Civico 14, arriva lo sfratto l'appello degli artisti: «Subito bando per gli spazi»

Delli Paoli: "Noi ospiti in edifici privati, serve il sostegno delle istituzioni"

Ilaria Delli Paoli
Ilaria Delli Paoli
di Nadia Verdile
Venerdì 12 Maggio 2023, 07:57 - Ultimo agg. 08:12
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Arti e creatività, a Caserta è emergenza. Un capoluogo senza più una sala cinematografica, compagnie teatrali senza palchi dove potersi esprimere. Un nuovo allarme viene da Teatro Civico 14, gruppo di artisti che, dopo una lunga stagione nel centro storico, nel 2016 aveva traslocato in una zona residenziale del capoluogo e che ora si vede costretto a traslocare di nuovo, per sfratto, in cerca di una nuova sede.

«L'investimento privato da parte degli artisti professionisti dice Ilaria Delli Paoli, una delle anime del Civico 14 - è diventato una risposta fondamentale alla mancanza di spazi teatrali adeguati. Con grande impegno e sacrificio personale, noi del Teatro Civico 14 abbiamo trasformato spazi non convenzionali, come magazzini, o palestre, in teatri per poter continuare a condividere il lavoro con il pubblico. Dal 2018 siamo riconosciuti dal Ministero della cultura come organismo di programmazione teatrale, grazie alla qualità artistica del nostro cartellone e al lavoro nella città. Nonostante le difficoltà logistiche e finanziarie, abbiamo sempre dimostrato una forte volontà di superare gli ostacoli e offrire spettacoli di alta qualità che arricchiscono il tessuto culturale della città».

Nonostante questo, però, ora gli artisti sono di nuovo senza teatro. «Attualmente continua Delli Paoli -, il nostro teatro ha sede in un locale privato locato dal 2016 e che tra pochissimi mesi non sarà più disponibile: siamo quindi, nuovamente, dopo l'investimento cospicuo fatto sette anni fa per ristrutturare secondo le esigenze di un teatro, costretti a cercare un nuovo luogo dove poter continuare la nostra attività di esercizio teatrale. È necessario secondo noi un sostegno più ampio e una collaborazione tra le istituzioni locali, il settore privato e la comunità per garantire l'esistenza di spazi teatrali adeguati e duraturi».
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Una chiamata alla condivisione e alla corresponsabilità. «Fu nel 1991 che Caserta conobbe dice Enzo Battarra, assessore alla cultura - la nascita dei teatri off, quelli con meno di cento posti a sedere.

Il primo fu il Piccolo Teatro Cts di Angelo Bove, cui seguirono via via gli altri. Si tratta di teatri indipendenti, legittimamente fieri della loro autonoma programmazione.

Nella scorsa estate il Comune ha reso possibile una rassegna al castello di Casertavecchia organizzata dal Teatro Pubblico Campano insieme con due realtà teatrali casertane, appunto il Civico 14 e la Mansarda. Quindi, la collaborazione già c'è stata e potrà continuare a esserci. Sono solidale con il Teatro Civico 14 per la difficoltà che sta incontrando e, su loro sollecitazione, ho anche suggerito qualche soluzione e ho cercato di creare ponti con il mondo degli imprenditori casertani. Al momento non c'è ancora una via di uscita chiara, ma ovviamente l'amministrazione comunale è a disposizione per istituire un tavolo di discussione e ascoltare le loro proposte, come quelle di altre realtà teatrali casertane. Il teatro a Caserta non solo deve vivere, ma deve anche crescere». Ed è un peccato che il Teatro comunale non possa essere fruito dalle compagnie cittadine. «Il Teatro Comunale continua Battarra - viene utilizzato dal gestore "Teatro Pubblico Campano" anche per le prove, lunghe anche settimane e settimane, di spettacoli che vengono prodotti da loro e che nel corso della stagione vengono presentati in anteprima nazionale a Caserta o altrove. Perciò non è possibile usarlo neanche come sala cinematografica. In realtà, il teatro è quasi sempre in attività, anche nei giorni in cui non c'è spettacolo». Civico 14 lancia un appello all'amministrazione: «La nostra richiesta è mettere a bando spazi pubblici di proprietà del Comune affinché realtà economiche che lavorano nel nostro settore possano avere garanzia di un spazio con una progettualità più ampia nel tempo, come già funziona in altri tipi di settori e in altre città».
 

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