lui avanzò ugualmente l’istanza. Il processo riguardava l’uccisione di tre uomini. Ma chi erano le vittime? Luigi Diana, Nicola Diana e Luigi Cantiello, ammazzati 40 anni fa: nomi rimasti sepolti dall’indifferenza per tanto tempo. Con Francesco Schiavone “ Sandokan” condannato al carcere a vita - difeso dagli avvocati Elisabetta e Mauro Valentino - è stato condannato anche Giuseppe Pagano a 12 anni di reclusione. Il giudice ha, inoltre, assegnato un risarcimento dei danni ai familiari delle vittime: 40mila euro per ciascun figlio, fratello o moglie delle persone uccise durante la faida di camorra fra gli anni ‘80 e ‘90.

Un anno fa, era stato proprio lui - Francesco Schiavone - a optare per il rito short, chiedendo la parola in videocollegamento con l’aula di giustizia di Napoli, per il triplice omicidio commesso a Casal di Principe il tre gennaio del 1983, quarantuno anni fa.

Un fatto di sangue che nemmeno lui, il capo dei capi, stando agli interrogatori, aveva detto di ricordare. 

I tre nomi delle vittime sono emerse dai silenzi solo grazie ai pentiti che per circa trent’anni avevano taciuto. Poi, un collaboratore di giustizia ha svelato il movente - una vendetta - e ha indicato gli assassini. Fra questi, c’era quello di Francesco Schiavone “ Sandokan”. Il coimputato Giuseppe Pagano è stato giudicato (nel suo caso) tenendo conto dello “sconto” perché, intanto, è diventato collaboratore di giustizia. Francesco Schiavone non ha mai pensato a pentimento, anche da anziano resta confinato al 41 bis, anche se il tiro abbreviato gli ha permesso di ottenere il “no” all’isolamento diurno per un anno. 

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