Caserta, rissa nei vicoli «Fermare il degrado»

Notte di violenza in via Ferrante: usate bottiglie come arma, poi la fuga

Movida a via Ferrante
Movida a via Ferrante
di Roberto Della Rocca
Lunedì 25 Marzo 2024, 08:54
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Mancavano pochi minuti alla mezzanotte quando, nello struscio permanente del weekend notturno in via Ferrante, bastano solo uno sguardo o una parola di troppo a far surriscaldare gli animi dei giovanissimi che affollano la strada davanti ai baretti e ai locali della movida. Una rissa, con tanto di urla, spintoni e qualche bottiglia andata in frantumi in strada prima della fuga (subito dopo è arrivata la polizia) e prima che la musica a tutto volume continuasse a coprire lo sciamare dei giovani nei vicoli subito tornato regolare.

È questo l'inizio del racconto dell'ennesimo sabato di violenza e insonne per i residenti delle principali strade del centro storico (via Ferrante, via Maielli, via Mazzini, via Sant'Agostino, via San Sebastiano e via Vico) raccolti, come ormai d'abitudine, dal comitato “Vivibilità Cittadina”. Schiamazzi, urla e, soprattutto, musica a tutto volume, quella delle decine di locali presenti (ciascuno con i propri impianti) che vanno ben oltre quello che è l'orario previsto dai regolamenti comunali e dalle tabelle affisse all'esterno degli stessi locali trasgressori, e che, puntualmente, proseguono oltre l'orario di conclusione delle attività di controllo del territorio organizzate dalla prefettura. Le pattuglie di polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale hanno presidiato il centro della città fino all'una di domenica e, quando sono rientrate, le feste sono continuate.

Una situazione percepita, dai residenti, come un continuo e costante sopruso di cui, a dieci anni dall'inizio della lotta per una città più vivibile, non si vuole neanche più parlare. Delusione per il comportamento, definito miope, delle istituzioni che continuano a ignorare il disagio giovanile che si sfoga nelle notti della mala movida, è quella espressa dalla presidente del Comitato Rosi Di Costanzo in una lettera indirizzata al prefetto Giuseppe Castaldo, al questore Andrea Grassi e al sindaco Carlo Marino.

«Una rissa prima di mezzanotte e poi urla e schiamazzi fino alle 4 di mattina e questo tutte le notti dei weekend da dieci anni. Quello che noi segnaliamo alle autorità e alle istituzioni cittadine - sostiene Di Costanzo - non è soltanto il disagio dei residenti privati del diritto al riposo e a godere delle proprie abitazioni liberamente, ma soprattutto il disagio evidente dei giovani che viene costantemente ignorato.

Noi viviamo sulla nostra pelle, da dieci anni, la violenza espressa da chi frequenta i locali del centro ma assistiamo anche a scene che ci creano un disagio maggiore: giovani drogati che barcollano inebetiti, altri che vomitano perché hanno bevuto troppo, ragazze che non si reggono in piedi e devono essere sorrette dalle amiche per uscire dalla folla. Un degrado costante che va contrastato ma che nessuno, nonostante i nostri allarmi, prende in considerazione lasciandoci soli, delusi e mortificati con un problema più grande di noi con cui confrontarci e che da oggi smetteremo anche di segnalare».

Un cane che si morde la coda perché arginare il fenomeno della vendita di alcolici ai minori e delle altre irregolarità amministrative su orari di apertura e inquinamento acustico è compito del Comune ma le risorse umane a disposizione del corpo di polizia locale restano ridotte al minimo a causa del dissesto. Una situazione complicata quella che interpreta il consigliere di maggioranza Giovanni Lombardi (Insieme per Caserta) che difende l'operato dell'amministrazione anche considerata la più larga cornice istituzionale esistente a tutela del territorio. «Sul fronte dei controlli - dice - la prefettura ha saputo ben gestire questa fase di difficoltà oggettiva e l'amministrazione, con la polizia locale, ha fatto il suo dovere.

Le questioni sollevate dal comitato sono serie e il Comune può intervenire, sempre in maniera più severa, nei controlli degli esercizi pubblici. Altro tema è quello dell'educazione dei giovani, che è compito innanzitutto di scuola e famiglie. Dobbiamo anche considerare che la maggior parte delle persone che creano problemi in città arrivano dai comuni vicini». Una “invasione” certificata dalla cronaca settimanale delle risse e dei provvedimenti adottati dalle forze dell'ordine. Un fenomeno che si può combattere, secondo Lombardi, con un rafforzamento delle misure che, fin d'ora, possono essere adottate dall'amministrazione, come quella del Daspo.

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«Il Comune può farlo - conclude - e dovrà adottare provvedimenti esemplari nei confronti di chi crea problemi di ordine pubblico e sicurezza, allontanandoli per il tempo più lungo possibile dalla città, anche per lanciare un segnale chiaro a tutti quelli che pensano che questa sia una terra di nessuno e non un luogo con delle regole da rispettare».

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