«I clan cambiano pelle e si fanno impresa: lotta alla corruzione»

All'inaugurazione dell'anno giudiziario

Il giudice Gialanella in collegamento con il Tribunale di Napoli
Il giudice Gialanella in collegamento con il Tribunale di Napoli
di Biagio Salvati
Domenica 28 Gennaio 2024, 09:43 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 19:40
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Impennata di reati legati al traffico e allo spaccio di stupefacenti, ma anche il pericolo di una camorra trasformata in impresa con gare pubbliche con assegnazione irregolare di somme per milioni di euro e il contrasto ai reati ambientali sul territorio campano sul quale hanno la giurisdizione gli uffici inquirenti di Santa Maria Capua Vetere e Napoli Nord. È uno dei passaggi affrontati ieri dal procuratore generale facente funzioni, Antonio Gialanella, nel corso del suo intervento da remoto alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario a Napoli. «La camorra non è un anti-Stato ma di più: fattasi impresa è intranea al contesto imprenditoriale e politico-amministrativo e prospera nella illegalità diffusa. Il mio convincimento, inoltre - ha aggiunto il procuratore generale - è che la devianza criminale comune, anche quella minorile, non sia un compartimento stagno rispetto alla devianza camorrista. Anzi, ognuna delle consorterie camorriste convive, nel suo territorio, con il crimine comune, minorile e non. Anzi lo controlla, lo sfrutta e così il disordine che ne segue è alimentato di continuo». Il presidente della Corte di Appello Eugenio Forgillo ha evidenziato inoltre come «il tema dell'abuso di ufficio costituisca una consistente parte delle indagini delle forze dell'ordine in questo territorio».

Nell'azione di contrasto all'abbandono e all'incendio di rifiuti nel territorio della cosiddetta «Terra dei fuochi» che tocca gran parte della provincia di Caserta, lo scorso anno 4 persone sono state arrestate in flagranza di reato mentre altre 152 sono state denunciate.

Il Procuratore generale si è soffermato anche su altri temi di illegalità rilevate dalle Procura di Napoli Nord e di Santa Maria Capua Vetere. In particolare, materia di sfruttamento e infortuni sul lavoro quali «illeciti rivelatori di un sintomatico disprezzo delle norme di tutela fino ad arrivare alla tratta degli esseri umani e alla riduzione in schiavitù ad opera delle mafie nigeriane a Castel Volturno». Nella relazione emergono i passaggi sulle indagini delle Procure di Napoli Nord e Santa Maria in tema di criminalità imprenditoriale economica «sulle imprese dedite alla bancarotta alle truffe ai danni dello Stato ai reati contro la pubblica amministrazione e quindi al riciclaggio e nello stesso contesto». Gialanella ha sottolineato come «la devastazione del territorio sia un effetto dell'abusivismo edilizio favorito dalla farraginosità delle leggi». E ha aggiunto: «Qui si giocano grandi interessi economici in larga parte di imprese criminali e qui si svela come ben dice il procuratore di Santa Maria Capua Vetere Pier Paolo Bruni «l'illegalità delle condotte ostruzionistiche di molte amministrazioni comunali». La corruzione dei pubblici funzionari prosegue la relazione - significa soldi dalle imprese edilizi criminali e i voti dal popolo degli abusivi e questa corruzione si raccorda al controllo del territorio da parte della criminalità organizzata.

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Sotto il profilo dei dati processuali legati all'economia delle imprese, la relazione segnala anche che dal 2019 al 2023 il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (nella conferenza stampa di venerdì è stato evidenziato il primato regionale in termini di calo di pendenze) ha prodotto una contrazione numerica delle procedure pendenti civili, comunque passate - quanto ai fallimenti e ai concordati - da 1.001 al 31 dicembre 2019 a 823 all'ultima rilevazione del giugno 2023. Da segnalare in linea generale un sensibile abbattimento del numero totale delle procedure fallimentari, all'attualità, con una riduzione del 17,7 per cento; un decremento delle pendenze ultradecennali, passate da 470 a 379, con una riduzione del 19,3 per cento;un decremento delle pendenze ultrasettennali, passate da 610 a 497 nel medesimo arco temporale, con una riduzione del 18,5 per cento con una riduzione del 22,1 per cento. Peraltro, a conferma dell'andamento accennato, nei primi cinque mesi dell'anno in corso sono state chiuse 45 procedure, il 76% delle quali aventi una durata superiore ai 60 mesi. Rispetto alla pianta organica del Tribunale che prevede 91 giudici, si è registrata una scopertura complessiva di 7 posti di giudice su 68; di un posto di giudice su 13 per la sola Sezione lavoro e di un posto di Presidente per la Prima sezione civile. Nel settore civile sono 27mila i processi pendenti (affari civili, contenzioso, previdenza, lavoro, procedimenti speciali e volontaria giurisdizione) rispetto ai poco più di 20mila di Napoli Nord. In buona parte delle Procure del distretto si registrano meno iscrizioni rispetto all'annualità precedente e con favore va salutata una riduzione delle pendenze finali in molti uffici, con le eccezioni di Napoli Nord insieme a Napoli e Nola. © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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