Caserta: bufera sul Collegio di garanzia per i referendum, Di Majo si dimette

Il collegio di garanzia per i referendum al Comune di Caserta
Il collegio di garanzia per i referendum al Comune di Caserta
di Roberto Della Rocca
Venerdì 16 Giugno 2023, 08:39
4 Minuti di Lettura

 Sono parole durissime quelle che l'avvocato Luca Di Majo imprime nella lettera con cui si è dimesso da componente del Collegio di garanzia per l'ammissibilità dei referendum comunali. Il collegio, composto anche dall'avvocato Gianmarco Carozza e dalla direttrice amministrativa del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Daniela Rossetti, era stato eletto nel dicembre scorso dal consiglio comunale. A presiederlo era stata indicata, il mese scorso, Daniela Rossetti ma, l'illegittimità nelle nomine operate in aula, secondo Di Majo, avrebbe dovuto spingere l'amministrazione a rivedere le decisioni assunte e ripetere la nomina dei componenti. La mancata ricezione dell'istanza, da parte del segretario generale Lorenzo Massi, ha spinto il costituzionalista a dire addio all'organo di garanzia. A Di Majo che contestava l'avvenuta elezione dei componenti del collegio senza la maggioranza dei 2/3 dei consiglieri indicata nel regolamento, il segretario ha replicato validando la procedura e compiendo quella che l'avvocato dimissionario considera una "interpretazione". «I due terzi vengono considerati come un quorum funzionale per la costituzione dell'assemblea chiamata a nominare i componenti del collegio e non come il quorum da raggiungere per i candidati». Una interpretazione che non risolve la questione giuridica. «Siamo stati eletti in violazione dell'articolo 5, comma 1, del relativo regolamento. Si tratta di un profilo che ho tentato, purtroppo senza successo, di proporre come questione preliminare alla prima seduta 'informale' del Collegio, in data 7 maggio, dopo mie numerose sollecitazioni» sostiene Di Majo che non risparmia critiche all'atteggiamento dei colleghi.

«Qualcuno ha preferito tacere e soprassedere, manifestando la volontà di eleggere il presidente e di rinviare la questione da me posta a data da destinarsi» continua. Due gli elementi che Luca Di Majo indica alla base della frattura: il tentativo di politicizzare lo scontro sull'applicazione corretta del regolamento e lo sgarbo compiuto ai danni del sindaco Carlo Marino (unico titolato a convocare il collegio per l'elezione del presidente). La riunione di maggio, infatti, non era stata convocata dal primo cittadino. «Un modo di procedere alquanto scorretto (e da me osteggiato inutilmente) dal punto di vista anche istituzionale, nei confronti del primo cittadino. Prendere coscienza di un'elezione fondata su un errore interpretativo delle norme regolamentari e proseguire come se nulla fosse accaduto si pone in palese contrasto con il ruolo di servitori dello Stato, che impone a chiunque ricopre cariche istituzionali, e che comportano l'esercizio di funzioni pubbliche di esercitarle con disciplina e onore» richiama Di Majo. Dal punto di vista squisitamente politico, richiamato dallo stesso dimissionario nella sua lettera, il contrasto sarebbe quello tra lo stesso legale, eletto dalla maggioranza, e Rossetti, indicata dalla minoranza su suggerimento del consigliere di Fratelli d'Italia Pasquale Napoletano (che la promozionò ad un centrodestra piuttosto indifferente alla questione). La decisione di non rivedere l'organismo di garanzia, arrivata dal Segretario Massi, dovrebbe rappresentare, invece, un problema tutto interno all'amministrazione ma, visto il tono e le parole usate da Di Majo, il problema non è la maggioranza o il sindaco Carlo Marino. «Ciò che reputo gravissima, a mio modesto avviso, è l'indifferenza nella quale mi sono mosso per motivi che né sono a me noti e né sono rilevanti, a questo punto. Ho invero trovato solo nel sindaco (che ringrazio) ampia disponibilità nel percorrere soluzioni che lui stesso aveva prospettato e che mi trovavano pienamente conforme, ma tutto è rimasto nell'immobilismo di chi aveva il compito di procedere nella direzione concordata. Ciò che conta, per il domani, è restituire ai cittadini un organismo che sia pienamente legittimato nelle sue funzioni. Oggi, il Garante per l'ammissibilità dei referendum comunali del Comune di Caserta non lo è» conclude Di Majo. Archiviate le dimissioni dell'avvocato, come indicato dal segretario Massi il collegio si considera legittimo anche se ora il Consiglio dovrà essere convocato per l'elezione del terzo componente pena la mancata attivazione dei referendum. Il collegio (che decadrà solo con lo scioglimento del Consiglio) ha il compito di decidere sull'ammissibilità delle proposte arrivate dalla cittadinanza oltre a dover formulare i quesiti e dirimere le controversie in quanto garanti della corretta interpretazione dello Statuto comunale.

Garanzia che, per Di Majo, non è legittima. © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA